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LAGO DEL LISCIONE – IO NON VOLEVO ANDARCI!
Dopo aver parlato del Lago di Occhito, è tempo di passare al Lago del Liscione. Parliamo del secondo lago più grande del Molise. Un lago che è stato creato artificialmente tra li anni 60’ e 70’ con la creazione di una diga sul Fiume Biferno. Un gran bel bacino, ricco anche di fauna ittica. Bello, davvero bello. Però a partire da aprile, quando le temperature iniziano ad essere più calde.
Personalmente ho sempre ritenuto inutile andarci in questo periodo. Con il freddo che fa poi, che senso avrebbe? Sarebbe un cappotto assicurato. Io non ci volevo andare.
Carica la macchina. Prepara le lenze. Pensa alle pasture. Prova il lago mentre digerisci le 2 ore di macchina. Fai la gara e poi smonta. Ricarica. Riscarica. No, basta. Non ne posso più di questa vita. In più in questo fine settimana si sono abbassate nuovamente le temperature e ha piovuto. E c’è fango, c’è freddo. No, non ci volevo andare in quell’itinerario.
Aggiungiamoci anche che in quel lago l’acqua è salita e scesa di diversi metri nel giro di pochi giorni. Quindi inaccessibile il mio spot preferito e pesci sicuramente sballati da questi cambi di livello.
E poi lo ammetto, in quel lago ho fatto 10 cappotti consecutivi. Ok, cercando di pescare i lucci a spinning. Ma cambia poco, è sempre cappotto. E per il feeder? Tra cozze e pietre, quantificando i pasturatori, avrò raggiunto su per giù il corrispettivo del PIL di un piccolo stato del Sud America.
Poi sarebbe stato necessario recuperare dal garage le 12’ piedi per lanciare lontano. Molto lontano. Le scardole, i carassi e i cavedani in questo periodo sono molto apatici. E la strada da fare non è poca. Da solo per giunta.
E quindi? E quindi ho mollato. Non avrei mai rinunciato a ferrare un carassio in acque libere o un furbo cavedano a più di 50 metri di distanza. Pescare mi piace da impazzire.
Ho convinto il povero Giuseppe a seguirmi in questa impresa che, anche a detta sua, rasentava la follia. In tarda mattinata giungiamo sul Lago del Liscione. Con molta calma prepariamo la pastura e la postazione di pesca. Terminali sottili e ami piccoli. Dei dettagli che fanno assolutamente la differenza tra effettuare catture ed un cappotto memorabile.
Siamo in pesca dopo aver sondato bene il fondo a circa 50 metri di distanza. La profondità si attesta attorno ai quattro metri e mezzo. La borsetta del piccolo chimico è aperta. Le nostre esche e pasture sono dippate con l’immancabile Amino + Marukyu. Uno spray che da qualche mese sto usando con ottimi risultati.
Quasi increduli, l’Amino + di Marukyu fa effetto. Qualche piccolo cavedano e delle scardole sono attirate dall’aroma giapponese. Il vento condiziona i nostri lanci, quindi dobbiamo forzare un pò il lancio. Ma rimaniamo positivi. Il vento di solito ci porta i carassi. E così è stato, assieme ad una bella carpa che riesco a portare quasi a guadino. Quasi perché d’improvviso tronca di netto il mio terminale dello 0.12 mm.
Anche Giuseppe con l’innesco del lombrico porta a guadino qualche bel carassio dopo una serie di cavedani e scardole. Il tempo passa veloce come le nuvole grigie che ci sovrastano. Oggi il Lago del Liscione ci ha regalato qualche ora di pesca in stile british. Una pesca fatta come insegnano i maestri inglesi, ma con un sanissimo sapore italico fatto di specie autoctone e spesso sottovalutate.
È giunto il momento di andare. A casa si deve scaricare in garage tutto il peso di una giornata. Una giornata di pesca, alla fine soddisfacente al Lago del Liscione. E dobbiamo ringraziare anche i nostri prodotti Marukyu che ci hanno regalato delle catture in un periodo che credevamo fosse praticamente morto in questo lago.
Ops, dimenticavo. Io al Lago del Liscione non ci volevo andare!
Per Fishingmania – Antonio Iosue
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