Prima che mezza Italia scoprisse Medelana e prima che Ostellato ritornasse agli splendori che era 25 anni fa, il Lago di Mezzo a Mantova era uno dei primi campi gara ad offrire una buona pescosità ad inizio stagione. Quest’anno il tempo non è stato molto clemente e le temperature sono rimaste rigide fino a marzo inoltrato. In passato non era raro che la primavera sbocciasse anche durante i primi giorni di marzo, cosa che non è accaduta questa volta.
COME ABBIAMO PESCATO
Approfittando dei primi caldi di stagione abbiamo deciso di andare a fare una pescata al lago di Mezzo di Mantova, essendo a conoscenza di catture di breme di buona taglia. Com’è di consuetudine, abbiamo raggiunto la città dei Gonzaga di buon’ora per evitare di non trovare parcheggio, a causa dei numerosi turisti che visitano Mantova ogni week-end.
Il lago era leggermente più alto del normale, ma questo non ha impedito il normale svolgimento della pesca. Erano presenti anche altri pescatori sul campo gara, ma, nonostante ciò, il pesce sembra non averne risentito. Abbiamo effettuato una pasturazione sia utilizzando lo scodellino sia buttando palle di pastura a mano e fiondando spesso cagnotti. Con mia grande sorpresa, i primi pesci ad essere portati a guadino sono stati dei gardon tra i 200 e 500 grammi.
E’ stata una sorpresa per me. Negli anni precedenti era raro prendere gardon di quella taglia. Col passare del tempo e con l’aumentare delle fiondate, i rutili sono diminuiti lasciando spazio alle breme. Esemplari questi, di taglia compresa tra i 500 grammi e i due chili. Utilizzando i vermi abbiamo portato a guadino un paio di carassi di poco più di un chilogrammo di peso. Una nota curiosa è stata la cattura da parte di alcuni pescatori vicini di un cavedano sui 3-4 etti. Un pesce presente in abbondanza molti anni fa e ormai molto raro nei laghi.
Man mano che le ore passavano le mangiate sono diminuite sempre più. Forse è ancora un po’ troppo presto per pretendere di avere una pescosità elevata per tutto l’arco della giornata, ma nel complesso è stata un’esperienza positiva, utile soprattutto per ricominciare a prendere in mano la roubasienne dopo parecchi mesi di inattività a causa del freddo polare che ha stazionato su Milano e dintorni.
INFORMAZIONI TECNICHE
Abbiamo pescato tutta la mattina con la roubasienne a circa 13 metri di lunghezza. Al lago di Mezzo la profondità risulta subito di circa 2,5 metri a pochissimi metri da riva. Alla lunghezza massima consentita durante le competizioni la profondità raggiunge i tre metri al primo gradino e i tre metri e mezzo pescando con punte a filo lungo. Essendo presente una leggera brezza, l’acqua tendeva a muoversi da sinistra verso destra. Le grammature dei galleggianti utilizzati variavano tra il 4×18 fino a 2 grammi; lenza abbastanza chiusa con un bulk a venti centimetri dal finale, appoggiando quest’ultimo sul fondo. Il cagnotto è stata l’esca che ha portato maggiori catture mentre il fiocco di vermi, come già detto, è stato utile per selezionare la taglia e catturare i carassi.
ALCUNE CURIOSITA’
Creati dal fiume Mincio, i laghi di Mantova sono un prodigio idraulico dei primi secoli del secondo millennio. In pochi lo sapranno ma anticamente i laghi erano 4: oltre agli attuali Superiore, di Mezzo e Inferiore, esisteva un quarto lago che rendeva la città di Mantova un’isola, il lago Paiolo. Questo lago era per lo più una palude che in futuro è stato prosciugato per lo sviluppo della città.
Il lago superiore è il lago più esteso; durante la stagione calda la superficie lacustre è ricoperta da vegetazione superficiale e le sponde sono ricche di canneti. Facendo parte della riserva Valli del Mincio, il lago Superiore è riconosciuto come area protetta e risulta essere un ottimo punto di osservazione per gli appassionati di naturalismo grazie alla vasta presenza di specie arboricole di terra e di acqua e per la presenza di diversi uccelli quali trampolieri, anatre, folaghe, tuffetti e molti altri.
SPECIALITA’ GASTRONOMICHE
I tortelli di zucca sono una specialità tipica mantovana. A Piacenza il sapore dolce della zucca è combinato con il salato del formaggio grana, a Cremona vi è l’aggiunta di mostarda dolce mentre a Mantova l’amaretto differenzia questi tortelli con quelli del resto della Pianura Padana. Altro piatto tipico dell’area mantovana è il luccio in salsa. Ormai sono pochi i posti che offrono ancora questo secondo piatto. Infine come dolce la scelta ricade sulla Sbrisolona: ricetta del 600’, è una torta fatta con farina gialla e bianca e zucchero, la cui caratteristica è quella di sbriciolarsi facilmente grazie alla sua friabilità, da qui il nome Sbrisolona.