INTERVISTA A GIOVANNI MARRANZANO CAMPIONE ITALIANO MASTER PESCA AL COLPO
Il 28 agosto sarà una data che Giovanni Marranzano si ricorderà per diverso tempo in quanto coincide con la prima grande vittoria a livello individuale da lui conseguita, ovvero il titolo di campione italiano di pesca al colpo nella categoria master. Una categoria, questa, che nel corso degli anni ha visto sempre più agonisti partecipare, innalzando sempre più il livello del campionato. Questo perchè nei master ovvero gli over 55 anni partecipano agonisti che hanno fatto la storia della pesca italiana negli anni 70, 80 e 90. Quest’anno la vittoria è andata a Giovanni Marranzano, agonista milanese che da ormai venticinque anni gareggia nella Cannisti Cesanesi Milo, una vera e propria famiglia per lui come potrete leggere nel corso dell’intervista. Intervista che abbiamo effettuato proprio nel negozio di riferimento della Cesanesi cioè Frigerio Pesca a Cesano Maderno.
Prima cosa, complimenti. Escluso il primo week end del Lama dove sei uscito con due quarti posti, hai fatto un campionato strepitoso nelle ultime quattro prove, recuperando punti su punti e chiudendo con due vittorie di settore in un difficilissimo Spinadesco. Però, come mi hai detto privatamente prima della registrazione dell’intervista, non hai realizzato subito cosa avevi fatto. Solo dopo hai realizzato effettivamente che sei diventato campione italiano nella categoria master.
E’ un risultato talmente importante che mi sono reso conto solamente dopo qualche giorno del risultato che ho conseguito la domenica appena passata. Sembrerà strano, ma non è affatto semplice pensare e realizzare che ti sei laureato campione italiano nella propria categoria. Un titolo tricolore che a ripensarci di continuo regala una serie di soddisfazioni e che si tratta solamente di un inizio. Questo perchè la vittoria del campionato italiano non è la fine di un percorso, ma l’inizio di un nuovo viaggio. Un viaggio che ha nuove destinazioni, a partire dagli “sfidini”, se vogliamo chiamarli così, con la vecchia nazionale ed i primi della classifica per la formazione della nazionale 2017. Un viaggio che ti offre per certo un posto nella squadra che il prossimo anno andrà in Serbia per giocarsi un campionato del mondo, in quanto campione italiano. Voglio però essere chiaro che questo non significa che mi adagerò, anzi, continuerò a prepararmi perchè io voglio andare in Serbia per merito, da protagonista. Voglio dimostrare che questa vittoria non è casuale e negli sfidini azzurri se ne accorgeranno tutti.
E’ stato un campionato molto lungo, faticoso e molto combattuto. Negli ultimi anni in moltissimi si sono iscritti a questo campionato. Tu ritieni che il livello sia cresciuto molto rispetto a prima, considerando anche che hanno abbassato i limiti di età a 55 anni?
Preparazione ed impegno. Queste è ciò che contraddistingue i partecipanti a questo campionato italiano categoria master. Non si tratta di pescatori sprovveduti, bensì di gente esperta che ha pescato per molti anni prima. Tutti sanno quello che fanno e tutti sono molto aggressivi fin dall’inizio.
Sei prove, tre week end di gara, tre campi gara. Avete iniziato al Cavo Lama, proseguito a Corbara e concluso per l’appunto sul Canale Navigabile a Spinadesco. Il tuo campionato ha avuto un inizio in salita dopo le prime due prove. Poi cosa è successo?
