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TRENTINO – SPINNING NEL SARCA
Diversamente da tutti i laghi prealpini, il Lago di Garda presenta la particolarità di avere un immissario ed un emissario diverso. A creare il Benaco è il Sarca, mentre il fiume che scarica le sue acque fino al Po è il Mincio. Molto si sa di quest’ultimo, battuto in particolar modo dagli amanti della pesca in bolognese e che crea un paesaggio a tratti fiabesco tra Peschiera del Garda e Mantova. Diverso è il discorso del Sarca. Il suo percorso è situato esclusivamente in Trentino e vede le sue rive solcate esclusivamente dagli amanti della pesca a spinning, mosca e al tocco. In questo caso ci soffermiamo sulla prima tecnica citata, seguita da moltissimi pescatori amatoriale per l’utilizzo di pochissima attrezzatura. Un modo per scoprire lo spinning nel Sarca.
Una canna, un mulinello ed una borsa con le esche. Stop. Questo è sufficiente per praticare Spinning nel Sarca. Il Trentino si sa, è una regione che cura moltissimo l’ambiente. La cura con cui vengono curate tutte le sue acque rasenta la perfezione. Purtroppo non è così nel resto d’Italia. Sul Sarca è stata istituita una zona no kill destinata esclusivamente alla pesca a spinning e a mosca. Una zona ben gestita e popolata da diverse specie di salmonidi. Trote fario, iridee, marmorate ed ibridi di taglia media attorno al mezzo chilogrammo. Ma ci sono anche picchi oltre i quattro chilogrammi. Si tratta di tutti pesci senza segni di attacchi da uccelli predatori, maltrattamento da parte degli uomini e di carenza alimentare. Una riserva il cui costo non è proprio basso, attorno ai 30 €. Un prezzo giustificato dal continuo controllo da parte dell’ente che gestisce il tutto.
Il fiume in questo tratto presenta condizioni alterne. Si passa da zone con corrente sostenuta e torrentizia, ad altre in cui il proprio letto si allarga, aumenta la profondità e la corrente rallenta decisamente. La maggior parte delle trote sono state catturate nel tratto terminale delle rapide, all’inizio delle piane profonde. Per quanto riguarda invece le iridee di grossa taglia, l’impressione è stata quella che si fossero concentrate più nelle zone dove la velocità della corrente era maggiore.
Il regolamento della riserva obbliga l’utilizzo di artificiali rotanti con mono amo naturalmente senza ardiglione. Ciò per evitare di danneggiare l’apparato boccale delle trote. Motivo questo che ha portato anche alla perdita di diverse trote. Come detto l’obbligo è quello di utilizzare solamente rotanti. L’unico modo di variare l’esca è quello di cambiare le tipologie di colore sulle palette. Si è notata una netta distinzione tra la mattina ed il pomeriggio. Fino a mezzogiorno rotanti di colore oro con puntini rossi. A seguire colori sgargianti come giallo fluo o arancio fluo dal pomeriggio ad inizio serata. La pescata non è assolutamente semplice da effettuare. Questo per le difficoltà portate dalla tipologia di fiume che si affronta. Ma anche per la furbizia delle trote che sono estremamente diffidenti e tendono a non prendere bene in bocca l’artificiale.
Ovviamente in una riserva è più semplice catturare un esemplare di taglia rispetto alle zone libere, ma non è sempre una cosa scontata. E’ opportuno comportarsi nella giusta maniera. Bisogna evitare di spaventare il pesce con schiamazzi o movimenti bruschi sulla sponda. Il pesce sta in un ambiente naturale, nel suo ambiente in cui sa come comportarsi per sopravvivere dai pericoli di tutti i giorni. Le trote della riserva sono sempre delle trote selvatiche.
Passando ai tratti liberi al di fuori della riserva, anche in questo caso i posti sono molto belli ed in grado di regalare interessanti catture. Non trovandosi in riserva è possibile variare di più le esche oltre ai classici rotanti, sempre molto catturanti; per provare a selezionare la taglia è consigliabile l’utilizzo di minnow da 13 – 15 cm per tentare di insidiare qualche marmorata. Rispetto al già recensito Noce, il Sarca risente meno del disgelo nel periodo di fine estate e l’acqua presenta una colorazione più limpida quasi tutti i giorni dell’anno. In parole povere, un itinerario da non perdere se ci si trova in zona per una vacanza. Per la cronaca l’esemplare più bello catturato in questa sessione di pesca è stato un meraviglioso ibrido da cinque chilogrammi.
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