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ADDA DI INIZIO ANNO CON MAURIZIO TEODORO E MILO
Certi amori regalano un’emozione per sempre. Così cantava Ramazzotti nel 2003. Per Maurizio Teodoro si potrebbe dire la stessa cosa. Il tutto rivolto al Fiume Adda però. Un amore nato sin da bambino, che continua da ormai cinquant’anni. Il fiume di casa per il commissario tecnico più titolato nella pesca al colpo degli ultimi vent’anni. Un fiume che regala continuamente emozioni nonostante cambi nel tempo. E questi cambiamenti Maurizio Teodoro li ha visti tutti, adattandosi di conseguenza. Dalle savette, i pighi ed i barbi nostrani, fino alle breme, gli aspi ed i barbi comuni europei.
Dell’Adda abbiamo parlato spesso proprio insieme al “Teo” in questi anni. Ne abbiamo parlato da Lecco fino allo sbocco in Po. Un fiume che cambia a seconda del periodo e delle zone. Il tratto alto presenta molti più pesci autoctoni, fortunatamente. A partire da Trezzo sull’Adda la fauna ittica inizia a cambiare. Un problema? In realtà no. Fortunatamente qualche specie nobile come cavedano e pigo resiste fino a Pizzighettone.
Questo periodo tra dicembre e febbraio è da sempre uno dei migliori per la ricerca dei pesci di grossa taglia. In particolare se parliamo dei grossi barbi comuni europei. Con l’arrivo del freddo si iniziano ad effettuare le catture di pesci over size. Barbi da oltre tre chili sono all’ordine del giorno. Ogni anno si vede anche qualche pesce oltre i sei chilogrammi. D’altronde si tratta di pesci che tendono a crescere ed il cui limite ancora non si può conoscere. Una continua sfida per il pescatore.
Assieme all’amico di mille pescate Christian, Maurizio Teodoro ha pensato di inaugurare l’anno con qualche bel barbo. Il tutto mettendo a dura prova l’attrezzatura targata Milo, di cui è anche rappresentante nell’area milanese/brianzola. In attesa dell’arrivo delle nuovissime bolognesi, che presenteremo a breve, la scena è stata per le Stradivari Strong. Una scelta dettata dagli avversari dell’Adda.
Questi grossi barbi hanno la tendenza a stazionare in forti correntoni, sfruttando al massimo la propria idrodinamicità. Una volta incannati, tendono a bloccarsi sul fondo, risalendo a volte la corrente ed andando verso il centro. Obbligatorio l’utilizzo di canne “Strong”. Canne in grado di girare la testa al pesce senza soffrire lo sforzo. Questo è quello che serve nel basso corso dell’Adda e nel bacino del Po.
Il tutto, ovviamente, deve essere accompagnato dai giusti co-protagonisti. Galleggiante, finale ed amo. La canna con molta potenza è importante, ma queste tre variabili devono sapere il fatto loro. In primis il galleggiante. In passato uno dei problemi per chi pescava con fili grossi stava nel fatto che con la trazione esercitata dal pesce, il filo tagliava il corpo del galleggiante. Si è passati al filo passante per evitare questo problema. Quindi la prima base da rispettare è quella di avere galleggianti resistenti. Filo passante, resistenza e sensibilità. Caratteristiche che ha il nuovo galleggiante Milo Redvo.
Il Redvo è stato sviluppato appositamente per questa pesca in fiume. E da quando li abbiamo presentati qualche settimana fa, hanno già riscosso un ottimo successo. Per quanto riguarda filo ed ami, Maurizio è andato sul sicuro. Il filo Ghost di Milo è una garanzia da diversi lustri. Un filo resistente, capace di regalare continue soddisfazioni. Il tutto associato ad un’altra garanzia, questa volta di casa Drennan. Parliamo del Super Spade. Un amo resistente, ideale per i barbi. Impossibile da aprire anche dalle possenti mascelle del barbo comune europeo. Le misure del 16/18 con tre bigattini innescati hanno regalato le catture che potete vedere nelle foto.
Giusto, le foto. Dette quattro cose sull’attrezzatura usata, indispensabili da sapere, lasciamo la parola alle foto. Ogni parola sarebbe davvero superflua. Con queste foto Maurizio Teodoro augura a tutti uno splendido 2017 costellato da tante catture, di ogni specie!
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