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PESCA IN KAYAK – USCITA SUL LAGO D’ENDINE 16 – 17 SETTEMBRE 2018
Dopo la calura estiva torniamo su un lago difficile ma ricco di magia: il lago di Endine. Il lago di Endine è ricco di scardole, gardon, carpe e ospita ancora qualche tinca, oltre ai predatori maggiori delle acque dolci quali lucci in primis, bass, perca e qualche sporadico silurotto. Noi siamo qui per insidiare il re luccio, predatore vorace, ma sospettoso nei luoghi come questo, dove la pressione di pesca è abbastanza elevata.
Il gruppetto è composto da Stefano e Simone di Pianeta Kayak che affronteranno un paio di giornate di pesca insieme a Gianluca, che ha contattato l’associazione per la sua prima uscita in kayak: due giorni provando a traina e al lancio a catturare un esocide.
Arrivati sullo spot scarichiamo rapidamente l’attrezzatura per poter partire subito. La temperatura è perfetta, soffia un po’ di vento insistente da sud che potrebbe disturbare l’azione, ma al momento mitiga il sole caldo che splende infondendo fiducia.
Simone parte subito a pescare, mentre Stefano illustra a Gianluca le basi di conduzione del kayak fornendogli anche qualche suggerimento su come allestire il mezzo per una maggiore comodità durante l’escursione e la pesca.
In superficie il movimento non manca con continue bollate di pesce bianco e qualche bello schiocco delle numerose carpe presenti. Ci dirigiamo verso nord pescando dapprima in verticale con teste piombate e shad. Pur pescando in deriva controllata l’effetto del vento si fa sentire parecchio, e decidiamo di cambiare approccio, impostando la prima parte della battuta sulla traina di grosse gomme fatte passare rasenti il fondo e appena sopra gli erbai.
Trainiamo per un paio di ore circa sondando tutta la zona centrale del lago, senza risultati. Ci spostiamo successivamente su un paio di pianori ma il risultato non cambia. Sugli ecoscandagli, tante le marcature interessanti, ma il quadro è di apatia totale.
Verso sera proviamo a cambiare le esche e proviamo con dei crank di profondità trainati abbastanza veloci, nel tentativo di innervosire le nostre prede e indurle all’attacco sfruttandone l’istintiva territorialità, dato che ci siamo fatti l’idea che i nostri amici predatori devono avere le pance belle piene visto la quantità di pesce bianco presente.
Ancora nulla: un altro paio di ore, ma a vuoto. Decidiamo di tornare verso la base per sistemare l’attrezzatura e andare a mangiare qualcosa, dopo 6 ore di kayak. Durante il rientro il lago ci regala un panorama eccezionale degno di una copertina nelle riviste di viaggi e il sorriso non può che comparire sui nostri volti: resta uno spettacolo sempre unico, anche tornandoci 1000 volte. Sistemato il tutto andiamo a mangiare una pizza nel locale a 50 mt dal punto di varo e “campeggio”, poi tutti in branda a ricaricare le pile.
IL SECONDO GIORNO
La prima luce, resa fioca dalla foschia che si leva dalle colline sovrastanti, mi sveglia dopo una bella notte di sonno. Intanto che stiamo facendo una rapida, ma robusta colazione a base di pane e mortadella, arriva anche Giuseppe,altro membro dello staff di Pianeta Kayak, per passare la giornata insieme a noi.
Ripartiamo ancora un po’ assonnati in direzione sud, per sondare un’altra depressione del fondo che potrebbe rivelarsi proficua. Simone dopo pochissimi metri ha un’ inseguimento da parte di un bel luccio che terminerà con una scodata sulla prua del kayak lasciandolo in preda allo stupore che solo queste scende danno, nonché ad un pelo di inevitabile nervosismo…
La mattinata prosegue con il medesimo risultato del pomeriggio precedente: tracce interessanti, senza che venga sferrato un attacco effettivo. Verso mezzogiorno Gianluca, al quale va il ringraziamento per aver condiviso la sua prima esperienza con noi, prende la via di casa. La restante parte del gruppo, dopo un ristoro con ciccioli, mozzarella di bufala e soppressata, ripartirà a pescare senza darsi per vinta.
Ancora prima di salire a bordo, Simone in un tentativo sottosponda, slama un lucciotto sotto i piedi, mentre una volta partiti dopo pochi minuti un bel pesce mangia sul crank di Stefano lasciando dei bei segni sull’artificiale, ma riuscendo ad evitare le ancorette. A metà pomeriggio rientriamo con un po’ di amaro in bocca, appagati dallo scenario che il lago offre, ma non dalle catture: ma qui ci si ritornerà presto e l’incontro con il luccio è solo rimandato alla prossima occasione![/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column]
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