SPARI CONTRO STRANIERI SUL FIUME PO
Un agguato a colpi di fucile da caccia, di notte in mezzo al Po, da una barca ad un’altra. È quanto accaduto lunedì in tarda serata, poco dopo le undici, a Revere, poco distante dal circolo Canottieri, in via Ponte Vecchio di chiatte. A lanciare l’allarme sono stati due pescatori ungheresi, bersaglio dell’agguato, i quali sono rimasti feriti fortunatamente in modo lieve.
La dinamica dei fatti è ancora tutta da accertare, per tale motivo i carabinieri tengono la bocca cucita. Potrebbe trattarsi di una faida tra pescatori, forse pescatori di frodo di siluri, per la spartizione del territorio.
È noto che il Po di notte è attraversato da bande di predoni che pescano senza autorizzazioni gli “squali” dei fiumi. Numerose retate sono state compiute negli anni da Forestale, Finanza, guardie della Provincia che hanno sequestrato e denunciato i pescatori, quasi tutti ungheresi o romeni che smerciano il pesce nei mercati dell’Est.
L’altra notte, due uomini, entrambi residenti in Ungheria, 40 e 42 anni, poco dopo le undici hanno chiamato 118 e 112 sostenendo di essere stati aggrediti a fucilate mentre in barca si trovavano sul Po, davanti a Revere, poco distante dalla riva.
Gli spari provenivano da un’altra imbarcazione a motore, ormeggiata a qualche decina, forse un centinaio di metri, che dopo l’esplosione dei colpi, si sarebbe allontanata lungo il fiume, facendo perdere le proprie tracce.
Un’ambulanza è arrivata sul posto insieme ai carabinieri della stazione locale: i due uomini erano effettivamente feriti, ma colpiti solo di striscio dai pallini di piombo sparati da un fucile da caccia.
Sono stati accompagnati al pronto soccorso dell’ospedale di Pieve, medicati e subito dimessi entrambi con quattro o cinque giorni di prognosi.
Come si diceva, al momento c’è solo la testimonianza dei due uomini.
Se verrà aperta un’inchiesta sarà contro ignoti. Però tra i locali frequentatori del fiume non si esclude che si possa trattare proprio di un regolamento di conti fra bande rivali, o di un atto intimidatorio inteso forse a spaventare, a dissuadere dal solcare il Po in quel tratto. Le indagini sono in corso.