Ormai, il problema dei cormorani sembra fuori controllo in diverse regioni d’Italia ma anche in Europa.
In queste ultime settimane, lungo tutto il bellissimo territorio del bellunese, grandi stormi di questi uccelli stanno facendo razzia di trote.
I cormorani non fanno distinzione di specie, e fanno man bassa anche di marmorate specie oramai protetta e a rischio di estinzione da diversi anni.
Sono passati oltre 3 anni dalla riunione intercorsa tra le associazioni di pescatori, che aveva prodotto una lettera documentata inviata alla Provincia per il contenimento e l’abbattimento di questi uccelli.
Ad oggi tale lettera è rimasta del tutto inascoltata. Così, passati gli anni, i cormorani hanno potuto proliferare indisturbati e invadere tutto il bacino.
«Si vuole tutelare il ripopolamento del Piave con la trota marmorata che è un animale autoctono. I pescatori hanno rinunciato a pescarla, ogni hanno c’è una spesa di 10 mila euro per immettere dai 30 ai 40 mila pezzi del fiume eppure ci ritroviamo con il corso d’acqua semivuoto di pesce. Mi chiedo dove stia la logica. Da quanto si può sapere, l’Ispra (Istituto per la protezione e la ricerca ambientale) si è messa di traverso sul tema degli abbattimenti, la Provincia non se la sente di forzare la mano, dal ministero non arrivano indicazioni», afferma il presidente del Bacino 10, Denis Zatta.
A quanto si apprende l’Ispra non vuole sentire ragioni riguardo agli abbattimenti perchè, il cormorano è una specie protetta, alla pari della trota marmorata.
Dalla Provincia e dal Ministero non arrivano indicazioni e quindi si rimane a non fare nulla e il grave problema rimane irrisolto.
«È un gatto che si morde la coda. Ad avviso dei pescatori la marmorata deve avere la precedenza nella tutela rispetto ai cormorani. Non foss’altro perché la presenza dei cormorani è recente. Non è un uccello caratteristico delle nostre zone, come ad esempio l’airone, che comunque fa molti meno danni del cormorano»
A tamponare i danni causati dai cormorani, sono intervenuti le associazioni pescatori che hanno effettuato qualche recupero ittico, che però non riesce a risolvere questo grave squilibrio ambientale.
FONTE: Corriere Delle Alpi | Caccia Passione