AUTUNNO TRANSITORIO
L’autunno è una delle stagioni migliori per la pesca, sia nelle acque interne che in mare. In particolar modo il periodo a cavallo tra i mesi di ottobre e novembre. Mesi di transizione, che ci portano dall’estate all’inverno con un graduale cambiamento di temperature sia atmosferiche, che dell’acqua. Se ci concentriamo sui fiumi, come in questo specifico caso, ottobre è quel mese in cui è ancora possibile prendere un po’ di tutto. Naturalmente ci riferiamo alla taglia delle nostre catture, in quanto l’acqua è ancora abbastanza calda. In particolar modo poi se parliamo dei fiumi del Nord Italia, che risentono dell’influenza dei grandi laghi come il Maggiore, il Lario e l’Iseo. I pezzi grossi sono in movimento, come tutto l’anno, ma spesso la minutaglia arriva prima e rende le pescate quasi “monotone”, passate il termine.
Con il proseguire delle settimane, procedendo verso la fine dell’anno, le temperature si abbassano sempre di più. In montagna inizia a nevicare e i primi scioglimenti della neve vanno a raffreddare le acque. E qua c’è un primo mistero: ma la minutaglia, dove va a nascondersi? No, perchè non so se ci avete mai fatto caso, ma da novembre a marzo nei grandi fiumi i barbi di taglia medio – piccola sono praticamente inesistenti! Ad ogni modo, novembre è il mese in cui ovunque calano le mangiate, ma si alza nettamente la taglia delle catture. Ed è qua che entra in scena lo specialist.
Evoluzione dei Fiumi
Aumentano le piogge e contemporaneamente diminuisce il prelievo da parte dell’agricoltura. Tutto ciò comporta, in condizioni di stabilità meteo, un importante aumento di portata rispetto all’estate e conseguentemente di velocità. Diventa indispensabile adottare un assetto di pesca differente. Se qualche mese prima, o addirittura anche ad ottobre, era possibile cavarsela con le classiche canne da feeder o heavy feeder, ora è meglio cambiare qualcosa. E’ preferibile passare a canne in due pezzi, con azione più progressiva parabolica, in grado di gestire meglio grammature importanti. In poche parole, servono le canne da specialist.
COS’E’ LO SPECIALIST
Ma prima di entrare nel dettaglio, spendiamo due parole su questa tecnica. Lo specialist altro non è che una sorta di via di mezzo tra la pesca a feeder ed il carpfishing. Si utilizzano canne decisamente più potenti del feeder, ma con anelli di dimensione più ridotta rispetto al carpfishing. Anche l’azione non è così potente come le canna da “carp”. L’utilizzo è di fatto differente. Il carpfishing si svolge principalmente in acqua ferma, mentre lo specialist è una pesca di corrente. Magari qualcuno non sarà d’accordo, ma fondamentalmente è così.
Cosa Serve per Iniziare
Con questo articolo vogliamo spiegarvi velocemente cosa vi serve per iniziare una pescata in fiume a specialist. Ed ovviamente non potevamo che farlo avvalendoci dell’aiuto dell’amico Raffaele Mapelli e Matteo Piavani. Due assidui pescatori di fiume e conoscitori di questa particolare tecnica, specialmente Raffaele.
Se il feeder è una tecnica che non richiede molta attrezzatura, per lo specialist possiamo diminuire ulteriormente. Teniamo anche in considerazione che spesso ci si muove leggeri perchè si vanno ad affrontare spot non proprio comodi da raggiungere. La macchina rimane sempre abbastanza lontana, pertanto meglio restare leggeri.
