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ITINERARIO TRENTINO – A MOSCA SUL RIENZA
Come tutti sanno il periodo più ostico per la pesca è quello che inizia da fine novembre e continua fino a febbraio, non solo per la difficoltà delle catture in quanto il pesce è “inchiodato” sul fondo, ma anche per le temperature rigide e talvolta anche per la neve che rende difficili i movimenti sulle sponde. I moschisti aspettano la ben amata apertura dei torrenti per la pesca alla trota, esercitandosi nei laghetti con trote “pollo” che abboccano ad imitazioni di pesciolini/ mosche non curate nella costruzione, e molto colorate per una più facile visibilità. L’apertura non è semplice in tutti i fiumi, per chi come me che abita lontano da posti pescosi di salmonidi si deve accontentare di fiumi ricchi di ciprinidi. Nel periodo di metà febbraio trovandomi in zona Bolzano ho deciso di provare l’apertura a mosca 2015 nel fiume Rienza a Chienes, riserva ricca di pesci difficili da insidiare. Il posto è a circa a 350 km da Milano ma sicuramente vale tutti i chilometri percorsi per arrivarci.
LA GIORNATA DI PESCA
Vengo a sapere dal negoziante di Brunico che la riserva Gasser n.167 situata a Chienes è aperta ma le catture sono sporadiche e molto difficili. Le schiuse degli insetti avvengono circa a metà pomeriggio, quindi decido comunque di farmi la giornata intera nell’acqua gelida e tentare la cattura di un bel esemplare. Il permesso è acquistabile presso il chiosco vicino al fiume ed ha un costo di 30,00€. Visto che la riserva è a numero chiuso, sarebbe sempre buona cosa prenotare il proprio permesso, onde evitare di giungere sul posto e non poter andare a pesca. Insieme al permesso giornaliero viene fornita anche una cartina nella quale sono segnati i confini della riserva, le regole da rispettare ed un grande in bocca al lupo per la pescata. Il posto è a dir poco stupendo. Il torrente non è di larghezza considerevole ma pulito e curato, l’acqua è talmente cristallina che viene quasi voglia di berne un sorso. Il tutto è contornato da montagne innevate ed un atmosfera paradisiaca per gli amanti della natura e della pesca.
Ritirato il permesso, mi metto subito in pesca utilizzando dei classici cosciali in attesa dell’arrivo dei nuovi waders della Hart. Monto una canna da ninfa 10′ coda 2, finale a nodi piu di 3 metri con tip, con bracciolo, dello 0,12, come “artificiali” due ninfe con pallina in tungsteno con peso da 3,5 a 5 gr consigliatemi il giorno prima dal negoziante. Solitamente ninfe così pesanti sono utilizzate solo per correnti molto forti, in effetti appena scendo sul fiume, la corrente è molto veloce e non permette di pescare sul fondo; bisogna allungare il finale e montare ninfe di peso considerevole. L’acqua è gelata e si avvicina alla temperatura dell’aria a -1°. Gli anelli della canna iniziano a congelarsi impedendo la fuoriuscita della coda. Pesco a risalire per tutta la giornata, ma nessun pesce cade nella mia imitazione. Come previsto la schiusa avviene puntuale alle due di pomeriggio, momento in cui l’aria raggiunge la sua temperatura massima attorno ai 10 gradi, ma non si vede nessun movimento in superficie da parte dei pesci. Ormai sul tardi, quando la valle inizia ad andare in ombra, decido di ritornare alla macchina senza avere portato a guadino neanche un pesce. Giusto per sfizio penso che magari ancora qualche lancio posso effettuarlo in piena corrente ed in particolar modo dove l’acqua si infrange contro un muro di roccia che le fa prendere maggiore velocità. Alla seconda passata, con la ninfa che rasenta il fondo, la cima della canna si flette e la coda si tende. Ferro e dopo un combattimento durato qualche minuto riesco a salpare un salmerino dai colori vivi e accesi. Dopo la foto, sfortunatamente contro luce, lo rilascio tornare alla sua vita nel fondo del fiume. Contento della cattura pulisco la canna e la ripongo nel fodero, riconsegno il permesso compilato nell’apposita buca delle lettere e ritorno alla macchina.
COME SI ARRIVA
Arrivando da Milano o Venezia imboccare l’Autostrada del Brennero A26 in direzione Brennero fino all’uscita di Bressanone – Val Pusteria. Dopo il casello seguire le indicazioni per la Val Pusteria. Seguendo la strada dopo una ventina di chilometri si raggiugnere l’abitato di Chienes.
COSA MANGIARE
Il Trentino, specialmente nella zona del bolzanino, è ricco di piatti tipici da gustare che meritano una pausa sia a mezzogiorno che serale. Partendo dai salumi di tutti i tipi, tra cui ovviamente lo speck o il salame di cervo e capriolo, si passa ai classici canederli, i tantissimi funghi, piatti a base di carne di selvaggina del posto e per finire il dolce tipico del Sud Tirol ovvero lo strudel. Per mangiare c’è solo l’imbarazzo della scelta!
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Per Fishingmania – Marco Bosini
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