Effettivamente non ho avuto un grandissimo inizio, anche se alla luce dei picchetti in cui sono stato sorteggiato bisogna ammettere che sono stati due risultati d’oro. Personalmente puntavo molto sulle prove del Cavo Lama, un campo gara che conosco molto bene avendoci pescato diverse volte negli ultimi dieci anni. Purtroppo però non avevo fatto i conti con il fattore sorteggio. Prima prova, picchetto dieci del primo settore. Ultimo del settore A con gli esterni di campo gara. Non mi sono demoralizzato e ho pescato come da impostazione, portando a casa un importante quarto posto. Seconda prova, picchetto sei del settore terminale. Ecco, non avrei mai immaginato di capitare per due volte in due giorni nei settori esterni in picchetti interni. Superata la rabbia iniziale per questa botta di sfortuna, ho abbassato la testa e mi sono rimesso a pescare come il giorno precedente, portando a casa un altro importantissimo quarto posto. Dopo di che siamo passati al secondo week end di gare al Bacino di Corbara. Un campo gara bellissimo, che mi è piaciuto parecchio specialmente per il fatto che la pescata era all’inglese, una tecnica che da sempre prediligo. Essendo però un campo a me nuovo, ho pensato di andare a visionarlo un paio di settimane prima, trovandomi una gara in corso di pescatori locali che mi ha permesso di capire un po’ meglio la pesca. E questo sopralluogo mi è servito molto in quanto ho notato che alcuni agonisti pescavano in una maniera molto diversa, prendendo i pesci: buttando delle palle dure di pastura facevano molto rumore e questo stesso rumore attirava i pesci nella zona di pesca. Un po’ come quello che accade sull’Arno pisano. Inoltre mi ero reso conto che la pesca più redditizia era quella tra i 35 e 40 metri piuttosto che quella più corta attorno ai venticinque metri, come molti mi avevano consigliato. Credo che questa decisione di pescare più lungo anche durante l’italiano sia stata la chiave del successo. Tutti si sono fermati ai 25 metri, mentre io sono partito subito più in fuori. Una tattica che mi ha regalato una maggiore continuità di catture nelle quattro ore di gara, oltre che una taglia leggermente più grossa. Gli altri invece con il passare del tempo hanno visto scemare lentamente la pescosità. Nella giornata del sabato ho chiuso con un bell’assoluto da quasi tredici chilogrammi, avvantaggiato naturalmente anche dal picchetto visto che questa volta la dea bendata ha pensato di ripagare i due brutti picchetti del Cavo Lama con un ultimo di campo. Sicuramente un ottimo picchetto, però ci tengo a sottolineare che chi è capitato in quel posto la giornata successiva non è stato in grado di ripetere la mia pescata, pesando la metà o addirittura meno del peso fatto da me nella terza prova, non vincendo e portando tra l’altro un risultato pesante. Alla domenica sono capitato in un picchetto in cui avevano fatto un brutto risultato nella giornata del sabato ma, pescando ancora più lungo degli altri, ho chiuso con un ottimo secondo posto, perdendo tra l’altro due carpe.
E questi risultati ti hanno permesso di salire di molto in classifica…
I tre punti complessivi di Corbara mi hanno permesso infatti di raggiungere la terza posizione provvisoria, in attesa delle ultime due gare in Navigabile. Spinadesco che conosco molto bene da tantissimi anni essendo quasi il campo gara di casa vista la distanza da Milano e degli altri campi gara. Uno Spinadesco molto difficile e tecnico, con poca pesca negli ultimi mesi, che mi ha impegnato parecchio nel mese di agosto. Volevo essere pronto all’appuntamento e ci ho dedicato diverso tempo per le prove. Non è stato semplice però trovare la giusta pesca e come usare pastura e terre. Questa attenzione per terra e pastura è stata fondamentale per i risultati successivamente conseguiti, visto che le mie idee mi hanno dato ragione. Prima cosa, i pesci non volevano la macchia dalla superficie al fondale, piuttosto ho notato che il pesce ed in particolare le breme erano molto interessate al chiaro sul fondale. La cosa importante era quindi di creare un’area più chiara sul fondale dove avrei calato la lenza, motivo per cui ho aggiunto della bentonite nella terra (cariata con il fouillese) per schiarirla. Per la pastura ho messo 50% di pastura chiara e 50% di terra di somma, senza però eccedere nell’alimentazione ed evitando di fare troppo rumore. E’ stato importante capire quando effettuare la pasturazione in quanto era necessario riuscire a prendere una o due breme prima di ogni palla di alimentazione. Ciò mi ha permesso una media di circa una decina di bremette all’ora. Questa è stata la pesca principale per vincere, lasciando perdere completamente la ricerca del pescetto sotto i piedi, utilizzando ami piccoli e finali anche da 0.07 mm, innescando esclusivamente ver de vase.
