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Silvina Turrini campionessa mondiale di pesca al colpo!

INTERVISTA FIPSAS A SILVINA TURRINI

Di seguito riportiamo l’intervista effettuata dalla Fipsas alla neo campionessa del mondo di pesca al colpo individuale Silvina Turrini, che ha riportato il titolo iridato individuale in Italia con una strepitosa pescata di carassi effettuata con la quattro metri fissa.

E’ palpabile e passa forte dal telefono l’emozione di Silvia Turrini che, insieme al team azzurro della pesca al colpo femminile, sta salendo proprio adesso a bordo dell’aereo che riporterà lei e le italiane a casa.  Entusiasmo e anche un po’ di sano “torpore” che nasce da una nottata in cui la delegazione azzurra ha festeggiato fino all’una il bronzo a squadre e l’oro individuale.

Un oro, quello di Silvia, che corona il sogno inseguito per tanti anni e che rende merito alla tenacia di un’ atleta che gareggia da tanti anni con la stessa passione e grinta: «Mi sento benissimo – racconta al telefono la Turrini –  anche se ho dormito un paio d’ore, so che ho due medaglie al collo ma non me ne rendo ancora conto. A me sembra di non aver fatto nulla di più di quello che faccio di solito, ma stavolta la medaglia d’oro è arrivata. Quando parti per un  mondiale ci speri sempre di portartela a casa; fai mente locale e ti immagini che sei sul podio e ti dici: si, si, mi ci vedo benissimo! Vengo però da tantissimi anni di gavetta e di speranze, 15 per la precisione e, nei fatti, l’oro individuale non era mai arrivato. Ho vinto il bronzo individuale (me lo dicono qui vicino, scusami ma sono emozionata e non mi ricordo più nulla!) quando la squadra a La Coruche vinse l’oro, il contrario di quello che è successo a Merida. Poi più nulla. Oggi torno a casa con l’oro individuale e il bronzo. Potrei  essere più felice? Durante la gara io e le mie compagne non ci siamo fermate un attimo, la gara si vinceva con i pesci piccoli, un tipo di pesca a me congeniale. In due giorni ho preso più di mille pesci tra i 35 e i 40 grammi. Durante il sabato, ogni tanto, mi sono fermata per bere, (a Merida si pescava con oltre 40°)  la domenica neanche quello perché ripeto, la vittoria era una questione di quantità. E infatti sono riuscita a superare la spagnola che il sabato mi era davanti per  5 pesciolini.  Sono cresciuta pescando nel Mincio con canne fisse corte e in Spagna questa esperienza è stata fondamentale. Abbiamo anche pescato con roubasienne a  4 o 5 pezzi.
Dedico quest’oro al mio compagno,  chiamato da tutti “sherpa”, (l’umile portatore dell’Everest, che vive caricandosi pesi sulle spalle n.d.r.) per la sua disponibilità illimitata ad aiutarci a portare e spostare cose, che nella vita si chiama Roberto De Angelis, e poi a tre persone che mi guardano dal cielo, i miei genitori e Gianpiero Barbetta. Ringrazio la federazione per quello che mi ha permesso di fare, il suo presidente Matteoli e il presidente del settore di cui faccio parte Maurizio Natucci. Grazie ancora al dirigente che ci ha accompagnato Fausto Bonazzi e a tutti quelli che in Spagna si sono spesi per noi. Tutti fantastici».

«Le emozioni  oggi sono tante e sono bellissime – esordisce così, ”in diretta” dall’ aereoporto di Lisbona il dirigente federale Fausto Bonazzi  – ancora più belle perché mi sto rendendo conto di quale gara abbiano fatto le nostre ragazze e in particolare Silvia. La gara di domenica è stata grandiosa, con un recupero che non ha lasciato nulla al caso ma che è maturato grazie alla costanza  delle azzurre che si sono spese fino all’ultimo minuto di gara. Silvia ha catturato oltre mille pesci. Si vedeva dalle prove che eravamo in pesca; avevamo l’incognita dei pesci di taglia, che potevano arrivare oppure no . Per questo la strategia adottata è stata vincente, insidiare i piccoli pesci, puntare alla quantità. Come squadra abbiamo perso l’oro per qualche picchetto, per il pesce che non è entrato il sabato rispetto alla domenica. Il consiglio che poi ha portato al recupero è stato quello di utilizzare più mais, per pasturare e tenere vicini i piccoli carassi, e quello che è successo è già storia. Che gara!».

FONTE – FIPSAS

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