Durante l’edizione 2020 del Carpitaly svoltosi a Gonzaga, si è tenuta una conferenza stampa denominata Bracconaggio 2.0: la mafia del pesce. Un evento organizzato dalla Fipsas in collaborazione con la Fiera Millenaria di Gonzaga, per parlare delle attività internazionali di contrasto al bracconaggio ittico nel 2019 tra Italia, Romania, Francia, Spagna ed Ungheria.
La denuncia: “Nei paesi dell’Est, il pesce viene commercializzato in barba alle più elementari norme sanitarie” . Queste le parole, per la Romania, di quattro rappresentanti delle istituzioni che hanno organizzato e condotto le indagini e i blitz eseguiti nel 2019 contro l’organizzazione internazionale dedita alla pesca di frodo.
Ed ancora: Nell’operazione sono state arrestate 40 persone con un maxi sequestro di 6 tonnellate di pesce, oltre a documentazioni false, attrezzature e 169 perquisizioni. L’operazione “Bracconieri senza frontiere” è scattata grazie ad alcune segnalazioni ed è partita proprio dall’Italia, specie dalle province di Rovigo, Padova, Ferrara e Varese….Il Po è di gran lunga il più colpito, ma il fenomeno si è esteso anche a Roma (sul Tevere e nel laghetto Eur) e nel Meridione dove i bracconieri hanno depredato le acque.
I bracconieri sono organizzati in vere e proprie “squadre d’attacco”, ma sono numerosi anche i soggetti che si muovono singolarmente. Si stima che mediamente ogni gruppo sia in grado di smerciare due carichi a settimana da 20 quintali ciascuno di pescato che in gran parte finisce sul mercato romeno con profitti altissimi.
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