In questo periodo di restrizioni molti di noi trascorrono del tempo a sistemare e pulire le attrezzature di pesca, per cercare di attenuare la nostalgia che ci pervade e che solo chi è pescatore può capire. Approfitto di tutto questo tempo libero per raccontarvi della “mia” apertura alla trota 2020 sul Fiume Tirino, in provincia di Pescara.
L’apertura, per molti pescatori, è il primo appuntamento importante, in ordine calendariale. Vivo a Roma e l’apertura alla trota nella mia regione si è svolta il 23 Febbraio. Ogni Regione emana il proprio calendario ittico con le date di apertura e di chiusura. Per scelta personale non sono andato. Vedere i fiumi dove sono cresciuto abbandonati a se stessi mi rende davvero triste. Ho preferito aspettare la settimana seguente e spostarmi in Abruzzo. L’apertura è per me un momento di relax, di festa e di contatto con la natura al 100%.
Il Fiume Tirino
Come capita ormai da molti anni, credo undici, l’ho trascorsa sul bellissimo Fiume Tirino, uno dei fiumi più puliti d’Europa. Le caratteristiche di questo fiume che mi hanno fatto letteralmente innamorare sono diverse. Come già detto, la qualità delle sue acque, ma anche la capacità di restare pulito dopo abbondanti piogge e nevicate. Ed ancora, il livello del fiume risulta sempre stabile e la presenza di trote di grossa taglia (come dimostra questo video amatoriale che ho fatto il 22 Febbraio https://youtu.be/8STtxdWD5U8).
Il fiume è diviso in vari tratti e, ci tengo sottolinearlo, tutti ben gestiti! Ormai sono legato alla “Famiglia A.I.L.P.S.” e sin dal primo giorno mi sono trovato bene malgrado fossi un “forestiero”. Il tratto in concessione all’Associazione è tenuto in maniera maniacale: erba tagliata neanche fosse un giardino di una villetta a schiera, sponde agibili anche per i più piccoli, molti controlli e ripopolamenti regolari.
Bussi sul Tirino
Quest’anno la squadra che è partita da Roma è stata numerosa, ho convinto anche i più scettici! Ci siamo divisi in due gruppi: il Sabato siamo partiti io, Roberto (che ormai conosce il fiume in maniera maniacale) e Daniele (per lui è stata prima volta su questo fiume). La domenica ci hanno raggiunto mio cugino Alessio (che da molti anni non veniva sul Tirino) e Giordano (debuttante anche lui su questo fiume). Sabato mattina siamo partiti presto per pranzare sulle rive del fiume, alle 10.00 già eravamo in auto, destinazione Bussi sul Tirino. Dopo circa un’ora e trenta minuti siamo giunti nel bel paesino di Bussi. Piccola sosta al supermercato per i panini di rito per poi passare all’ostello dove avremmo dormito a ritirare le chiavi.
L’ostello si trova proprio sulle sponde del Tirino, nel tratto cittadino e dalle finestre si può ammirare questo spettacolo della natura. Una volta prese le chiavi siamo corsi subito sulle sponde! Tra un boccone e una bevuta abbiamo percorso tutto il tratto perchè era impossibile restare fermi a guardare. Avremo visto 30 trote, forse 50, non le ho contate ma erano tante ed alcune davvero grandi, credo sui 3/5 kg. Chi non è mai stato sul Tirino resterà scettico ma fidatevi, ci sono esemplari enormi!
Regolamento di pesca
Finita la passeggiata, carichi come non mai, siamo andati a ritirare i permessi della regione Abruzzo e del tratto in concessione A.I.L.P.S. La sede A.I.L.P.S. è nel centro di Bussi. Arriviamo e come sempre è stata una festa, perché l’apertura è una festa. Tra la compilazione di un modulo ed un caffè, ci hanno informato sulle principali novità del 2020. Per noi pescatori la novità più importante è una: da quest’anno la pesca è consentita solo con amo singolo senza ardiglione. Questa nuova regola vale per tutti, sia per chi pesca al tocco, sia per chi pesca a spinning. Nel 2019 c’era una regola simile che permetteva l’ardiglione schiacciato, ora eliminata.
