C’è un periodo migliore per la pesca a feeder? Certo che si! Primavera, Estate, Autunno ed Inverno. Semplice, no?
Rispondere ad una domanda di questo tipo è difficile, oltre ad essere strettamente correlata alla specie che si vuole insidiare o allo spot di pesca.
ACQUE INTERNE
Partiamo dal mondo delle acque interne. Per essere estremamente precisi bisognerebbe andare a trattare specie per specie, ma sarebbe troppo complicato e ci dilungheremmo troppo. Cerchiamo pertanto di essere più sbrigativi andando ad analizzare le quattro stagioni in dettaglio. Ci preoccuperemo di citare le specie più insidiabili con la tecnica del feeder in quel determinato periodo.
Inverno
Indubbiamente parliamo della stagione più difficile per ogni ambiente, sia lotico che lentico. Le temperature basse e l’acqua fredda influiscono negativamente sulla maggior parte delle specie ittiche. Anche gli ambienti commerciali non sono garanzia di cattura assicurata, ma nella maggior parte dei casi riescono a scongiurare il cappotto. Certo, se andate quando l’acqua ghiaccia, preparatevi a tornare a casa con la testa di guadino asciutta.
In “libera” il periodo invernale coincide con la bassissima attività della maggior parte delle specie ittiche. Le temperature basse sono un punto a sfavore per una sessione di pesca, ma hanno anche degli aspetti positivi. Quale? Le dimensioni delle eventuali catture. Sappiate che il numero di esemplari portati a riva può essere molto basso, al punto che si possono contare sulle dita di una mano, ma la taglia di sicuro sarà notevole. Con i primi freddi autunnali la minutaglia inizia a svanire completamente, per poi inspiegabilmente far perdere totalmente le proprie tracce. Ecco, questo è il momento della caccia al Big Fish. Per i grossi barbi europei del genere Barbus barbus è il momento ideale. Se cercate il vostro record personale, dovrete coprirvi bene e tentare in tutti i fiumi italiani, in particolare quelli del Bacino del Po. Ma non solo barbi, anche cavedani e pighi oversize sono tra le catture più frequenti dell’inverno, insieme naturalmente alle breme. Tra le possibili sorprese, anche i grossi aspi sono sempre in caccia in cerca di quelle poche prede disponibili in inverno, non disdegnando di conseguenza anche i classici bigattini.
Primavera
Le temperature atmosferiche iniziano ad alzarsi, ma quelle delle acque rimangono basse. Colpa dello scioglimento della neve in quota che porta acqua ancora fredda a valle. Tutto dipende dall’evoluzione della stagione, che negli ultimi anni sta “regalando” diverse settimane, se non mesi di siccità. Ne è un esempio la recente stagione 2022 al Nord Italia, con precipitazioni pressoché assenti e livelli molto bassi che, con i primi caldi di stagione, riscaldano velocemente l’acqua anticipando anche le freghe di alcune specie. Da non sottovalutare anche la variabilità meteorologica, con nevicate fuori stagione in quota che, sciogliendosi in breve tempo, possono cambiare repentinamente la temperatura dell’acqua bloccando l’attività dei pesci.
La vera primavera che mette in attività tutte le specie ittiche ed in particolare i ciprinidi, cade tra fine aprile e maggio. Cavedani, carassi, carpe, scardole, pighi, breme, gardon, savette, barbi e tinche si risvegliano e regalano delle buone pescate in tutti gli ambienti. Dai laghi, in particolare per carpe, breme e scardole, ai fiumi di grande e media portata per tutte le altre specie. E’ un periodo di transizione, in cui tornano gli esemplari di taglia medio – piccola, intervallati da catture interessanti. In parole povere, pescando a light feeder il divertimento è assicurato. Se l’obiettivo sono solo i pesci di grossa taglia, allora sarà opportuno modificare il proprio assetto di pesca; esche voluminose, anche mini boilies e dumbells, method e pasturatori XL carichi di bigattini incollati, pellet e pastura “che fa molto odore”.
Estate
A parte rare eccezioni, nei fiumi la pesca con i classici bigattini è resa complicata proprio dall’alta presenza di minutaglia. In particolare i barbi e le breme di taglia medio – piccola rendono obbligatorio l’utilizzo di esche come pellets e mini boilies.
Nei canali invece è il periodo delle grosse carpe. Con l’acqua calda, le regine d’acqua dolce sono in piena attività, considerando inoltre che da metà giugno in poi hanno concluso il periodo della frega e sono affamate. Assetti cattivi, molto cattivi, con method feeder e mini boilies sono le scelte più consigliate.
Autunno
Insieme ad aprile e maggio, i mesi autunnali di settembre ed ottobre sono quelli preferiti da molti feederisti di fiume. Anche novembre in realtà sta regalando interessanti soddisfazioni nelle ultime annate, ma questo è dipeso dallo slittamento delle stagioni di un mese in avanti. Naturalmente non bisogna dimenticarsi anche delle condizioni meteo, con le ultime piogge prima del secco inverno che portano molti corsi d’acqua ad ingrossarsi risultando impescabili.
