Annoverabile tra le tecniche di pesca definite moderne l’Eging è appunto quella categoria di pesca nata nel paese del Sol Levante che prevede la cattura di Cefalopodi come Calamari, Totani e Seppie; è sempre stata una tecnica di pesca accomunabile all’utilizzo della barca ma oggigiorno, con i cambiamenti climatici e l’evoluzione della tecnologia legata alla pesca, è possibile praticare la pesca in Eging anche dalla terra ferma.
Questa categoria ha sicuramente fissato in maniera definitiva i punti saldi da osservare per condurre un’azione di pesca proficua nei confronti dei cefalopodi, i quali, si differenziano tra essi per comportamenti ed habitat prediletti; mentre infatti il Calamaro preferisce frequentare acque di media profondità la Seppia invece predilige il fondale sabbioso; di conseguenza specificatamente diversa sarà l’attrezzatura che il pescatore dovrà utilizzare per insidiare l’una l’altra specie ittica.
QUALE CANNA SCEGLIERE?
La selezione dell’attrezzatura è molto importante per l’esito favorevole di una battuta di pesca in Eging, la canna deve essere resistente ed elastica allo stesso tempo, sensibile ma robusta tanto quanto serve per incassare al meglio le improvvise strattonate di prede importanti, deve essere dotata altresì di aneli idonei ad ospitare fili trecciati mai di diametri troppo elevati.
MULINELLO PERFETTO?
La scelta del mulinello è altresì importante, l’oggetto da selezionare deve recare una buona capienza in bobina, per ospitare fili trecciati o Nylon di discreto diametro, la misura 3000 è il giusto compromesso tra leggerezza e resistenza. Come appena accennato la scelta di un filo trecciato è quasi sempre la più frequente in questo tipo di pesca, trecciato possibilmente con buone qualità affondanti e con un carico di rottura mai superiore alle 8 lb.
IL MONDO DELLE TOTANARE
Per quel che concerne le esche possiamo ridurre il panorama di scelta ad una sola, classica tipologia di esca artificiale ideale per questa pesca, ovvero l’affidabile ed intramontabile totanara.
Ne esistono di varie colorazioni, luminescenti, ricoperte di tessuto setoso, di vari pesi e misure, l’importante è scegliere le combinazioni di dimensione e colore adatte a determinate condizioni ambientali. Oltre alla totanara “giusta” occorre conferire alla stessa il movimento “giusto” per far si che tale esca risulti quanto più possibile attrattiva ed appetibile per i Cefalopodi. Ad ampie e vigorose jerkate vanno alternati momenti di stasi dell’esca, momenti che devono essere più prolungati se si sceglie di cercare Seppie sul fondale, è proprio in quest’ultimo frangente temporale infatti che il calamaro o la Seppia attaccano l’esca. Una volta che l’invertebrato è all’amo il pescatore è tenuto a condurre un’azione di recupero delicatissima, senza mai forzare e lavorando molto di frizione, i tentacoli di un cefalopode potrebbero infatti spezzarsi, determinando la perdita della stessa preda.