[vc_row][vc_column width=”5/6″][vc_column_text]
IL FIUME NOCE IN TRENTINO ALTO ADIGE A SPINNING
Il Trentino, si sa, è una regione a statuto speciale e si differenzia dal resto d’Italia per tante cose. Tra queste sicuramente vi è la cura della natura ed in particolar modo dei fiumi con tutto ciò che li popola. Ovviamente si parla prevalentemente dei salmonidi, con trote fario, marmorate e salmerini oltre ad una presenza di temoli. Una cura che porta il Trentino Alto Adige a creare delle particolari zone per la pesca catch & release sia con le esche artificiali, sia pescando a mosca. Sono tantissimi i fiumi che scorrono in questa regione, grazie anche all’altissima presenza di sorgenti che prendono continuamente acqua anche dai ghiacciai situati su alcune delle montagne più alte delle Alpi. Fiumi che percorrono paesaggi incantati in tutte le stagioni dell’anno e che regalano catture continuamente. Ovvio è che, nonostante ci sia un’altra cultura della cura dell’ambiente ed attenzione alla pesca, questa non è assolutamente semplice da svolgersi. Abbiamo parlato di sorgenti situate ad alte altitudini e ne è un esempio la sorgente del Noce, situata a quasi 3400 metri di altezza dal Corno dei Tre Signori, nel Parco Nazionale dello Stelvio. Il Noce è uno dei tanti corsi d’acqua che presenta delle riserve lungo il proprio percorso. In particolare in questa occasione abbiamo provato il tratto situato da Marilleva 900 fino a Molè, pescando esclusivamente a spinning. Il tratto in questione si presenta decisamente torrentizio con la corrente decisamente forte, con alta presenza di massi nel letto che portano di conseguenza alla formazione di rapide. Nonostante ciò il fiume intervalla questi tratti, con altri in cui la profondità aumenta fino ad un paio di metri portando ad un rallentamento sostanziale della turbolenza dell’acqua. Come tutti i fiumi trentini che prendono continuamente un apporto di acqua dal ghiacciaio, anche il Noce cambia tipologia di colorazione a seconda del periodo. Se tra l’autunno e l’inizio della primavera l’acqua può risultare abbastanza limpida (eccezion fatta per forti precipitazioni che lo sporcano) tra aprile e settembre la colorazione risulta decisamente scura, quasi tendente al grigio a causa dello scioglimento del ghiacciaio. Diversamente da quanto si possa pensare queste non sono proprio delle condizioni ottimali per la pesca, molto probabilmente a causa della bassa visibilità e per una minor percentuale di ossigeno disciolto nell’acqua. Condizioni queste che portano inevitabilmente il pesce ad essere decisamente apatico nel nutrirsi. Nel tratto in questione il fiume presenta una larghezza che può variare tra i dieci ed i venticinque metri a seconda della zona e della conformazione del letto. La popolazione ittica è prevalentemente composta da trote fario e stupende trote marmorate e le loro catture sono state effettuate principalmente nel tratto in cui la profondità è maggiore e non sono presenti grandi ostacoli sul fondale, segno che il pesce predilige rimanere dove la corrente è meno sostenuta. Viste le condizioni dell’acqua gli artificiali maggiormente utilizzati sono stati quelli con colori accesi come il giallo, il bianco ed il rosa fluo. A riprova del fatto che la visibilità era proibitiva, il pesce è sembrato più interessato ad attaccare l’esca pochi giri di mulinello dopo la sua caduta in acqua, attratto quindi dal rumore e dalle vibrazioni, in particolar modo quando il lancio avveniva in prossimità della sponda opposta. A prescindere da ciò, abbiamo notato un grande interesse da parte di queste “trote trentine” sia per i minnow floating (galleggianti o che si inabissano per poche decine di centimetri sott’acqua), sia per artificiali affondanti a paletta lunga per rasentare il fondale. Estremamente catturante sono risultati i Real Winner di colore sia bianco rosa, che rosa, in misure decisamente non piccole. La fame di queste trote è talmente alta che anche esemplari di piccola taglia non hanno esitato ad attaccare esche voluminose. Ovviamente oltre a questa tipologia di pesciolini finti, sono sempre altamente catturanti i rotanti dal numero 6 al numero 18. Considerata la tipologia di corrente, la profondità e la tipologia di pesci presenti, sono consigliate canne di media potenza Spin 40, per evitare che si senta troppa la resistenza della corrente.
Il Fiume Noce è un corso assolutamente non semplice per la pesca, dove è richiesta una certa dose di pazienza e di studio della zona di pesca prescelta. Il periodo migliore è sicuramente quello primaverile, quando il pesce inizia ad entrare in attività dopo un inverno passato in acque decisamente fredde.
Indispensabili occhiali polarizzati e stivali waders.
Il permesso giornaliero per questo tratto di fiume ha un costo di 18 euro.
TUTTE LE FOTO – CLICCA QUI
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/6″][vc_gallery type=”image_grid” images=”21555,21556,21557,21559,21560,21561,21562″][/vc_column][/vc_row]