Fortunatamente noi cinque peschiamo sempre con ami senza ardiglione e non ci ha colti impreparati. Dopo una bella chiacchierata siamo andati a passeggiare nel tratto cittadino. E’ inutile dirlo: questo fiume è bello ovunque. Quando il sole è iniziato a calare ci siamo diretti in camera, doccetta veloce e poi a cena. Sul dove cenare non c’erano dubbi: dal nostro amico Marco, proprietario del ristorante Lo Zio Barrett. Una volta giunto al ristorante distante 300/400mt dall’ostello, ho notato subito che è stato completamente stravolto, prima era un bel locale mentre adesso è davvero uno spettacolo! Una volta entrati ci siamo subito sentiti a casa, l’accoglienza abruzzese è sempre calorosa. Dopo i saluti di rito siamo passati subito a discorrere di cibo.
Piatti tipici abruzzesi
Abbiamo spiegato a Marco il desiderio di mangiare rigorosamente carne e lui senza giri di parole ci ha tranquillizzato con un: ci penso io! L’antipasto della casa è arrivato subito dopo, seguito dal piatto forte: arrosticini e carne mista. Non ho parole per descrivere il sapore di quella carne, semplicemente deliziosa. Abbiamo chiuso la serata con un eccellente genziana. A tavola l’argomento è stato solo uno: la pesca! Mentre ci gustavamo le delizie abruzzesi scioglievamo gli ultimi dubbi. Avevamo visto nuotare nel fiume molte trote e questa cosa aumentava l’adrenalina. L’ora dei saluti è giunta presto, verso le 21.30, abbiamo ringraziato Marco ed il suo staff per l’eccellente accoglienza, sicuramente non mancherà occasione per tornare a trovarlo prossimamente Giunti in ostello abbiamo impostato le sveglie alle 4:30 e poi tutti a dormire!
L’inizio dell’apertura
Il giorno dopo eravamo in piedi già dal primo suono della sveglia. Ci siamo vestiti e lavati velocemente. Saliti in auto con 4/5 minuti abbiamo raggiunto il tratto A.I.L.P.S., erano circa le 5:00.
Sul fiume già c’erano diverse persone, noi tre ci siamo posizionati in modo da pescare vicini. Eravamo così attrezzati: Roberto solo la canna da spinning, Daniele canna da spinning e canna al tocco ed io spinning e canna con galleggiante da 10gr. Rispetto alle precedenti annate non faceva così freddo, il Tirino in linea d’aria non è distante dal Gran Sasso quindi l’aria è sempre fresca. La stagione invernale è stata molto mite, a tratti primaverile.
Il sabato precedente, quando siamo stati sul Tirino per il ripopolamento (articolo del ripopolamento 2020 CLICCA QUI), aveva fatto molto caldo e così abbiamo preferito vestirci a “strati”. La giornata, però, si prospettava nuvolosa, molto ventilata e più fredda delle giornate precedenti. Guardandomi intorno ho visto la sponda popolarsi minuto dopo minuto, si respirava aria di “riapriamo le danze”. Alle prime luci del mattino abbiamo iniziato a pescare. Dani e Rob sono partiti a spinning ed io con il galleggiante, innesco verme.
Dopo circa mezzora mi sono reso conto che la giornata non era “facile”. I pesci pescati erano rari rispetto al solito e rispetto alla quantità di pesce presente nel fiume. Intorno alle 8:00 sono arrivati Giordano ed Alessio. Gli ho spiegato subito che sarebbe stata una giornata difficile. Abbiamo iniziato a roteare le tecniche, gli inneschi e gli artificiali, ma trote zero. Ho camminato lungo la sponda chiedendo agli altri pescatori come stesse andando… era dura per tutti. Ho pensato subito che i pesci non erano abituati a vedere e sentire tutta la gente dell’apertura. Mi preme dirlo che non era un “mercato”, ma sicuramente dopo mesi di chiusura totale, mesi di silenzio, questi rumori e le luci sulle sponde potevano aver disturbato le trote. Anche i pescatori più forti della zona erano un po’ in difficoltà.
Mentre passeggiavo sulle rive ho notato la presenza di tanti bambini e ragazzi giovanissimi, erano davvero molti! Mi sono soffermato a salutarli. Quando li vedo pescare mi fanno ricordare le prime aperture con mio padre che mi portava sul Fiume Nera, in Umbria, già a 5/6 anni. Noi intanto, sempre molto testardi, abbiamo continuato a pescare, ben sapendo che il pesce era tanto e poteva abboccare da un momento all’altro. Ci siamo poi divisi distribuendoci sul tratto. E’ passato anche il presidente e tutto lo staff per il controllo di licenza e permessi.
