Potrebbe sembrare una domanda banale, ma non è così. Diversamente dalla pesca al colpo, la tecnica con il pasturatore giunta in Italia grazie a Mario Molinari ha dei limiti. Di una cosa potete esserne certi: pescherete sempre appoggiati sul fondo. Certo, c’è l’eccezione dell’utilizzo di pasturatori galleggianti, ma quella è una variante non molto praticata.
Fiumi, canali, laghi e mare. Ovunque ci sia acqua, c’è potenziale materiale per pescare a feeder. Dovete solamente fare attenzione ad alcuni piccoli dettagli che ora vi illustreremo. Poche cose, forse singole per ogni ambiente.
LAGO NATURALE
Omettiamo gli ambienti commerciali. Sono posti studiati per garantire comodità e “facilita” di cattura al pescatore.
Nei laghi naturali la pesca a feeder si può facilmente praticare, ma dovete tenere sempre in considerazione la profondità e la tipologia di sponda. Se vi trovate in uno spot con 25 – 30 metri di profondità, potrete effettuare le catture senza problemi. Ne è un esempio il campo gara di Omegna, sul Lago d’Orta.
Il Problema dello Scalino
Fate però molta attenzione alla sponda. In particolar modo nei laghi prealpini lo scalino tende ad essere importante e, spesso, tagliente. Se il dislivello è netto, il rischio di tagliare il filo durante il recupero o incagliare il pasturatore nella gronda è molto alto. Un esempio possono essere molti spot del Lago di Como, del Lago Maggiore e del Lago di Lugano.
Sempre preferibile cercare degli spot con un fondale che degrada abbastanza lentamente, come nella parte sud del Lago di Garda oppure alcuni laghi della Brianza. Eventualmente, cercate di ovviare al problema utilizzando dei nylon di grosso diametro in bobina o il trecciato.
Fondali con Alghe
Un altro aspetto da non sottovalutare è anche la tipologia di fondale su cui si pesca. Che si tratti di laghi profondi o meno, possiamo trovarci in situazioni particolari dove il fondale è coperto da uno strato di alghe, tipo mucillagine, che nasconde l’esca. Questo è un problema che può sorgere in seguito ai primi caldi di stagione, nei mesi primaverili. In quel caso, potete anche smontare ed andare a casa.
Fondali Ciottolosi
Stesso problema dei fondali coperti di alghe. Se nella pesca al colpo si può tenere il terminale sollevato, questo non può avvenire nel feeder. Anche l’utilizzo di band’um o esche siliconiche galleggianti riscontra dei problemi. La presenza di ciottoli o sassi sul fondale può non solo nascondere l’esca ai pesci, ma rischiare anche di rovinare il terminale. Spot non impossibili da affrontare, ma è molto importante sondare bene il fondale prima di iniziare la sessione.
CANALI
Cementificati o naturali, i canali sono spesso la scelta migliore per delle pescate in comodità. In Italia abbiamo tantissime opzioni. Dai canali dell’Agro Pontino nel Lazio a quelli della pianura padana, sia lombardi, che emiliani o veneti.
Pesca Estiva
Si tratta di spot affrontabili prevalentemente nel periodo estivo. I classici canali di bonifica con sponda in terra tendono ad essere prosciugati da ottobre ad aprile. Fino a quando la richiesta idrica da parte dell’agricoltura è minima, l’acqua non scorrerà. Diversamente nei canali cementificati, le temperature basse tendono a spostare il pesce in zone dove possono trovare acqua più calda o, per lo meno, corrente con vegetazione. Un canale di cemento non presenta possibili rifugi per difendersi da uccelli ittiofagi, cormorani in primis.
Carpe, Carassi e Breme
Sono queste le specie predominanti che troverete nei canali italiani. Le carpe ed i carassi abbondano negli spot emiliani e della bassa mantovana, senza parlare poi di quelli del Pontino Laziale.
Sono il Veneto ed i canali ferraresi a presentare una maggioranza di popolazione ittica composta da breme. Il Circondariale Valle Lepri e tutto il Canal Bianco, a partire dall’estremo oriente della Lombardia, sono tappezzati di abramidi.
Come Pescare nei Piccoli Canali
E’ una pesca normalmente in acqua ferma o con corrente medio – lenta, salvo rare eccezioni. Le canne da undici piedi di lunghezza sono perfette in ogni occasione. Garantiscono affidabilità e gestione di pescate sia a corta distanza, che alla media distanza. Nei canali dell’Emilia, da Reggio a Bologna, sforando a Mantova, senza dimenticare quelli laziali, la larghezza massima difficilmente supera i 40 metri. Anzi, è più facile trovare canali da una trentina di metri, in cui le canne da 11 piedi sono a dir poco perfette.
Pasturatori da massimo trenta grammi, chiusi o aperti per bigattini incollati o sfusi e pastura dolce di colorazione nocciola. Terminali da 50 a 80 cm, ami del 16/18 e terminali da 0.14 mm. Altro non serve per i carassi.
In caso di carpe di grossa taglia, rare ma nemmeno troppo, è opportuno essere pronti con un assetto differente. La pesca in questo caso si effettua sulla sponda opposta, in prossimità delle canne palustri che tappezzano tutte le sponde. E’ necessario, se non obbligatorio, un assetto molto più cattivo per evitare che il pesce vada ad intanarsi tra le canne palustri. Terminali fino ed oltre gli 0.20 mm, esche voluminose e, perchè no, method feeder.
