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INTERVISTA A GIOVANNI BOTTAZZI
La Pesca è una Livella.
La famosissima ‘’A Livella’’ del Conte De Curtis conosciuto ai più come Totò è una meravigliosa poesia la cui morale ci fa capire l’uguaglianza fra gli Uomini una volta passati a miglior vita. Fortunatamente però non c’è bisogno di passare a miglior vita per essere tutti uguali. La Pesca, il nostro meraviglioso Sport, dà l’opportunità a tutti di essere allo stesso livello anche per chi ha delle disabilità motorie. Ho avuto l’immenso piacere di parlare con una persona fantastica, un pescatore e agonista di calibro internazionale, la cui vita è stata segnata da infortuni gravi ma che, grazie alla sua grande caparbietà e passione, mai gli hanno impedito di vivere col sorriso e realizzare i sogni più grandi. Cari lettori ho il piacere di presentarvi : Giovanni Bottazzi.
Ciao Giovanni, benvenuto su Fishingmania. Innanzitutto, come stai?
Ciao Walter! Fa un caldo tremendo! Si muore! (ride n.d.r.) grazie per il benvenuto, sono felicissimo di essere qui con voi!
Questa chiacchierata nasce dalla mia voglia di far conoscere a tutti quanto siano sani i principi del nostro sport e quanto questo possa aiutare giovani e meno giovani a non darsi mai per vinti. Te sei davvero un esempio per chi ha delle disabilità e ti ringrazio per aver accettato il mio invito.
Quando mi hai detto lo scopo dell’intervista non c’era altra risposta che io potessi darti. E’ il mio obiettivo diffondere a tutti quanto questa pratica sportiva possa davvero far bene. Mi ha aiutato tanto e voglio che il mio esempio possa davvero aiutare chi come me ha avuto delle sventure.
Ci puoi raccontare la tua storia?
La passione per la pesca è nata da piccolino quando andavo a pesca con mio e poi è continuata andando lungo i fiumi con gli amici. Purtroppo all’età di quindici anni ho perso un braccio a lavoro e trovando molte difficoltà abbandoni la pesca e gli altri sport che praticavo. Grazie ai miei amici che insistevano nell’andare con loro, pian piano iniziai a fare tutto da solo diventando autonomo in tutto e per tutto. Oggi posso dire che non mi sono mai abbattuto e che l’amore per la pesca mi ha dato la forza di affrontare tutto facendomi capire che nulla è impossibile, basta volerlo!
Sono ormai 30 anni che gareggi, come hai visto cambiare l’attenzione nel nostro sport per i diversamente abili?
Io ho sempre fatto gare con i normodotati e questo mi ha sempre dato tanta voglia di continuare a migliorarmi giorno dopo giorno. Fino alla fine degli anni novanta non c’era la categoria ‘’diversamente abili’ quindi se volevi fare le gare dovevi rispettare le regole ‘’standard’’. Da quando la Federazione ha dato via a questa categoria ovviamente è stato fatto un regolamento particolare dove le tue mancanze fisiche vengono compensate da degli aiuti. Così facendo chiunque abbia una disabilità può partecipare ed essere davvero uguale agli altri.
Quali sono le difficoltà maggiori che incontra chi inizia a praticare la pesca?
Sai, dipende dal tipo e dalla gravità della disabilità. Io che non ho il braccio destro incontro difficoltà nel maneggiare una canna, innescare etc. Chi non ha l’uso delle gambe ha le sue come chi è non vedente. In generale posso dire che le difficoltà maggiori sono nel costruirsi attrezzi che possano facilitare l’azione di pesca e nel costo dell’attrezzatura. Per il primo bisogna sapersi inventare e lavorare tanto di fantasia e ingegno. Per il secondo purtroppo i costi dell’attrezzatura sono davvero alti e sicuramente non incentivano i ragazzi a fare gare di livello.
Però le soddisfazioni sono tante. Qual è il tuo palmares?
Non lo ricordo tutto!! Ecco, con questa domanda mi hai messo in difficoltà!! (ride) Diciamo che ho vinto tanto come ho fatto sonori 10 da squilli di tromba! Ho vinto tanto con la nazionale, raggiungendo il secondo posto individuale nel 2012. A livello nazionale ho conquistato tre volte il titolo italiano individuale. Tanti argenti e bronzi. Ho vinto un settore del Pasinetti che per me vale come un oro mondiale. Sono più di trent’anni che faccio gare di Regionale e Eccellenza dove anche a livello di Club ci siamo tolti tantissime soddisfazioni.