Come detto poco sopra, a partire dal mese di ottobre inizia a diminuire sempre più la presenza della minutaglia nei fiumi e nei laghi. Lo spazio viene lasciato agli esemplari più grossi: dai barbi alle breme, passando per carpe, cavedani e carassi. Il Light Feeder è ancora una tecnica che regala ottime soddisfazioni, con terminali ed ami di dimensione medio – bassa. Nei laghi naturali, consigliato alternare un assetto light, ad un assetto da method feeder. La pastura viene ancora “accettata” volentieri in quanto le temperature lo permettono, ma appena il freddo abbassa la colonnina di mercurio molti pesci preferiscono la cosiddetta “ciccia”, i bigattini. Nutrienti e ricchi di proteine per affrontare al meglio il periodo invernale.
IL MARE
Se pescate da riva, il mare non ha quattro stagioni bensì solo tre. L’estate non è proprio da considerare una stagione adatta perchè normalmente la pesca viene consentita solamente di notte ed in molti non regala molte soddisfazioni. Il motivo? La vita notturna “umana” non aiuta l’attività del pesce nel sottocosta.
Estate
Partiamo proprio da questa stagione. Per molti sarà il capitolo più interessante, in quanto sarete desiderosi di buttare il pasturatore in acqua durante le ferie estive. Di giorno, scordatevi moli e spiagge. La pesca è vietata dalle 8 alle 20. Ed a volte i bagnanti disturbano anche quando voi potreste pescare. Se avete nelle vicinanze del vostro alloggio una scogliera o un porto in cui è tollerata la pesca, potete provare ma, come in fiume, la taglia delle catture sarà davvero bassa. Solito ragionamento: acqua calda, minutaglia. Non si scappa. Di notte qualche sorpresa può capitare pescando sia con i bigattini, che con anellidi o cozze. Orate, mormore, cefali e pagelli potrebbero essere interessati ai bigattini che fuoriescono dai vostri pasturatori. Ma molto può cambiare da zona a zona. E l’Italia, è abbastanza lunga per poter analizzare in dettaglio il tutto.
Primavera – Autunno
Accorpiamo queste due stagioni come le migliori dell’anno. In dettaglio, settembre-ottobre e marzo-aprile. Condizioni del mare permettendo, se volete fare le catture migliori, le prenderete in questi due mesi. Se volete pescare in mare, il Light Feeder non è proprio contemplato. Nessuno si sposta sulla costa per cercare di catturare saraghetti, oratelle o sparletti da 50 grammi. L’obiettivo è sempre il pesce da foto. Necessaria una canna che abbia una buon schiena, potente per cercare di impedire alla cattura di prendere il fondo ed eventuali tane in cui rompere il terminale, ma allo stesso tempo sensibile di punta. Le orate, il target più ambito dai pescatori, sono pesci molto sospettosi e furbi. A volte una leggera tocca può significare preda allamata. Essere titubanti, in mare, non è contemplato. In particolare poi ad ottobre ed aprile (o marzo in alcuni casi). Un classico pasturatore da bigatto, con grammature da 50 a 100 grammi è d’obbligo, insieme ad un ampio range di dimensioni di terminali. In mare a volte bisogna rischiare, anche utilizzando terminali “sottili” da 0.14 mm.
Inverno
Stagione difficile da interpretare. Dal Mar Ligure all’Adriatico, passando per Tirreno e Ionio , le condizioni cambiano non di giorno in giorno, ma di ora in ora. Mettiamola giù in maniera molto semplice: quando avete delle condizioni favorevoli, specialmente di scaduta in seguito a forti mareggiate, è la stagione del Pezzo Grosso. Dalla spiaggia alla scogliera ai porti, ogni spot è potenzialmente valido. Se siete neofiti, il consiglio è di provare zone cosiddette sicure, come i porti. Degli ambienti dove, bene o male, qualche cattura si riesce sempre a portare a guadino apportando naturalmente i giusti assetti. Non cambia la regola spiegata nel capitolo della primavera – autunno: canna potente, ma sensibile. Orate, pagelli, saraghi, cefali sono le specie più “facilmente” insidiabili, anche se di facile in mare non c’è nulla. Anche la scogliera è un buon ambiente per calare il pasturatore, meglio se durante mare formato, ma se non siete pratici è preferibile non affrontare queste situazioni in solitaria. Con le forti correnti marine la lenza è sempre in movimento e c’è un altissimo rischio di ingarbugliare il filo.
Mare, Bello ma Insidioso
In parole povere, se volete andare a pescare al mare la regola numero 1 è facile: se siete novizi, non vi avventurate. Cercate spot abbastanza comodi e “sicuri”. I porti sono la scelta migliore, che può garantire sempre qualche cattura anche solo per scappottare. Se siete fortunati, avrete anche la sorpresa che speravate di trovare.
Ricapitolando, l’attrezzatura base è la seguente: canna potente ma sensibile, mulinelli preferibilmente caricati con una sottile treccia per avere mangiate più nette, ami robusti a gambo medio – lungo o corto, un guadino (!) e classici pasturatori da bigattino di grammatura variabile da 50 a 100 grammi.
Welcome Beach Ledgering
Ed ecco quindi che quando parliamo di feeder in mare, entriamo nel mondo del beach ledgering. Canna normalmente abbastanza alta durante la pescata e molte similitudini con il mondo del surfcasting. Unica differenza, l’utilizzo di un pasturatore e di esche da pastura, per l’appunto. Ma anche in questo caso entreremo meglio in dettaglio con un articolo specifico.