[vc_row][vc_column width=”5/6″][vc_column_text]
PESCA ALL’INGLESE AL LAGO BARCACCIA
L’inverno piano piano ci ha salutato, il freddo si attenua e le giornate si iniziano ad allungare, grazie anche all’arrivo dell’ora legale. La voglia di pescare aumenta, ma dove andare?!?! La neve e le molte piogge hanno aumentato la portata dei fiumi e di conseguenza la colorazione delle acque non è entusiasmante. L’ipotesi fiume viene scartata. La pesca a roubasienne nei laghetti non mi entusiasma. Prende piede l’ipotesi di una bella pescata all’inglese.
Dove? I laghi come il Turano, Salto e Corbara sono molto alti, queste condizioni non aiutano. La scelta ricade su un ex cava in provincia di Roma, lago “oasi verde barcaccia” (ex cava Rossetti). Con il mio compagno di squadra, Valerio, dopo aver valutato diversi fattori, scegliamo questa location. Volevamo ottimizzare la giornata, va bene una bella pescata, ma che sia proficua in proiezione del Campionato Regionale B/5 a cui parteciperemo quest’anno.
Il Campionato ha ben due gare da interpretate quasi esclusivamente con la tecnica inglese: il Lago del Salto ed il bacino di Corbara. Questa location soddisfa le nostre esigenze. Il lago La Barcaccia è molto conosciuta tra i pescatori di carp fishing e di feeder, ci sono carpe di grossa taglia. E’ popolato anche da altre specie ittiche: breme, gardon, carassi, striped bass, black bass, lucci, amur, cavedani, tinche, alborelle e triotti. Avendo un fondale importante è un ottima occasione per pescare “scorrevole” con il “pallettone”. Questa pescata, ci permette di esercitare i fondamentali della tecnica dell’inglese: sondata, lancio e pasturazione.
IMPOSTAZIONE DI PESCA
Sveglia presto, alle 07:00 siamo a lago. Mattinata abbastanza fresca e umida, ma soleggiata. Il tempo di un veloce caffè, una breve chiacchierata su come impostare la pescata e iniziamo a tirare fuori canne ed attrezzatura. Valerio inizierà la pescata alla ricerca di breme, quindi: 18gr di galleggiante, 8Gr di pallettone, una lenza attiva pesante, per cercare di stare fermo sul fondo, finale del ø0,12, amo a becco di aquila n°14 ed innesco voluminoso di bigattino morto. Io inizierò la pescata alla ricerca di gardon, quindi: 16gr di galleggiante, 6gr di pallettone, una lenza attiva leggera ed aperta per cercarli anche in fase di “calata”, finale ø0,10, amo del 18 ed innesco di due bigattini vivi. Le canne sono pronte. Ora ci dedichiamo all’ultimo step prima di iniziare la pescata: sondare! E’ una fase importante, è senza ombra di dubbio la parte fondamentale di questa tecnica. Lanciando a 25mt c’è molta acqua, circa 8mt.
INIZIA LA PESCATA
Adesso, finalmente, iniziamo la pescata! Entrambi usiamo una pastura color nocciola, perfetta per breme e gardon. 10 palle di pastura per iniziare. Valerio pescando sul fondo le fa molto chiuse. Io le stringo un po’ meno per farle aprire prima. Cerchiamo di essere più precisi possibili con la fionda, è fondamentale! La pesca è divertente. Valerio sta prendendo breme dai 100gr al chilo e mezzo. Io gardon che raggiungono anche il mezzo chilo. Siamo riusciti nell’intento che ci eravamo prefissati.
Il lago ha davvero poco di artificiale, le anatre e gli svasso ci nuotano intorno. Siamo immersi nella natura, posto davvero molto bello. Sotto la punta della canna nuota un bel luccio che insidia ogni gardon che rilascio. I pesci non mancano. Tra un lancio e l’altro è arrivata anche per noi una breve pausa pranzo. Ci rifocilliamo con un po’ di pasta fredda e frutta di stagione. Un breve briefing su come abbiamo pescato e, chiarito qualche dubbio, riprendiamo la pescata. Mi frulla per la testa l’idea di insidiare qualche brema più grande.
IN CERCA DELLE BREME DI TAGLIA
Monto una lenza più pesante e indurisco le palle di pastura. I risultati non si fanno attendere, subito una serie di breme sui 300/400gr. Valerio, invece, ha una taglia molto grande. Mi consiglia un innesco più voluminoso. Accetto il consiglio e provo. Tempo pochi minuti e una breme sul chilo cede al ciuffo di bigattino morto. Entriamo nello sfidino a chi cattura la breme più grande! Le catture sono a ripetizione, la taglia è mista. Sicuramente la differenza la fa l’innesco e la lenza. Facciamo altre prove con lenze più leggere, le catture ci sono ma la taglia è diminuita. La sfida la vince Valerio con una breme superiore al Kg e 1/2. Ma ne sono uscite tante superiori al kg.
Pago il caffè! Dopo un inverno in letargo ci voleva una bella giornata di sole. E’ ora di rientrare a casa. Saliti in macchina tiriamo le conclusioni sulla giornata. L’innesco molto voluminoso del bigattino morto ha fatto la differenza per la taglia delle breme. Questo pesce mette a dura prova la capacità di precisione nella pasturazione. La pastura a “spaccare” e l’innesco del mais sono state le armi vincenti per fare importanti serie di gardon di taglia. Il letargo invernale, soprattutto nella prima parte, sicuramente un po’ l’abbiamo pagato. Poi abbiamo aggiustato il “tiro”. Il pesce ha risposto benissimo sulle nostre lenze. Uscite del genere permettono piccoli esperimenti che possono risultare utili durante la stagione.
Arrivati a casa posiamo le canne inglesi, ma già il prossimo week-and faremo un’altra uscita con loro!
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/6″][vc_gallery type=”image_grid” images=”36043,36042,36041,36040,36039″][/vc_column][/vc_row]