Spinning
Ripresi la pescata dedicandomi molto allo spinning con i vari minnow, quelli che solitamente mi regalano soddisfazioni su questo fiume. Più camminavo più pensavo “non è possibile!” “ ma dove sono finite!”. Se non le avessi viste il giorno prima, avrei pensato in un fiume povero di pesce, ma queste condizioni capitano sul Tirino. Questa situazione è favorita da una sponda non “pescabile”, molto selvaggia, la vegetazione occupa gran parte della superficie del fiume favorendo il nascondersi dei pesci.
Pesca a galleggiante
Verso le 10:00 ho posato lo spinning e ho preso la mia 7m con il galleggiante nonostante sapessi che per affrontare il tirino occorrono teleregolabili più lunghe. Ho iniziato a pescare a passata con una lenza semplice: 10 gr di galleggiante, 6 gr di torpilla a un 80cm dalla girella, una serie di pallini del 4 e del 1 (che muovevo in base alle mie esigenze), finale dello 0,16 e amo del 10. Innesco sempre rigorosamente verme. Demoralizzato, mi sono fermato su un punto comodo a pensare cosa potessi cambiare. Nel frattempo passavano amici, anche loro un po’ sorpresi dalla poca reattività delle trote. Mentre ero perso nei miei pensieri notai che il galleggiante si era fermato… 4/5 secondi e lentamente sparito… ho ferrato prontamente e ho visto staccarsi dal fondo una Trota Fario di dimensioni importanti!
Il combattimento è avvenuto a centro fiume, su un tratto dove l’acqua non era altissima. Il pesce, che ho stimato superiore al chilogrammo, era davvero agguerrito e quando provava a girarsi mostrava la livrea color oro della pancia. Il finale dello 0,16 mi ha permesso di combattere con una certa tranquillità. La trota non mollava, la canna era curva, i brividi che mi mancavano da settembre erano finalmente tornati! E’ andato tutto bene fin quando la trota in un secondo ha tagliato il fiume arrivando sotto la mia sponda per infilarsi in un grosso incaglio che non avevo tenuto in considerazione. In pochi istanti il mio filo è rimasto attaccato al tronco sommerso e la trota ha scodato e si è slamata.
Sono rimasto di ghiaccio, senza parole. Stranamente senza dire neanche una parolaccia! Sono rimasto qualche minuto un po’ frastornato, incredulo su quanto mi era appena accaduto. Nella mia testa rimbombava il pensiero: “neanche un neofita perde un pesce del genere in questa maniera!”. Ho commesso un errore troppo evidente dovuto alla ruggine invernale. Sconsolato, ho preso la mia attrezzatura e sono tornato dai ragazzi per raccontare l’accaduto. Loro nel frattempo avevano iniziato ad avere qualche cenno di attacchi sullo spinning. Per distrarmi ho deciso di andare a prendere i panini per tutti insieme ad Alessio e Giordano.
Giornata Difficile
Al nostro ritorno Rob e Dani ci hanno raggiunto sulle panchine adiacenti il fiume e abbiamo pranzato. Questa piccolo briefing ci doveva servire anche per schiarirci le idee. Capii dagli sguardi di tutti che eravamo abbattuti, dopo aver visto tutti quei pesci il giorno prima non pensavamo ad una domenica così scarna. Forse avevamo dimenticato che il fiume non regala nulla. Ci hanno poi raggiunto il Presidente Nicola con i suoi collaboratori Paolo e Biagio. Loro hanno passato l’intera mattina sul tratto in concessione a fare i controlli senza pescare. Io li stimo immensamente per come dedicano tempo e anima al fiume. Se l’apertura qui è ancora una festa è anche merito loro!
Ho chiesto al Presidente se tutto era andato per il verso giusto e lui mi ha risposto soddisfatto. Abbiamo parlato un bel po’ e tutti e tre hanno confermato che il pesce era più diffidente del solito. Alla fine abbiamo mangiato tutti insieme. Che bella l’apertura! Risate, arrosticini e ancora tante risate! Mentre il presidente ed il suo staff hanno continuato a festeggiare, noi della squadra abbiamo ripreso in mano le nostre canne. Siamo ripartiti sempre carichi con in più la consapevolezza che potevamo sbloccare la situazione.
