BRACCONAGGIO CON RETI ELETTRICHE NEL MANTOVANO
E’ sempre la Gazzetta di Mantova a pubblicare notizie legate al bracconaggio. Purtroppo la provincia mantovana è quella più flagellata dal problema del bracconaggio. Tante acque significano proprio tanto pesce e tanti posti dove poter pescare illegalmente. Questa volta si tratta di pescatori bracconieri che utilizzavano reti elettriche per recuperare il pesce. Di seguito l’articolo tratto dalla Gazzetta di Mantova.
Pesci storditi e uccisi con la corrente elettrica. Le catture selvagge da parte dei predoni del Po non si fermano. Ma questa volta i carabinieri della Forestale, in collaborazione con i colleghi di Sustinente, sono riusciti a sorprendere con le mani nel sacco due pescatori di frodo.
I due – il primo ha 32 anni e il secondo 26 – entrambi di nazionalità romena ma domiciliati nel Veronese, sono stati denunciati per cattura, stordimento e uccisione di fauna ittica mediante l’utilizzo di corrente elettrica. E ancora per pesca, trasbordo di alcune specie di pescato in acque interne in cui è vietata la cattura in qualunque stadio di crescita, e infine deterioramento di un habitat all’interno di un sito protetto.
Quando i militari dell’Arma li hanno fermati per un controllo dalle parti di Sustinente sulla loro auto sono stati rinvenuti cento chili di pesce e un retino storditore alimentato a batteria. Dai controlli effettuati pare che i due pescatori di frodo, da tempo tenuti sotto controllo, si siano spostati lungo il tratto di Po compreso tra Viadana, Portiolo, San Benedetto ed Ostiglia.
L’operazione è scattata nella notte tra martedì e mercoledì. Per i due romeni, ai quali sono stati sequestrati sia il materiale che l’auto, è stata avviata la procedura di foglio di via dal Comune. Per la prima volta, come conferma il comandante del Gruppo Forestale, colonnello Alberto Ricci, è stato applicato l’articolo 40 della legge 154 del 2016.
Per i bracconieri della pesca prevede multe da 4.000 a 12.000 euro, denuncia penale con detenzione da due mesi a due anni, sequestro delle attrezzature da pesca, sequestro dei mezzi di trasporto, sospensione delle attività commerciali di rivendita, risarcimento all’Ente gestore del danno materiale (calcolato in 40 euro moltiplicato per la quantità numerica dei pesci catturati) e ripristino della fauna ittica del luogo. Il comandante provinciale dell’Arma, Fabio Federici, esprime la sua soddisfazione per l’ottima operazione effettuata dai Forestali guidati dal colonnello Alberto Ricci.