Sono ormai diversi anni da quando ho deciso per la prima volta di provare a praticare questa pesca, il carpfishing in cava appunto.
In questo articolo, parlerò quindi di quello che è per me questa pesca e di quello che in questi tre anni ho imparato riguardo alla ricerca di grosse carpe, amur e quando capita qualche storione. Ci tengo a sottolineare che come tutte le pesche, anche il carpfishing di regole ne ha ben poche. O meglio, qualcosa da sapere c’è ma poi ognuno è libero di praticare qualsiasi pesca come meglio crede, pertanto quello che state andando a leggere, non è vangelo.
ATTREZZATURA
Le canne che solitamente si prediligono per la pesca in cava variano di lunghezza dagli 11 ai 13 piedi per un libraggio che varia circa dalle 2/2.25 lb alle 3.5lb abbinate a mulinelli che in base alle necessità di lancio possono variare da un 5500 ad un 8000, anche se spesso vengono presi in considerazione mulinelli di taglia superiore. I fili che vengono più spesso caricati su questi mulinelli variano da diametri dello 0.35 mm fino a raggiungere lo 0.50 mm. La scelta del filo da caricare in bobina e dunque della lenza madre, è spesso condizionata dal regolamento della cava in cui si pesca ed ancor più quando ci ritroviamo a pescare in una cava privata.
Oltre a canna e mulinello, componenti essenziali per ogni tipologia di pesca, per il carpfishing in particolare dobbiamo munirci di piombi ami e filo per il terminale,. Vien da se che la montatura sarà dunque semplice e veloce da effettuare.
Parlando di piombi, possiamo distinguere questi in due categorie: piombi in-line e piombi a perdere. Le grammature più utilizzate variano dai 60 ai 120/150 gr. .
Per costruire terminali la mia scelta ricade sempre su fili trecciati di diametri tra lo 0.20 e lo 0.25 mm. Ma si tratta di una scelta che varia in base ai gusti del pescatore, sia in termini di trecciato che di nylon. L’amo che si monta sul terminale è anch’esso di misura molto variabile in base alle esigenze ed alle scelte del carpista. Solitamente si utilizzano ami di taglia che varia dal n.2 al n.8, barbless o meno sempre a seconda delle regole del lago.
Oltre a queste semplici cose per poter affrontare una veloce sessione di carpfishing sono necessari un picchetto sul quale montare un avvisatore, un materassino o culla ed un capiente guadino preferibilmente a maglia fine.
ESCHE ED INNESCHI
Le esche, le pasture e gli inneschi che si possono utilizzare nel carpfishing sono veramente un’infinità, dalle boiles al pellet a tutti i tipi di granaglie a questa pesca dedicati.
La mia scelta ricade spesso su esche economiche e molto semplici quali il mais, il pellet e qualche chilo di boiles solitamente fruttate. Esche che fino ad ora mi hanno permesso di catturare pesci di tutto rispetto. Come si suol dire “poca spesa, tanta resa” perché alla fine il carpfishing, non è una pesca che ci obbliga a spendere enormi cifre in esche e pasture.
Anche per quanto riguarda gli inneschi, ne esistono un’infinità, dalle pop up alle palline bilanciate, inneschi veri, inneschi finiti e tante altre varianti. Io personalmente prediligo inneschi finti ben dippati così da evitare il disturbo da parte di tartarughe, gamberi e piccoli pesci. Palline e chicchi di svariati colori e dimensioni sono le fake baits che piu frequentemente, mi trovo ad innescare.
COME MANEGGIARE UN PESCE DOPO LA CATTURA
Come già detto, essenziali nel carpfishing sono un capiente guadino ed un morbido materassino così da poter arrecare al pesce meno danni possibile nella fase di slamatura e durante la foto di rito.
QUALI PESCI POSSIAMO INSIDIARE?
I pesci che possiamo insidiare pescando in cava a carpfishing, non sono solo carpe e amur ma spesso capitano anche pesci magari “fuori target” che però ci riempiono ugualmente di soddisfazione.
Nel periodo caldo, dal post frega delle carpe in poi per intenderci, i pesci si “svegliano” un po tutti e così, soprattutto pasturando con esche di diametro abbastanza sottile, non mancano catture come breme, tinche, gatti e carassi, oltre ai pesci di taglia che sono ovviamente il target di ogni carpista. Nel periodo freddo al contrario il metabolismo dei pesci cambia. Quelli che il carpista chiama “pescetti” non disturbano più l’azione di pesca. Le partenze e i “bip” si dimezzano. Quando d’inverno abbiamo una partenza i casi sono due: combattimento con una carpa oppure faticosi combattimenti con storioni. Pesci, questi ultimi, stupendi e che mettono a dura prova attrezzature progettate per catturare principalmente carpe ed amur.