BRACCONAGGIO NEL LAGO DI MEZZO – 400 KG LIBERATI
Ancora la sortita di una banda di predoni dei laghi, ancora una razzia di pesce destinato al mercato nero in barba a qualsiasi normativa ambientale e sanitaria. Razzia solo tentata, però. L’ultima operazione anti bracconaggio è stata portata a termine nella notte tra venerdì e sabato sul lago di Mezzo, nella acqua che fronteggiano il parco periurbano del Büs dal Gatt (tra Sparafucile e Cittadella).
A condurla, nell’ambito di un servizio di prevenzione congiunto programmato dal Parco del Mincio, sono stati gli agenti ittico venatori della Provincia, guardie ecologiche volontarie del Parco e guardie Fipsas, la Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee. I pescatori di frodo sono stati costretti a fuggire e ad abbandonare il bottino, oltre 400 chili di pesce, quasi due chilometri di reti e due canotti, uno dei quali con il motore.
L’operazione è scattata attorno alle undici di sera, mentre i bracconieri, appostati nei pressi di Sparafucile, stavano posando le reti. Le guardie hanno fatto in tempo a vedere a distanza due persone che, su un’imbarcazione di colore scuro, arrivavano a riva e fuggivano a piedi. Altri complici, su un secondo natante, hanno fatto lo stesso. Sui mezzi, uno ancora con il motore installato, c’erano delle reti pronte per essere gettate in acqua.
Secondo gli agenti della Provincia e le guardie volontarie del Parco, che hanno proseguito il lavoro fino alle tre del mattino, erano almeno cinque i componenti della gang di bracconieri in azione. E almeno un paio d’ore che erano al lavoro, celati nel buio della notte. Nel chilometro di reti che guardie e agenti hanno trovato stese in acqua erano imprigionate oltre trenta carpe, tra i cinque e i quindici chili, e altrettanti abramidi.
Il pesce è stato subito liberato mentre il materiale da pesca abbandonato dai bracconieri, tra cui sei sacchi di rete ancora da posare in acqua, sono stati sequestrati e depositati nei magazzini della Provincia. «Senza l’intervento delle guardie il bottino sarebbe stato ingente – spiega una nota del Parco – nella fase notturna dell’operazione è stato recuperato un chilometro di reti, con la contestuale liberazione di almeno 400 chili di pesce».