[vc_row][vc_column width=”5/6″][vc_column_text]
SORPRESE ESTIVE CON IL DRIFTING A GAETA
Siamo ad Agosto, l’estate ormai è agli sgoccioli e per me fino a questo momento, a causa del lavoro che faccio, il tempo dedicato alle uscite in mare è stato davvero poco e centellinato tra le poche ore disponibili durante la settimana. Tuttavia, all’inizio del mese di agosto, riesco a trovare una giornata da condividere con gli amici all’insegna della nostra passione. La sveglia suona puntuale poco prima dell’alba e in men che non si dica, io, mio fratello ed il nostro compagno di pesca Angelo, ci troviamo in macchina pronti per una nuova avventura. Le voci che giungono da amici pescatori, che di questo periodo battono le nostre coste sicuramente in maniera più assidua della nostra, ci dicono che a largo di Monte Orlando (Gaeta), su una batimetrica di circa 60 metri, si stanno prendendo degli alletterati di buona taglia. Siamo eccitati all’idea di tornare a pescare questi magnifici predatori, i quali sembrano essere diminuiti negli ultimi anni a causa dei sempre più presenti tonni rossi. Arrivati in porto, prepariamo un paio 12 lb e una canna da spinning, tante volte i sopracitati pinnuti decidano di saltare proprio vicino la nostra imbarcazione, dopo di che siamo pronti, molliamo gli ormeggi e via verso lo spot prescelto. Durante la navigazione, il silenzio tra noi regna sovrano, come se ognuno sentisse il bisogno intimo di espiare tutto lo stress e i pensieri accumulati. Il mare oggi è stupendo, infatti la totale assenza di vento, fa si che il freddo sole dell’alba, si rifletta perfettamente in acqua creando un gioco di luci davvero mozzafiato. Verso le 7:00 gettiamo l’ancora e dopo poco siamo in pesca. La pastura scende lenta e siamo in grado di vedere anche alcune nostre esche non lontane dalla barca. Se non si era capito, la tecnica di pesca con la quale affrontiamo la pescata è un classico drifting. Filiamo così la canna più profonda a circa 10 metri al di sotto del termoclino, una a quindici metri e l’ultima, senza piombo, lasciata in prossimità dell’ imbarcazione. Tra una chiacchera e una buona birra, il tempo scorre veloce e nulla sembra gradire le nostre esche. Però la pesca si sa, molto spesso, proprio quando dentro di te smetti anche di crederci, ti regala quelle scene destinate a restare indelebili nella tua mente. Infatti ad un certo punto un grosso rigiro in superficie mi indica che un predatore di dimensioni generose si aggira attorno alla mia barca. Passano pochi secondi e questa volta vediamo meglio di cosa si tratta. Non possiamo confonderci, è una maestosa lampuga che sicura fa man bassa di tutti i pezzetti di sarde gettati con costanza. Amo questi pesci, combattivi come pochi altri e con dei colori unici che riempiono sempre i nostri occhi. Non è la prima volta che ci capita uno spettacolo del genere, per cui non ci facciamo prendere dalla foga e per qualche minuto restiamo in religioso silenzio ad ammirare il magnifico animale. Negli anni ho imparato a godermi alcuni momenti, e per un po’ dentro di me sento come una voce che sussurra qualcosa tipo :” goditi questa meraviglia e lasciala libera nel suo regno”. Ma l’uomo si sa è un mix di emozioni ed istinti atavici insiti nel suo inconscio più profondo: la caccia, la sopravvivenza, l’eterna lotta contro la natura. Noi siamo lì per questo e se dovessimo riuscire a catturare la preda, sicuramente la onoreremo con una tavolata composta dagli amici più cari. Prontamente recupero la canna più leggera per rendere il tutto ancora più sportivo, sistemo l’innesco ( rotto forse da qualche sgombro) e lo calo proprio davanti al muso del “dorado”. Questo, naturalmente, non si lascia sfuggire l’occasione e dopo aver preso l’esca continua decisa il suo percorso non accorgendosi inizialmente della trappola. Al momento della ferrata, la reazione è come sempre esplosiva: il mulinello “canta” a squarciagola, e i salti sono davvero incredibili. Tra di noi si alternano momenti di grida euforiche ad altri di rispettoso silenzio, rispetto per quella preda tanto bella e fiera. Il combattimento si protrae per circa quindici minuti, dopo di che il pesce, a portata di guadino, sale in barca con noi. La giornata scorre veloce e di altre prede nemmeno l’ombra per cui non ci resta che farci un bel bagno nel blu intenso ponendo così fine ad un’altra avventura di pesca. Questa bella giornata di agosto, non fa altro che ricordarmi ancora una volta della magia di questo sport fantastico, di come il mare, spesso tanto avaro, delle volte ci regala emozioni uniche, emozioni che ci porteremo sempre dietro e che ci daranno sempre la spinta ad insistere e a non mollare per tutte quelle volte che si torna a casa a mani vuote.
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/6″][vc_gallery type=”image_grid” images=”22046,22045,22044,22043″][/vc_column][/vc_row]