Campionati conclusi. Stagione fredda alle porte. Fiume in condizioni ottimali. Temperatura gradevole. Cosa c’è di meglio di una bella pescata appena a valle della diga di Isola Serafini alla ricerca dei grossi barbi che ormai da anni popolano il grande fiume?
LA PESCATA
Le previsioni fin dai giorni precedenti preannunciavano possibilità di temporali e forti acquazzoni in Pianura Padana ma non per questo ci siamo fatti intimorire. Esistono apposta gli impermeabili e gli stivali apposta per queste situazioni. Carichiamo il tutto in macchina e dopo un’ora e mezza di viaggio arriviamo sul luogo prescelto per calare la lenza. La corrente in questo tratto è fortissima quindi apriamo due canne bolognesi da sette metri con galleggianti da 15 grammi.
Non meno se vogliamo cercare di restare il più fermi possibile e avere qualche chances in più per catturare qualche bel pesce di taglia. Il fondo non è molto, massimo un metro e venti ad una decina di metri dalla riva. Ma la profondità non è un problema. Questi pesci ormai sono abituati al richiamo di pastura e cagnotti, arrivando immediatamente dove questi vengono buttati.
Preparata la lenza e pasturato con una decina di palle di pastura carica di formaggio e pane iniziamo la pescata e le mangiate non tardano ad arrivare. Neanche cinque minuti che abbiamo iniziato a pescare e sia Andrea che io attacchiamo i primi due barbi della giornata. Pesci di poco superiori al chilo, che mettono a dura prova le nostre bolognesi.
La giornata continuerà con questa tendenza. Si alternano barbi, qualche bell’aspio da quasi un chilogrammo di peso ed un paio di breme. Tutti pesci presi in piena corrente con grammature anche di venti grammi. Il tempo fortunatamente è sempre stato clemente durante la giornata anche se ha minacciato pioggia più di una volta. Dopo cinque ore di pesca e di catture a ripetizione decidiamo di chiudere la splendida giornata di pesca. L’intento è di ritornarci più avanti quando farà più freddo sperando che i barbi di grossa taglia si muovano di più.
La riva in questo tratto di fiume è costituita esclusivamente da terra e sabbia. Manca di prismata pertanto ad ogni piena l’azione erosiva della corrente influisce fortemente sulla sponda.
INFORMAZIONI TECNICHE
La bolognese è la canna regina in questo tratto di fiume. E’ l’unica è in grado di contrastare la forza dei barbi connessa alla forte corrente. Di conseguenza anche i fili e gli ami devono essere adatti per la situazione. I nylon non devono scendere sotto gli 0,16 mm di diametro. Unica soluzione se si vogliono portare a riva esemplari di almeno un chilogrammo e mezzo di peso.
Ami della misura compresa tra il 14 e il 18 sia a gambo lungo che ricurvi possono andare benissimo, l’importante è che siano robusti e con l’ardiglione. Per quanto riguarda la grammatura dei galleggianti, come ho accennato prima, durante la nostra pescata abbiamo utilizzato un galleggiante a goccia da 15 grammi per cercare di pescare il più fermi possibile.
Essendo il Po un fiume, la sua corrente potrebbe variare nell’arco della giornata pertanto è necessario avere a disposizione diverse grammature che possono variare tra i 6 grammi, per una pesca all’aspio a galla sulla fiondata fino a raggiungere e superare i 30 grammi per le situazioni estreme. Indispensabile un guadino con maglie larghe.
Importante da sapere che in Emilia Romagna non esistono limitazioni di esche come lo è in Lombardia. E’ pertanto consigliato avere sempre con se almeno un chilo e mezzo di bigattini e tanti chili di pastura al formaggio e pane, necessari per la cattura di barbi, breme e aspi.
CENNI STORICI
L’Isola Serafini è la maggiore isola del Po. Si trova nel comune di Monticelli d’Ongina in provincia di Piacenza proprio nel punto dove l’Adda confluisce con il Po. E’ collegata alla terraferma tramite un ponte sulla sponda emiliana che attraversa il fiume proprio davanti alla centrale idroelettrica. Centrale che produce energia sfruttando la forza del fiume.
Proprio per la presenza di questo sbarramento si parla di Po vivo e Po morto. Sulla sponda dell’isola che si affaccia sulla Lombardia, in situazioni di stabilità del fiume, le paratoie vengono tenute abbassate e la corrente è molto bassa. La centrale è stata costruita negli anni ’60 dalla Società Idroelettrica Medio Adige per poi essere acquistata dall’ENEL. L’isola Serafini non è famosa solo ai pescatori per l’enorme pescosità di questo tratto di fiume, ma è conosciuta anche da molti naturalisti in quanto è classificata come sito di Interesse Comunitario. La presenza di boschi e sabbioni richiamano molte varietà di uccelli migratori come rondini di mare, falchi, picchi e gufi. Senza dimenticare la presenza di cormorani e gabbiani.
GASTRONOMIA
Se andate dalle parti di Piacenza è d’obbligo una sosta in uno dei ristoranti della zona. Ecco un buon menù con le specialità tipiche piacentine: primi piatti a base di anolini in brodo, tortelli con ripieno di zucca e pisarei e fasö; secondi piatti a base di carne di cavallo in umido con verdure miste, chiamata piccola in dialetto e affettati misti e in particolare salame piacentino, coppa piacentina e pancetta piacentina. Il tutto accompagnato da un buon bicchiere di gutturnio e una fetta di Grana Padano DOC.