Dopo tanto tempo torno ad aggiornare la sezione degli itinerari. Era da molto tempo che non ne recensivo uno nuovo, ma a causa dell’inverno, è stato abbastanza difficile riuscire ad andare a pescare da qualche parte. Protagonista quest’oggi è la lanca di Soltarico, famosa ai pescatori di Milano, Lodi, Pavia e Cremona.
Stiamo parlando del vecchio corso abbandonato del fiume Adda. Adda che, durante una piena avvenuta negli anni ’70, tagliò di netto il suo corso accorciando di alcuni chilometri il percorso verso il Po, togliendo la corrente (di acqua si intende naturalmente) ai piccoli abitati di Soltarico e Cà del Conte. Dal momento dell’isolamento, la sponda non è più cambiata.
Le piene sono diventate degli eventi sconosciuti. Il livello di questo bacino chiuso è influenzato dal ramo madre solamente in periodi di importanti piene dell’Adda. Ad accompagnarmi alla scoperta di questo stupendo e storico posto, c’è Simone, un amico e giovane agonista milanese.
CARATTERISTICHE
Non si può certo dire che Soltarico sia un posto comodo per andare a pescare. Dal parcheggio all’acqua c’è da fare un pezzo di strada a piedi, di circa una decina di minuti. In questo caso nel fango, prima di poter raggiungere la riva. Sapendo ciò è bene selezionare l’attrezzatura che si vuole utilizzare e, semmai, munirsi di carrellino. I posti per pescare non sono tanti. Quei pochi in cui ci si riesce a posizionare presentano dei fondali differenti gli uni dagli altri. Le spiaggette comode sono solo tre. Per il resto bisogna arrangiarsi nel posizionamento alla meglio tra sassi o stretti lembi di terra. A peggiorare le cose anche la sponda inclinata alle spalle. Il fondale è melmoso con un’alta presenza di vegetazione subacquea e rami morti in prossimità della riva. Rifugio ottimo per persici sole, alborelle, gardon, triotti e terreno di caccia per i predatori presenti.
La profondità tende ad essere incostante e a seguire l’andamento della riva. Dove sono presenti le spiaggette la profondità aumenta degradatamente. Dove la sponda è inclinata sull’acqua, la profondità aumenta velocemente fino alle punte massime di 6 – 7 metri. In questo tratto la larghezza supera ampiamente i 100 metri da sponda a sponda. Solamente andando verso monte la riva si stringe. Fino a 20 anni fa cavedani, savette, scardole e pighi la facevano da padrone. Poi, come è avvenuto in tutto il resto d’Italia, ha preso il sopravvento la breme che, grazie alla sua capacità di proliferazione, ha trovato un habitat a lei adatto, diffondendosi in maniera esponenziale.
Fortunatamente non ci sono solo breme nella lanca. Come ho già detto è presente della minutaglia nel sottoriva e non è raro catturare anche dei carassi. Grazie all’alta presenza di alberi caduti in acqua o rami che si allungano fin sopra la superficie, non è raro imbattersi in cacciate di lucci o perca. Soltarico è stato utilizzato in passato anche come campo gara per le gare al bass con il belly boat.
COME ABBIAMO PESCATO
Se non fosse per la distanza che c’è tra acqua e macchina, alcuni posti di Soltarico sarebbero ideali per una pesca con la roubaisienne. La canna all’inglese è però una valida sostituta. Inoltre implica l’utilizzo di poca attrezzatura e la possibilità di esercitarsi in una tecnica poco utilizzata e poco attuabile nella Lombardia Occidentale. Per questa giornata di pesca ci siamo avvalsi dell’utilizzo di canne da 14 e 15 piedi, 4.20 metri e 4.40 metri.
Vista la temperatura dell’acqua ancora molto fredda, abbiamo deciso di andare a cercare il pesce sul fondo, a circa 5 metri e mezzo di profondità. Per poter fare ciò obbligatoriamente abbiamo montato dei galleggianti scorrevoli di peso variabile tra i 14 e i 18 grammi. Realizzare la lenza per questo tipo di pesca è molto semplice: bulk di quattro pallini vicino alla girella e altre due mini bulk da tre pallini a metà dello spezzone di filo, lungo circa un metro, tra galleggiante e finale. Finale da 35 centimetri con un amo del n.18. Per concludere, d’obbligo il nodo con un filo di seta per bloccare il galleggiante alla profondità desiderata.
Come esca avevamo una vasta scelta comprendente cagnotti, vivi e morti, bianchi o colorati, caster, vermi e ver de vase. Vista l’alta presenza di breme, l’utilizzo del chironomide rosso sarebbe stata la scelta più sensata e così è stata, inizialmente. Peccato però che le breme lombarde preferiscano delle esche più sostanziose. Con mio grande stupore le catture sono state più frequenti innescando i cagnotti. Non solo, con la larva di mosca carnaria abbiamo anche catturato le breme più grosse della giornata, circa un chilo e mezzo di peso se non di più.
INFORMAZIONI UTILI
Questo tratto di Adda morta è ancora campo gara permanente FIPSAS. Se volte andare a pescarci di avere con voi non solo la licenza regionale di pesca ma anche il tesserino federale. Inoltre, per chi non è lombardo e non ne è a conoscenza, in Lombardia vige la regola del mezzo chilo di cagnotti a pescatore. Se i guardiapesca dovessero controllarvi e scoprissero che avete in possesso più di 500 grammi di larva di mosca carnaria sarete in contravvenzione. E statene certi, i guardiapesca a Soltarico non passano sporadicamente.