Bracconieri della pesca del “dattero di mare”
Dopo tre anni di indagini, è stata sgominata un’associazione a delinquere dedita alla pesca illegale del “dattero di mare”. Sono 49 gli avvisi di garanzia emessi dall ’autorità giudiziaria ionica nei confronti di persone non solo residenti nella provincia tarantina.
Scoperto un vero e proprio commercio illegale, che ha prodotto un giro di affari di oltre un milione di euro.
Non solo pesca illegale. Ma anche danneggiamento irreversibile dell’ambiente costiero
La pratica di questa pesca illegale, ha portato al danneggiamento ed alla completa desertificazione di un’area di oltre 3000 metri quadrati. Tale area è compresa tra la TCT, la scogliera in località Lido Azzurro e quella di San Vito.
Flora e Fauna a rischio
La Guardia Costiera riferisce che, “così come accuratamente riportato nell’esauriente consulenza scientifica redatta dal CNR di Taranto, in che modo l’impatto prodotto dalla pesca del dattero – che rientra per legge tra le specie protette – abbia ripercussioni gravissime non solo sulla stessa specie, a causa del continuo assottigliarsi dei popolamenti dovuto ai prelievi indiscriminati che abbassano il tasso di riproduzione, portandolo all’estinzione, ma anche sulla fauna e la flora bentoniche esistenti, le quali vengono quasi azzerate con devastanti conseguenze a carico delle biocenosi che abitano le pareti rocciose. Tutti gli organismi che crescono sulle rocce e che sono alla base delle catene alimentari vengono in questo modo distrutti, e la scomparsa di alghe ed invertebrati comporta preoccupanti e irreparabili conseguenze sulla biodiversità, sulle reti trofiche ed, in generale, sul funzionamento dell’ecosistema. Infatti la distruzione induce l’allontanamento delle specie ittiche, costrette a migrare in luoghi ancora integri per rifugiarsi ed alimentarsi…..”
Fonte e approfondimento Cronache Tarantine: https://bit.ly/2vwoquy
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