Le Canne
La media è sempre attorno ai 12 piedi e sopratutto su due pezzi. Se pescassimo a feeder in fiume, non potremmo restare sotto le 13 piedi ed inevitabilmente sulle tre pezzi. Grazie alle canne da specialist, si riesce ad avere “un piede” in meno e questo è un vantaggio sotto alcuni punti di vista. Prima di tutto, l’ingombro. Portare una due pezzi è sempre più comodo di una tre pezzi. Inoltre, la gestione di una canna da 12 piedi è più semplice di una 13 piedi. Più corta vuol dire riuscire a lanciare anche in postazione in cui la vegetazione può creare qualche problematica. Inoltre, l’azione. Una due pezzi garantisce una azione più progressivo parabolica, che va ad interessare tutta la lunghezza della canna. C’è quindi una piega molto più armoniosa. Una tredici piedi in tre pezzi invece è nettamente più di punta. Anche per il lancio non si riuscirebbe a sfruttare tutta la potenza della canna. Ecco perchè a volte una canna prettamente da specialist può essere meglio.
In più, tenete conto che spesso queste tipologie di canne, di ogni marca, dispongono sia della vetta Avon, che della vetta con cime intercambiabili. Per concludere, una canna da specialist tiene molto meglio in pesca dei pasturatori da più di 120 grammi di peso.
Il Mulinello
Questo è un capitolo che è abbastanza personale. C’è chi predilige mulinelli con il Baitrunner e chi invece lavora di frizione / antiritorno. Di sicuro, non bisogna restare sotto la taglia 5000. Meglio un 6000, ma si può optare anche per versione da surfcasting fino alla taglia 10000.
Fili
Volete iniziare a darvi allo specialist? Non azzardatevi ad imbobinare fili di diametro inferiore allo 0.30 mm! Se lo fate, Raffaele vi troverà ed avrete dei problemi! Scherziamo naturalmente, ma è una delle basi da seguire. Lo specialist è una tecnica di pesca che implica terminali di grosse dimensioni, ami grossi e sopratutto utilizzate delle canne con azione potente per posti ricchi anche di incagli. Andando ad imbobinare diametri “normali”, da feeder per intenderci, rischiate di avere problemi nelle fasi di lancio, rischiando anche di rompere il filo sul lancio di pasturatori oltre 100 grammi.
La Montatura
Per uno specialist light, non pensate che servano montature particolari. Come in questa occasione, un classico running rig è l’ideale. Girella e moschettone con il pasturatore, brillatura, fermafilo in silicone e girella terminale. Niente di particolare. Come potete vedere nella foto.
Pasturatori
Cage da 120 grammi in su. Maggot Feeder da 100 grammi in su. Più semplice di così non si può fare. Pastura, pellet o bigatti, poco importa. Siete voi che dovete riuscire a capire cosa è meglio nello spot che affrontate. Di certo, con l’acqua fredda, i pesci hanno bisogno di qualcosa di sostanzioso pertanto il classico bigatto incollato è la scelta migliore.
LA RONDA NERA
L’Adda è un fiume ricco di spot. Alcuni abbastanza semplici da raggiungere e frequentare, come il campo gara di Trezzo, altri un po’ più difficili. La Ronda Nera è un tratto situato un paio di chilometri a monte del campo di Trezzo sull’Adda, molto conosciuto dai frequentatori del posto. Si raggiunge dopo una camminata di circa 20 minuti a piedi dall’auto, motivo per cui serve essere leggeri con l’attrezzatura.
E’ uno spot particolare, con un regolamento diverso. Parliamo di un tratto Fipsas, dove l’Adda risulta più stretta ed essendo sotto una curva, con una velocità sostenuta. E’ vietato pescare con più di una canna. E’ vietato utilizzare la retina come pasturatore. Sono vietati ami con ardiglione e nassa. In pratica un No Kill più rigido.
FISHINGDAY
La nostra FishingDay del 6 Novembre non ha regalato molte catture, ma c’era da aspettarselo. L’arrivo di temperature basse durante la notte ha un po’ bloccato l’attività dei barbi. In questi giorni di transizione è assolutamente normale. Nella diretta Raffaele e Matteo spiegano un po’ qualche nozione sulla pescata e le basi dello specialist in Adda. Seguitela!