FEEDER IN MARE – ORATE SARDE
Sono molti i modi per rendere piacevole un giorno di festa. Personalmente ritengo ce ne siano alcuni in particolare, come trascorrere il giorno festivo con la famiglia e gli amici o trascorrerlo a pesca, oppure ancora trascorrerlo a pesca in compagnia della famiglia e degli amici. La prova di questa personalissima convinzione mi viene direttamente da questo mercoledì 25 aprile appena trascorso.
Nel giorno della Festa della Liberazione una volta abbandonato il pensiero di dover andare a lavoro e con un meteo straordinariamente invitante è venuta in automatico l’idea di passar qualche ora sul panchetto, con la canna sul feeder arm e gli occhi incollati sul vettino. L’idea è divenuta ancor più allettante quando la decisione è stata verso il feeder in mare. In particolare verso l’ambiente portuale dell’Oristanese. L’obiettivo dichiarato è fin da subito unico e definito, pescare un’orata con la tecnica del feeder. Poco importa se la taglia non sarà da big, l’importante è riuscire ad avere prova della bontà della tecnica verso il pregiato sparide.
La sessione è di alcune ore a partire dal primo pomeriggio e fino a poco prima del tramonto. Il mare è praticamente piatto e soffia un leggerissimo vento da sud che poi pian piano cambia fino a diventare una leggera brezza di maestrale.
Sul piatto delle esche sono presenti gli immancabili bigattini, utili sia per la pasturazione che per l’innesco. Non manca un buon quantitativo di sfarinato del tipo fondo mare e dei vermi koreani, di quelli di generose dimensioni.
IMPOSTAZIONE DI PESCA
Per questa sessione di feeder in mare parto con una canna da 13 piedi ad azione light e vetta da 1 oncia. Il mulinello è di taglia 5500, caricato con uno 0,22 mm diretto perché il lancio non è a più di 30 metri ed i pasturatori non superano i 25 grammi. La montatura è composta da un running rig con un lungo terminale da 1,5 – 2 metri da 0.14 mm ed un amo del n.12. I pasturatori utilizzati sono un cage per lo sfarinato ed un classico block end per i bigattini.
Inizio a fare il fondo con abbondante sfarinato e a seguire bigattini. Le prime tocche della minutaglia, principalmente sparli, arrivano già dopo i primi lanci e questi sono prontamente rilasciati. Mentre la vetta segnala puntualmente tutto ciò che accade sul fondo, ad un certo punto alle timide tocche di pescetti da 40 grammi si sostituisce una netta e decisa piega seguita da una bella partenza. Dopo la ferrata il combattimento è piuttosto divertente e interessante, anche se mai al limite. La preda prima di arrendersi a guadino sfoga tutta la sua combattività. E’ lei, l’orata, che significa obiettivo raggiunto!
Nella speranza di qualche altro pezzo di buona taglia, visti i buoni presupposti, l’azione di pesca continua alternando sul feeder pastura e bigattini e innescando koreani interi con l’apposito ago. Numerosi gli sparlotti ferrati e rilasciati fino a che una mangiata, totalmente diversa da quella precedente, prima timida e incerta, poi decisa e potente permette di incannare un bel cefalo dorato. Altro combattimento con un fiero lottatore di porto, altro pesce a guadino e altra dose di divertimento.
La soddisfazione per la giornata c’è già a dire il vero, qualche altro pescetto e nulla più. L’esca pian piano finisce, come pure la pescata. E’ ora di smontare e di dare appuntamento alla prossima giornata di festa, magari a pesca, magari in compagnia della famiglia e degli amici.