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PESCA A MOSCA SUL FIUME RIENZA SCHIFFEREGGER 164
A causa della chiusura alla pesca alla trota ormai pescare in tutto il territorio Italiano è sempre più difficile. Non solo a causa del blocco normativo, ma anche per le temperature ormai rigide. Conoscendo abbastanza bene l’Alto Adige decido di tornare per poter affrontare un tratto di fiume che non ho mai avuto la possibilità di affrontare.
Il tratto in questione di Fiume Rienza è di proprietà della Famiglia Schifferegger. Un tratto gestito direttamente dal Circolo Pesca Sportiva di Brunico.
Il confine nord inizia alla confluenza tra il fiume Rienza ed il torrente Aurino. Il confine sud si identifica con il campanile situato nell’abitato di San Lorenzo di Sebato. Il tratto è lungo quasi 3 km, e purtroppo a secondo del giorno della settimana varia il suo livello.
Durante i giorni lavorativi il livello è alto. Ciò rende difficile, se non quasi impossibile, pescare a mosca. Da invece i suoi frutti pescando a spinning. Durante il fine settimana cambia, i livelli diminuiscono e i sassi affiorano e le buche sono più visibili.
Il permesso ha un costo di 20,00€ ed è reperibile presso il Circolo Pesca Sportiva di Brunico. (http://www.circolo-pesca-brunico.it/acque/rienza-164). Il tratto rimane aperto fino al 30 di novembre-.
COME PESCARE
Ovviamente io ho pescato con la mia inseparabile tecnica della mosca. Ho deciso di pescare di sabato per avere i livelli favorevoli, ma a causa delle piogge i livelli sono rimasti più alti del solito. Il tratto è molto complesso ed a Novembre l’acqua è molto fredda. Non esiste una “spiaggia” dove poter pescare indisturbati, ma è presente una prismata con sassi abbastanza grossi. Alberi, foglie e sassi mobili sono all’ordine del giorno.
Bisogna destreggiarsi sulla riva ed avere un occhio di riguardo dove si mettono i piedi. Il tratto è costeggiato da una comoda ciclabile e gli accessi al fiume sono innumerevoli e puliti.
A causa del livello non troppo dalla mia parte ho pescato sotto riva, lanciando lungo in quanto l’acqua è cristallina e il pesce può vedermi. Ho pescato tutta la giornata a ninfa, un finale a nodi con un tip dello 0,16. Ho montato ninfe dai colori naturali, alternando nei tratti con meno corrente “mosche” perdigones brillanti montate su ami del 16-18.
Dopo uno sguardo veloce al fiume scendo cercando di fare attenzione a non scivolare. La temperatura bassa e la pioggia scrosciante mi hanno causato qualche difficoltà nei movimenti. Dopo essermi ambientato ho iniziato a vedere i primi risultati.
Dopo circa una mezz’oretta ho sentito la canna vibrare ripetutamente e poi flettersi sotto il peso del primo pesce. Come da previsione si è portato in corrente. Nonostante si trovasse in soli trenta centimetri di profondità ho dovuto giostrarlo su e giù per la riva per poterlo guadinare. Naturalmente successivamente slamato e rilasciato senza causargli troppo stress.
Il primo pesce è stata una bella trota fario dai colori accesi. Ha mangiato su una classica ninfa nera e bianca. Continuando a risalire verso il confine nord della riserva e combattendo con qualche sasso mobile della riva, noto che il livello continua a scendere. Alleggerisco quindi le mie ninfe e fare delle passate più veloci con artificiali colorati per stimolare l’appetito delle trote.
Subito si rivela una strategia vincente. Riesco a catturare trote di taglia sempre maggiore e con maggior frequenza. Verso le 13 decido di riposarmi un attimo. Il tratto toglie qualche energia, per di più il diluvio mi costringe a riposarmi sotto un albero che mi fa da ombrello per qualche minuto. Dopo un panino al volo ed un bicchiere di tè caldo riparto a pescare sotto la pioggia.
Ed arriva subito una bella sorpresa: una bella iridea che non si vuole fare guadinare. Risale e scende la corrente senza alcun problema. La mia canna è piegata fino all’impugnatura e ogni tanto perdo qualche metro di coda a causa delle testate che il pesce continua a dare.
Purtroppo ho fatto poche foto a causa della pioggia incessante e della forte umidità, ma rimarrà sicuramente il ricordo di un posto veramente tecnico che ha messo alla prova sia il mio fisico sia le mie capacità di pescatore. Consiglio a tutti coloro che vogliono affrontare il tratto in questa stagione di portarsi un cambio asciutto, un impermeabile ed un termos con una bevanda calda.
Essendo immerso tra le montagne il tempo cambia molto in fretta e non sempre si ha la possibilità di risalire e tornare alla macchina.
Consiglio a chiunque ami la tecnicità dei tratti di pescare almeno una volta in questo paradiso. La sorpresa è sempre alle porte: fario, iridee, marmorate ed enormi temoli sono sempre pronti per abboccare ai nostri artificiali. Considerate che in questo tratto di Fiume Rienza sono stati presi e rilasciati esemplari oltre i 60 cm.
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