Pomeriggio di Ricerca
Dani ha ripreso la pescata al tocco, era difficile affrontare un fiume così per lui che non lo ha mai frequentato. Rob ha ricominciato a spinning, provando dei rotanti più piccoli mentre io ho ripreso con il galleggiante. Anche Ale e Giordano hanno ripreso a spinning, provando dei piccoli minnow. Avevamo ricaricato le pile! La sponda si era svuotata, molti pescatori abitano in zona e per pranzo avevano raggiunto le famiglie. Io ed il mio galleggiante siamo andati dritti su un punto con più acqua e la corrente leggermente meno forte. Mentre camminavo ho scorto delle trote, ma erano apatiche, infastidite. Ho Innescato un bel verme e ho iniziato le passate ma niente.
Mi sono spostato sul tratto senza risultati. Mi sono poi fermato alla fine del tratto e ho poggiato per terra l’attrezzatura da spinning perchè la stanchezza iniziava a farsi sentire. Avevo finito le idee così ho deciso di fare passate sotto un grosso salice. Ho aumentato l’appoggio sul fondo e ho iniziato una trattenuta più estrema e lenta. Dopo 5/6 passate il galleggiante in maniera delicata è scomparso dalla superficie! La ferrata è stata decisa e la canna si è curvata!
La cattura
Ancora una grossa fario. Mi sono guardato intorno per non commettere lo stesso errore della mattina e, a parte un rovo lontano, non ho notato altri pericoli di incaglio. Il pesce, combattivo come non mai, mi ha fatto salire l’adrenalina a livelli massimi. Avevo il cuore che batteva forte. Dentro di me mi ripetevo: “Vale questa non la perdiamo!”. Il combattimento si è svolto principalmente a centro fiume. Non ho forzato ma neanche ho voluto dare troppa frizione. L’ho gestita sempre con molte accortezze e quando scodava vedevo i sui colori spettacolari. Tutto è andato per il verso giusto fino a quando mi sono girato e ho notato che il mio guadino si trovava a 6/7mt da dove stavo pescando.
Questa situazione all’inizio mi ha infastidito ma sono riuscito a gestire la situazione avvicinandomi a piccoli passi verso il guadino. Il pesce stava mollando, ma a dire la verità mi sentivo stanco anche io. Ho messo la testa del guadino dentro il fiume e ho aspettato il momento propizio per “copparla”. L’ho salpata e con un gesto un po’ istintivo usci un liberatorio “siiiiii!!”. E’ inutile raccontarvi la soddisfazione e la liberazione che ho provato dentro di me. A quasi 40 anni sono poche le cose che oggi mi danno ancora queste emozioni forti e spontanee! La pesai ed era 1,200kg di pura bellezza. Secondo me la trota slamata quella mattina era più o meno simile.
Giornata Difficile
Ho raggiunto i ragazzi sparsi sul tratto e felice come un bambino ho raccontato l’accaduto! I ragazzi dal canto loro avevano avuto diversi attacchi e un paio di trote slamate, complessivamente non era proprio il nostro giorno fortunato. Nonostante fosse una giornata difficile non avevamo minimamente voglia di lasciare il fiume tanto era il desiderio di pescare in questa apertura Abbiamo girato tutto il tratto, dalle sorgenti alle paludi, le trote si vedevano ma il clima freddo non favoriva l’attività delle trote. Mi ricordo che le trote erano apatiche anche sull’Aniene quando il vento era forte. Sarà un caso? Non ho una risposta, ma inizio a pensare che ci possa essere qualche correlazione. Quando il sole ha cominciato a calare ed il freddo aumentare, è giunto il momento del rientro a casa. Daniele, Roberto ed io che viaggiavamo insieme abbiamo salutato Alessio e Giordano e siamo montati nelle rispettive auto.
Durante il tragitto abbiamo fatto diverse considerazioni, il confronto serve sempre per migliorare. I dati oggettivi sul pesce sono stati che, anche se le trote erano molto numerose, non rispondevano alle sollecitazione delle esche, in modo particolare dello spinning. Una riflessione fu fatta anche sul clima, dopo giorni e giorni con temperature primaverili avevamo beccato una giornata non freddissima ma comunque invernale con molto vento e temperature più basse. L’ultima analisi fu che essendo il primo giorno di pesca dopo mesi di chiusura il pesce ne aveva risentito. I molti pescatori sulla sponda avevano creato rumori, luci artificiali ed una situazione “diversa” dalla normalità, aumentando in maniera importante la diffidenza delle trote. Chiudo il racconto con un saluto al Presidente Nicola, lo staff A.I.L.P.S., tutti gli amici pescatori e vi ringrazio di cuore della bellissima giornata trascorsa insieme. Torneremo, spero molto presto, a calpestare le sponde del fiume Tirino!