La Paganella, un gruppo montuoso situato ai piedi del massiccio dolomitico nella provincia di Trento. La caratteristica essenziale di questo territorio è la natura incontaminata, fra boschi dal sentore primordiale e piccoli laghi pittoreschi che, senza esagerare si possono definire tranquillamente fra i più belli dell’intero arco alpino.
In questa stupenda cornice naturale si trovano due piccoli laghi dalla bellezza quasi incantata: il Lago di Lamar e il lago Santo.
La morfologia dei laghi
I due laghi sono situati a poche decine di metri di distanza l’uno dall’altro ( ma probabilmente in passato erano un unico lago ), ad un’altitudine di circa di 700 metri, sono naturalisticamente collegati in maniera inscindibile, alle vaste e variopinte foreste di abeti e soprattutto secolari faggi che li contornano e si
specchiano, silenziosi, nelle loro antiche acque.
Un luogo che, sembra strano dirlo, fa passare la pesca quasi in secondo piano.
Il primo dei laghi che si incontra costeggiando la provinciale, è il lago Santo. Lungo 670 metri e largo 150 metri circa, con una profondità massima di una quindicina di metri, è il lago più grande dei due.
Proseguendo lungo la provinciale, si arriva alla fine della valle, la strada si interrompe e la macchina la si deve lasciare negli ampi parcheggi inseriti perfettamente nell’ambiente circostante. Proseguendo a piedi per qualche minuto, si raggiunge lo splendido e quasi fiabesco lago di Lamar.
Più piccolo rispetto al precedente, ha una lunghezza di 375 metri circa per una larghezza di 135 metri ( anche in questo caso con una profondità di circa 15 metri ), è immerso completamente in uno stretto canalone vallivo circondato da un bosco quasi incontaminato.
La caratteristica principale di questi laghi, che salta subito all’occhio arrivando sulle loro sponde, è indubbiamente la trasparenza e la qualità delle acque. Praticamente acque cristallina, che di certo non facilitano la vita di noi pescatori.
Le specie ittiche dei laghi
Entrambi i laghi vedono nelle loro acque la presenza di numerose specie di pesci, alcune di queste indice della indiscussa qualità delle acque.
Carpe, tinche, alborelle, scardole, cavedani, persici, trote e lucci che, come detto, grazie alle acque cristalline sembrano abbiano moltiplicato la loro astuzia dando molto filo da torcere anche ai pescatori più esperti.
Per concludere la carrellata delle numerose specie, possiamo anche dire che sono pescate anche delle anguille.
- Carpa80
- Cavedano80
- Tinca75
- Luccio75
- Persico reale70
- Trota fario60
- Scardola60
- Anguilla30
L’attrezzatura
Vista la nostra recente esperienza con la tecnica a spinning, parleremo in maniera specifica di questa. Chiaramente, vista la presenza di molte specie di ciprinidi, si possono praticare altre tecniche oltre a quella con le esche artificiali.
Siccome anche per lo spinning è possibile insidiare specie molto diverse tra loro, non è facile dare un solo riferimento per la miglior combo da portare con se. Dovendosi muovere per diversi km, un’attrezzatura non ingombrante e leggera, con esche mirate sicuramente è da preferire.
Spinning al luccio
Una combo medio-leggera che, a seconda delle preferenze del pescatore può essere sia in versione casting che spinning, è da prediligere alle classiche combinazioni per lanciare esche molto voluminose.
Una canna da 50 – 60 grammi può essere più che sufficiente, ricordiamo che l’acqua in questo caso è la nostra nemica indiscussa e grazie a questa gli amici esox possono riuscire a leggere anche il marchio dell’esca.
Quindi che esche usare? La differenza in questi casi potrebbero farla esche non voluminose, sia rigide che morbide.
Jerk di massimo 15 cm, shad e swimbait di ugual misura o di qualche cm più grande, spinner bait non troppo voluminosi, con colori molto naturali possono rappresentare la scelta vincente.
Insomma una presentazione più leggera e “delicata” possibile, potrebbe farci uscire da quella demoralizzante frustrazione che in questi laghi è la miglior compagna dei pescatori.
Tra i due laghi, meglio puntare sul lago Santo rispetto a quello di Lamar, perché ha sicuramente una concentrazione maggiore e una taglia media più elevata.
Spinning al cavedano, trota e persico
Il cavedano è una specie di pesce che già di per se è altamente sospettosa di natura, pensate in un ambiente dove possono vedervi a metri di distanza.
L’effetto sorpresa è la carta vincete che dobbiamo giocare, quindi un’attrezzatura light in grado di permettere lanci molto lunghi può essere la soluzione migliore.
Piccoli minnow galleggianti o shad montati su teste piombate leggere, presentati ad arte vicino ad ostacoli o lungo lo scalino della riva può farci pescare il jolly di giornata.
Da non lasciare a casa, in ogni caso, i classici rotanti di varie dimensioni e colorazioni, sempre gli evergreen della pesca a spinning.
Quindi, per tirare le conclusioni e dare un rifermento più preciso sull’attrezzatura possiamo dire che: una canna da spinning 5 – 21 g, un mulinello 2500 massimo, caricato con una treccia tra lo 0,06 e lo 0,10 configurano la combo ideale per affrontare questi laghi.
In questo modo possiamo tentare ( ed in questi specchi d’acqua è obbligo usare quel termine ), di insidiare i sospettosi cavedani, le trote, i persici e perchè no anche le scardole.
Regolamento e permessi
Questi laghi, in concessione all’Associazione Pescatori Dilettanti Trentini, proprio per tutelare al massimo la presenza del luccio autoctono, vige un regolamento particolare: misura del luccio 60 centimetri (ancora troppo poco!) e soprattutto, pesca con mono amo ed ardiglione schiacciato.
Il permesso giornaliero, può essere fatto nei negozi di pesca o anche in molte strutture alberghiere dedicate ed ha un costo di 15 euro per il giornaliero.
Come arrivare
Autostrada A22 Brennero/ Modena, fino al casello di Trento Centro. Immediatamente dopo l’uscita, proseguire lungo la statale per Riva del Garda, Monte Bondone, in direzione Terlago. Dal paese di Terlago, prosegure per circa una decina di chilometri, in direzione Monteterlago, Laghi di Lamar. La segnaletica stradale, anche per quel che riguarda i due laghi, è comunque molto chiara ed evidente, già dal paese di Terlago.
Conclusioni
Di certo, come già ribadito precedentemente, non sono laghi per tutti, neanche per i pescatori più esperti. I pesci totalmente selvatici, l’acqua in modalità vetro e la grande quantità di pesce foraggio, fanno si che il grande cappottone sia molto probabile. Ma non possiamo non consigliare, almeno una volta nella vita, di passare a fare due lanci in questi splendidi e incontaminati luoghi.