Era da tempo che sentivamo parlare della presenza di una riserva dedicata alla pesca alla trota sul torrente Pioverna. Tra le montagne del lecchese a soli quindici minuti dalle sponde del Lago di Como. Mai avevamo avuto la possibilità di andare a provarci a causa della mancanza di informazioni aggiornate nei vari siti internet.
Il giorno della Befana, con una situazione meteorologica che prometteva sole e una temperatura non troppo rigida, abbiamo caricato in macchina canne da spinning, artificiali, stivaloni e siamo partiti alla volta di Taceno. Il panorama che ci siamo trovati davanti sulla strada che dal lago porta alla riserva è tanto spettacolare quanto mette i brividi. Dieci chilometri percorsi con a destra stalattiti di ghiaccio e a sinistra una valle a strapiombo. Ci saranno stati quasi 400 metri dalla strada al fondo! Una valle modellata nel corso dei decenni dal Torrente Pioverna.
La valle cambia completamente aspetto una volta arrivati a Taceno, 550 metri sul livello del mare. Una piana innevata tra le montagne e il torrente non più impietoso come lo è a valle della diga. Facciamo i permessi e ci dedichiamo subito alla pesca. L’acqua è limpidissima e offre tanti spot allietanti. Passano dieci minuti dal primo lancio e subito una bella iridea sugli otto etti attacca l’artificiale. Un paio di minuti di combattimento e il pesce è salpato.
Altri venti minuti e si vede del movimento. Un paio di trote in un tratto di torrente dove la profondità è leggermente maggiore e la corrente più morbida. Passiamo con gli artificiali per tre quattro volte senza successo finchè un’iridea decide di sferrare l’attacco al rotante senza successo. Un nuovo lancio e forse la stessa iridea di prima decide di ritentare, rimanendo questa volta attaccata. E’ più piccola della prima ma è pur sempre uno stupendo esemplare.
Dopo di che arriviamo alla fine della riserva. L’unica trota che vediamo è una piccola fario che senza nemmeno tanta convinzione prova a seguire il rotante. Al che decidiamo di ripercorrere il tratto appena percorso e tentare più a valle dell’inizio. Le trote però si fanno attendere. Purtroppo dalla semina di ripopolamento delle iridee è passata quasi una settimana e molti degli esemplari buttati sono già stati catturati durante le feste natalizie.
Prima di andare via però non ci arrendiamo e facciamo altri tentativi nel tratto a valle. Escono due trote, di taglia intorno al mezzo chilo, decidono di lasciarsi catturare. La giornata non è stata delle più positive ma è sempre piacevole pescare sui torrenti di montagna in mezzo alla neve. La promessa è di ritornarci al più presto. Magari nella giornata dedicata al no kill nella speranza di insidiare anche qualche trota fario.
COSA ABBIAMO USATO
Durante la nostra uscita abbiamo utilizzato canne di potenza light massimo 12 grammi. Non serve pescare con esche troppo pesanti vista la ridotta larghezza del fiume. Per quanto riguarda gli artificiali abbiamo utilizzato i Martin gialli dalle misure 6 e 9. Non esistono rotanti migliori. Non sono da meno anche i Mepps di misura 3. Come filo in bobina abbiamo preferito optare per un nylon non troppo spesso della misura di 0.20 millimetri. E’ consigliato anche l’utilizzo della teleregolabile soprattutto nei punti in cui la profondità è maggiore come sotto le cascate o dietro grossi sassi dove con l’artificiale si fa maggiore fatica o le trote sono più diffidenti innescando camole o vermi.
COME SI ARRIVA
Per raggiungere la riserva arrivando da Milano si percorre la SS 36 Milano – Lecco, raggiungibile dall’uscita di Sesto San Giovanni dell’Autostrada A4 Torino – Trieste; all’uscita di Dervio/Bellano/Valsassina seguire indicazioni per Valsassina finchè non si arriva all’abitato di Taceno. Al momento dei permessi chiedere le indicazioni per raggiungere la riserva.
REGOLAMENTO
Per poter pescare in questo tratto di torrente è necessario avvalersi del permesso giornaliero dal costo di 10 euro per i tesserati FIPSAS e 18 euro per i non tesserati. La pesca è consentita tutti i giorni della settimana escluso il mercoledì, giorno di semina, mentre il giovedì vige la regola del no kill. I permessi di accesso possono essere: giornaliero, carnet da sei giorni, carnet da dieci giorni e giornaliero a mosca no kill.
Ogni permesso è composto da tre parti debitamente compilate: la parte numerata 2 dev’essere imbucata prima dell’inizio dell’attività di pesca e la parte numerata 3 dev’essere imbucata alla fine dell’attività di pesca nelle apposite caselle di posta presenti sotto il ponte centrale della riserva. La pesca può essere effettuata entrando in acqua con stivali a gambaletto escluso il periodo dal 1° ottobre al 1° maggio per riproduzione della trota fario e del temolo. Una volta raggiunta la quota massima giornaliera di sei catture consentite, se il pescatore desidera proseguire l’attività di pesca, è tenuto ad imbucare la parte numero 2 del permesso esaurito e ad annullare un nuovo permesso, imbucando la parte numero 3.