Pescate Lunghe
Circondariale Valle Lepri e Canal Bianco possono richiedere lunghezze maggiori nelle canne. La dodici piedi è la scelta più adatta, anche se lunghezze da 3.90 metri diventano indispensabili ad inizio e fine stagione per raggiungere le sponde opposte a 70 / 90 metri di distanza.
Munitevi di pasturatori fino a 50 grammi, preferibilmente semi aperti per evitare di perdere particelle di pastura o bigatti durante il lancio. In questo caso, cercando principalmente le breme, vi saranno utili terminali lunghi e diametri anche sottili. La pastura deve essere più scura rispetto a quella utilizzata per i carassi e le carpe. Preferibile un’aggiunta di un aromatizzante in polvere al caramello, come brasem o touche. Se invece non siete agonisti, il method è una interessante opzione per cercare di selezionare la taglia delle catture. Non solo breme, ma anche grossi carassi e carpe potrebbero farvi visita.
FIUME
L’ambiente naturale del feeder. Quando è arrivato in Italia nessuno avrebbe scommesso un centesimo che si sarebbe svolto per lo più in acqua ferma. Ma stiamo parlando di agonismo. Il pescatore, se deve andare a pescare a feeder, lo fa in fiume. Il target? Barbi, cavedani, pighi.
Fiume = Feeder
L’acqua corrente è la situazione perfetta per la pesca a feeder. Dovete solamente essere ben attrezzati con quello che può servire per mettervi in pesca. Senza scomodare lo specialist, di cui abbiamo già parlato e vi riportiamo l’articolo qua sotto, munitevi di canne da 13 – 14 piedi. La scelta spesso dipende anche dalla tipologia di sponda, che a volte può offrire spazio limitato di lancio. Servono attrezzi con azione decisamente strong, in grado di lanciare pesi anche fino ai 200 grammi. Se il vostro obiettivo sono i barbi, ricordatevi che la pesca si svolge prevalentemente in forte corrente.
Pasturatori
Il consiglio è di essere attrezzati con pasturatori da 80 a 200 grammi. Considerate le situazioni, a volte può essere preferibile utilizzare dei cage, mentre altre volte dei classici maggot feeder. Questi ultimi, preferibilmente a saponetta per essere più fermi sul fondale e non fare troppo attrito con la corrente.
Montature
Potremmo parlarvi di classico running rig oppure di una montature paternoster, ma preferiamo rimanere sul classico. Alla fine, la semplicità è sempre la scelta migliore. Un classico moschettone, un piccolo ferma filo in gomma, brillatura di 30 – 40 cm e girella. Volendo, si può variare con una piccolo bracciolo laterale a cui attaccare il pasturatore. Ma alla fine, meglio rimanere sul classico, tanto alla fine vedrete comunque le mangiate.
Pasturazione Classica
In fiume la scelta è a senso unico: bigattini e pastura salata a base di formaggio e pane. Nei negozi ne trovate di diverse marche a prezzi stracciati. Alla fine la pastura ha come principale funzione quella di creare un’area di richiamo. Saranno i bigattini a fare il resto, meglio se incollati per durare di più nel pasturatore.
MARE
Tutti abbiamo pescato almeno una volta in mare a ledgering. Avete letto bene, non parliamo di feeder ma di ledgering. Ancora prima che esplodesse in Italia nelle acque interne, tutti abbiamo utilizzato il pasturatore nella ricerca principalmente delle orate e dei pagelli. In questo particolare caso entriamo in un mondo vario e molto importante da analizzare. Non sarà questa l’occasione. Questa volta vi diamo una infarinatura molto generale.
Canne Robuste ma Sensibili
Il mare è un ambiente ostico. Può regalare grandi soddisfazioni e grandi delusioni allo stesso tempo. Il primo problema è che non potremo mai sapere cosa andremo ad attaccare. Da pesci di piccola taglia, fino a sorprese oversize.
Il casting può rimanere attorno agli 80 – 100 grammi, ma l’importante è che abbia un buon compromesso tra sensibilità di vetta e robustezza. Le mangiate dei pesci di mare, come possono essere le orate, a volte possono essere poco percettibili. Ecco perchè serve una certa sensibilità. Dopo di che, serve la riserva di potenza per guidare il pesce dove si vuole, evitando che vada in zone di scogliera, tagliando di conseguenza il terminale.
Terminali
Assolutamente il fluorocarbon. Il pesce di mare ha un’ottima vista. Non a caso il fluorocarbon è sempre consigliato in tutte le tecniche di acqua salata. Dallo spinning all’eging, fino al bolentino, è indispensabile. Misure? Beh, se andate al mare e non avete a disposizione una serie di misure, da 012 mm a salire, allora potreste avere un problema. Ami robusti in caso di utilizzo di esche particolari, come il granchio o la cozza, fino ad ami a gambo lungo resistenti per l’innesco di bigattini, orsetti e vermi vari.
Solo Bigattini?
Qualche azienda non sarà contenta di quello che scriveremo. Si, il nostro consiglio è di essere muniti di un buon quantitativo di bigattini e basta. La pastura potrebbe solamente portare nella propria area di pesca un numero infinito di minutaglia, che vi renderà la vita impossibile. Utilizzando la classica “ciccia”, avrete più possibilità di portare in scia begli esemplari di orata, pagello e mormora, oltre ad altre sorprese che il mare può sempre regalare.
CONCLUSIONE
Una veloce infarinatura dei vari ambienti di pesca l’avete avuta. Ora non vi resta che andare a pescare e farvi voi la vostra esperienza. E se magari doveste avere qualche dubbio, non esitate a contattarci alla mail info@fishingmania.it