LAGO DI NEMBIA SENZA ACQUA
Giusto, doveroso, sacrosanto portare alla luce l’attuale situazione del Lago di Molveno, non solo per l’affascinante paesaggio lunare che sta offrendo durante questi mesi, ma anche per l’importanza idrico-energetica che esso svolge quotidianamente per il territorio di tutte le Giudicarie. A corredo di articoli e foto sui vari social network non si parla quasi mai, però, della condizione del Lago di Nembia, sito a una manciata di chilometri dal più famoso bacino dell’altopiano, ma sul territorio comunale di San Lorenzo Dorsino.
Tale lago- molto meno esteso e profondo solo pochi metri- è comunque meta di nicchia del turismo locale, essendo fisiologicamente frequentato da un numero più limitato di bagnanti. Nembia, nome sia dello specchio d’acqua che della località a un paio di chilometri da San Lorenzo in Banale, costituisce una piccola oasi naturalistica, che si presta a brevi passeggiate, picnic e relax in genere.
Certo, è in maggior misura apprezzabile durante i mesi estivi (periodo di maggior affollamento), durante i quali vengono organizzati eventi e visite guidate. Poco lontano troviamo anche la nota centrale idroelettrica, i cui condotti di collegamento con il Lago di Molveno, necessitando di opere di pulizia, hanno creato la situazione attuale. La particolarità dell’oasi, in questo lasso di tempo, è la totale scomparsa del bacino: non l’abbassamento, la totale scomparsa. Con l’assenza di tracce nevose-per il momento-si ammira un paesaggio da Far West, arido e brullo.
Dove prima si trovava l’acqua, oggi troviamo solamente un pianoro. Con la nevicata di alcune settimane fa, sul fondale si era creata una coltre di ghiaccio che per pochi giorni ha reso di fatto il fondale una pista di pattinaggio naturale. Non resta che aspettare la stagione estiva, con il ripristino del livello originale del Lago di Molveno: tornerà sui suoi livelli anche lo specchio lacustre di Nembia che, insieme alla vegetazione, riconsegnerà lo spettacolo che tutti i frequentatori conoscono, con la flora alpina che la riveste e la variegata fauna che la popola. Anche se, ad onor del vero, il piccolo scrigno che è l’oasi si apprezza anche in questa sua veste insolita.