Arriva direttamente dal Tar il semaforo verde all’abbattimento di 120 cormorani all’anno per contenere la popolazione nella provincia di Trento. I giudici hanno difatti respinto la domanda cautelare presentata da Lipu, Wwf e Pan Eppa che chiedevano la sospensione della delibera per il controllo del cormorano. Una deroga alla “Direttiva Uccelli” dell’Unione Europea, valida per il quinquennio 2020-2025. Il Tar di Trento ha valutato l’impatto devastante del cormorano sulle popolazioni ittiche autoctone di trota marmorata.
La direttiva europea sulla tutela degli uccelli selvatici prevede e disciplina i casi di possibile deroga al divieto generale di abbattere i cormorani. Il contenimento della popolazione con mezzi drastici come il prelievo può essere adottata per «prevenire gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca e alle acque».
Una decisione presa dalla Provincia alla luce dell’aumento esponenziale delle popolazioni del cormorano nell’area. Conseguentemente all’aumento dei cormorani, è risultata una sostanziale decrescita della trota marmorata, inserita tra le specie animali e vegetali d’interesse comunitario.
Negli ultimi cinque anni, la relazione del Servizio foreste e fauna della Provincia ha confermato una “significativa presenza di cormorani”. Sono stati contati circa 600 individui svernanti e 700 in alimentazione.
Alla deroga ha dato parere favorevole anche l’Osservatorio faunistico provinciale che ha evidenziato che gli interventi di dissuasione incruenti hanno un’efficacia limitata, anche a fronte di uno sforzo elevato e ha indicato l’abbattimento quale unico intervento diretto che può sortire qualche risultato. L’Ispra ha condiviso queste motivazioni con il vincolo però che il piano di abbattimento non superi i 120 esemplari.
Fonte – ladige.it