Le canne di ultima generazione sono leggerissime e prestazionali, ma per chi ha dei problemi restano comunque impegnative. Ci puoi raccontare come hai modificato la tua attrezzatura?
Come ti accennavo prima ho iniziato sin da subito a costruirmi attrezzi che mi facilitassero l’azione di pesca. Ad esempio io ho una fionda particolare che tramite un gancio al panchetto mi permette di fiondare preciso dove voglio. Ho una una pinzetta con la quale mi aiuto ad innescare; praticamente mi blocca l’amo e posso innescare con precisione qualsiasi esca.
Per chi come me non ha un braccio una delle difficoltà maggiori è fare nodi o costruire lenze. Anche stringere un pallino può essere complicatissimo a volte. Al giorno d’oggi ci sono tantissimi negozi o ragazzi che costruiscono per te lenze e finali già montati ma anni fa se non lo facevi tu non le vendeva nessuno! Cosi dopo tanti tentativi ho costruito un attrezzo che mi permette di creare nodi e asole perfette! Ne custodisco gelosamente il segreto perché è cosi semplice e perfetto che sarebbe utili anche ai pescatori normali! Potrebbe essere brevettato e tranquillamente venduto!
I carpodromi sono una vera e propria manna dal cielo anche per chi è in carrozzina o ha altre disabilità ma i corsi dei canali, fiumi e laghi sono ben altra storia..
E’ vero, i laghetti a pagamento sono davvero comodi per andare a pesca e sono nel 99% dei casi accessibili anche a chi è in carrozzina. Detto questo devo dire che le sponde dei maggiori campi gara nazionali sono quasi sempre accessibili; Ad Umbertide ad esempio cè proprio un tratto denominato ‘’i disabili’’ dove pescare è agevole. Quando ci sono manifestazioni di alto livello poi le sponde vengono sistemate a dovere con le pedane. Purtroppo nella maggior parte dei casi sono mobili e non fisse. C’è sempre da migliorare però. Ad Adria o nell’Arno Pisano è pericolosissimo anche per chi ha ‘’tutto apposto’’..
La FIPSAS è molto attenta a queste tematiche. Se tu avessi il potere decisionale, quali migliorie apporteresti?
Non ci sono cambiamenti drastici da fare. Bisogna solo impegnarsi al massimo nella pubblicità per avvicinare tutti a questo meraviglio Sport. Io in prima persona mi impegno costantemente affinché chi ha delle disabilità possa trovare nella pesca la Risposta. Il messaggio che voglio dare con questa chiacchierata, che poi è la pura e semplice verità, è che la pesca ci rende tutti uguali e che gare o no, pescare è meraviglioso. Io mi diverto tanto, tantissimo e grazie alla pesca ogni volta trovo un motivo per mettere in gioco il mio orgoglio che ti spinge a trovare le motivazioni ed andare avanti nella vita di tutti i giorni.
Oltre al piacere di pescare e stare a contatto con la natura, perché consiglieresti di pescare a chi ha delle disabilità motorie?
Spesso quando faccio le gare con i pescatori normodotati ed escono i settori li sento mugugnare ‘’cavolo..ho beccato Giovanni!’’ Certo, questo non significa che ho già vinto ma il solo avere tanto rispetto per me è già una grande soddisfazione. E loro hanno tutto al posto giusto! (Ride n.d.r.) Tutto questo mi è costato tanto, ore e ore di allenamenti, di gare, di viaggi e di tante batoste. Senza tutto questo sarebbe stato difficile. Io sono davvero in prima linea per diffondere il più possibile il messaggio di fondo che questo Sport ha. Se qualcuno volesse contattarmi per chiedermi consigli sulle attrezzature, su dove e come incominciare io sono sempre disponibile. La pesca ci rende Uguali!
Per concludere, cosa possiamo aggiungere?
Non voglio fare nomi perché potrei dimenticare qualcuno… ma voglio ringraziare tutti i campioni e i compagni di pesca di tanti anni che mi hanno aiutato tanto a crescere e a migliorare. Ringrazio te che hai avuto la sensibilità di capire quanto importante sia il tema e ti assicuro che non è da tutti e Fishingmania che da spazio a queste mie parole! Spero davvero che tutto il movimento possa crescere e migliorare sempre di più, tutti insieme, tutti con lo stesso obiettivo.
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