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APPLICAZIONE ALLA BOLOGNESE
Dopo aver spiegato come utilizzare la cozza nelle varie tecniche di mare, questa volta è il turno di un’altra eccezionale esca: il gambero. Ma come si pesca con il gambero? Diciamo che l’utilizzo non è poi così complicato, ma abbiamo pensato fosse utile a molti poter avere qualche delucidazione in più. Per prima cosa, basiamo questo articolo sulla pesca con il gambero utilizzando la bolognese.
La pesca con la bolognese, forse la più amata dagli italiani, anche se tra le più difficili da interpretare. A renderla difficoltosa sicuramente l’utilizzo di diametri sottilissimi ed ami piccoli in molti casi, anche affrontando le acque salate. Chi di noi non ha iniziato a pescare con il galleggiante? Siamo sinceri, è stato il nostro primo approccio alla pesca. Dalle prime uscite con nonno e papà in mare, fino al classico laghetto privato. Vedere il galleggiante che si muove e poi sparisce è un’emozione unica.
1° Fase – Recuperare il gambero
Come prima cosa bisogna procurarsi il gambero. Il consiglio è di andare di notte, nei punti calmi e senza risacca. Meglio tra le rocce di un anti murale, oppure ancora tra rocce naturali e gli scogli. Nei porti è opportuno “scandagliare” anche le insenature dei copertoni usati per proteggere le barche dalla banchina. Naturalmente è indispensabile l’utilizzo di una potente torcia ed un retino di piccole dimensioni, a maglie strette.
E’ molto semplice individuare i gamberi. Quando si illumina l’acqua, gli occhi del crostaceo brillano. Il punto più complicato è quello di catturarli. Sembrano fermi, ma al primo movimento sbagliato, sia del nostro corpo fuori dall’acqua, sia del retino sott’acqua, il gambero scappa con un repentino scatto all’indietro. Una volta recuperato il vivo bisogna mantenerlo in un secchio, cambiando regolarmente l’acqua, oppure usando un piccolo ossigenatore.
Fase 2 – L’attrezzatura da utilizzare
Come attrezzatura possiamo passare da una 5 mt ad una 12 mt. Non esiste un limite di lunghezza, tutto dipende dalle esigenze dello spot. Ciò che cambia è la montatura finale a seconda delle specie che vogliamo insidiare. Per la spigola c’è bisogno di fili in Fluorocarbon o sottilissimo, da uno 0.08 mm fino ad uno 0.12 mm (raramente 0.14 o 0.16). Se si è in cerca di orate e saraghi, il finale minore è lo 0.14 mm, arrivando ad esagerare fino ad uno 0.18 mm sempre in fluorocarbon.
In termini di ami si può optare sia ad un amo singolo nelle misure tra n.12 ed n.16 a gambo lungo, oppure un’ancoretta. In questo caso la misura si attesta attorno alla dimensione 16. Il gambero verrà appuntato su uno dei tre ami. È una pesca che si può fare sia di giorno, che di notte.
Il gambero è l’asso nella manica quando le prede sono diffidenti oppure quando l’acqua è troppo limpida. Utilizzando questo piccolo crostaceo si riesce a muovere le spigole nelle giornate che rifiutano il bigattino. Ma non solo spigole, perché il gambero è quell’esca apprezzata da qualsiasi specie ittica presente nei nostri mari.
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