Il sabato è stata una pescata molto tecnica, ma la mia tattica ha funzionato visto che vinco il mio settore e salgo quindi in testa alla classifica progressiva. Domenica, per l’ultima prova, ci siamo però trovati uno Spinadesco completamente diverso, con acqua in continuo movimento sia a destra che a sinistra. Questo mi ha obbligato a correggere la mia impostazione con la macchia sul fondale. Pronti, via con acqua ferma ho fatto tutte le stesse cose del giorno prima, finchè dopo un quarto d’ora dall’inizio ha iniziato a muoversi. Li ho capito che avrei dovuto pasturare con terra molto dura, che si sciogliesse dopo un quarto d’ora. Ho notato che non conveniva più dargli terra e fouilles perchè di breme piccole non ce n’erano. Così ho cambiato pesca, cominciando a dare pastura molto dura con pochissimo fouilles, ma cagnotti morti e caster, oltre che qualche ciuffetto di cagnotti vivi. Dopo un’ora e mezza ho preso la prima breme sul mezzo chilo circa, ma avevo notato che era l’unica pesca da fare: appoggiato sul fondo con due grammi, terminale da quaranta centimetri ed aspettare, senza disturbare troppo. Dopo la seconda ora ho preso un carassio e l’ultima ora ho incannato e salpato una bella breme sugli 800-900 grammi che ha chiuso definitivamente i giochi, naturalmente pescando sempre fine, questa volta con lo 0.09 mm. E’ stata comunque una pesca molto diversa e non c’erano molti modi per prendere i pesci. Devo ammettere che il mio status di pensionato mi ha permesso di pescare molto di più e provare tante cose, che prima con il lavoro non riuscivo a provare.
Hai avuto anche due sponde nelle due giornate di gare che sicuramente ti hanno dato una mano, se non ricordo male.
Al sabato è venuto a farmi da sponda mio figlio Marco e poi domenica è venuto l’altro mio figlio con mio nipote, che mi ha fatto moltissimo piacere.
La prima chiamata che hai ricevuto immagino che sia stata quella della famiglia Frigerio, esatto?
Subito mi ha chiamato Marco il quale mi ha fatto i complimenti e a cui ho risposto solamente con “Marco, ce l’abbiamo fatta e adesso vediamo cosa viene fuori”. Devo dire che tutta la famiglia Frigerio è stata ed è molto contenta di questo risultato. Poi faccio parte della Cannisti Cesanesi che è come una famiglia, sono venticinque anni che sono in questa società. Senza dimenticare anche Milo, sponsor della società ed amico da tanti anni. Quando Marco mi ha chiamato era proprio con Milo, che mi ha subito dopo fatto i complimenti per la vittoria, cosa che mi ha fatto davvero molto piacere perchè con Milo ci si conosce da tantissimi anni e lui si ricorda sempre una frase che gli ho detto tempo fa : “Milo, non avrò mai vinto gli italiani da giovane, chissà che magari nei master non possa uscire il titolo italiano”. E così è stato. Veramente una gran bella soddisfazione. Naturalmente ho ricevuto la chiamata anche di altri vecchi amici del mondo della pesca, tra cui anche il CT della nazionale master Massimo Ardenti. Detto ciò, adesso forza tutta e vediamo cosa succede.