Il Surfcasting è una di quelle tecniche più praticate su tutto il litorale italiano. Letteralmente significa “lanciare tra le onde”, proprio perchè viene sfruttato quel momento in cui il mare tende ad aumentare di forza, rimescolando il fondale e mettendo in attività gran parte delle specie marine.
E’ una specialità che si pratica dalla spiaggia ed in particolare ha molto seguito sia sulla costa adriatica, che quella tirrenica. Due coste che presentano fondali molto sabbiosi e sopratutto lunghe distese di spiaggia.
Ma Tirreno ed Adriatico sono due mari molto diversi tra loro, sia per caratteristiche geofisiche, sia per caratteristiche di pesca. Per capirne di più, abbiamo coinvolto due esperti pescatori e promoter di casa Colmic, Lorenzo Secchiaroli e Simone Paniconi
MARI OPPOSTI
Abbiamo detto che si tratta di due mari molto diversi tra di loro. Quasi opposti. L’Adriatico è un mare fondamentalmente chiuso, caratterizzato da una profondità limitata specialmente nella zona settentrionale.
Inoltre è molto influenzato dai fattori climatici, sia atmosferici, sia esterni ed in questo caso il riferimento è al grande apporto di acqua dolce da parte del Po ed altri fiumi.
Il Tirreno è un mare aperto, con un costante ricircolo di acqua e profondità nettamente maggiori. In base alla zona in cui ci si trova, si possono trovare posti con fondale più o meno sabbioso, fattore che può influenzare anche l’utilizzo di determinati diametri di terminale.
PESCA IN INVERNO
Adriatico
Trattandosi di un mare chiuso, con limitato ricircolo di acqua, la varietà di specie ittiche è abbastanza limitata. In particolar modo nel periodo invernale sono poche le catture che si possono effettuare. Ad eccezione di spigole e qualche sarago, difficilmente si può trovare altro nella pesca a surfcasting tra novembre e marzo.
Tirreno
Anche se gli spazi sono completamente diversi, il surfcasting è una tecnica che non regala tante specie marine. Come per l’Adriatico la spigola è la regina dei mesi freddi, insieme a qualche sparide. Giust’appunto negli ultimi anni c’è stato un avvicinamento di branchi di mormore, con esemplari anche di grossa dimensione.
LA SPIGOLA
E’ lei la regina dei mari invernali, come detto. Surfcasting, bolognese o spinning, è la specie che maggiormente entra in attività. Quando si pesca, con cosa si pesca e che tipologie di montature servono?
Mar Tirreno
Estremamente importante la presenza del vento caldo di scirocco, che tende a muovere il mare, mettendo in movimento il pesce. Un comune denominatore con molte specie.
Parlando di esche, queste possono cambiare a seconda delle condizioni. Se il mare è in scaduta l’esca viva regala sempre maggiori probabilità di cattura. In caso di mare montante oppure in fase di stallo, si può variare tra esche “ferme” come il cannolicchio, il verme americano o la striscia di seppia.
Sul capitolo montature, che si utilizzi il vivo o l’esca ferma, poco cambia. Il consiglio di Simone Paniconi è di utilizzare un semplice piombo spike, collegato alla lenza madre con un classico moschettone.
Il terminale, di dimensione variabile tra 0.28 mm e 0.40 mm, avrà una lunghezza di circa due metri e sarà attaccato nell’asola del piombo attraverso un altro moschettone. Il consiglio è di adoperare un attacco alto quando si utilizzano le esche morte.
Mar Adriatico
In questo caso il pesce ha un comportamento completamente diverso, in quanto tende ad essere attivo con venti freddi come maestrale, grecale e levante.
Il vivo è sicuramente sempre l’esca più catturante, al punto che il consiglio di Lorenzo Secchiaroli è di abbondare sempre con il diametro del terminale. Gli 0.40 mm sono d’obbligo perchè non si può mai sapere quanto è grossa la taglia della nostra preda. Grandi risultati li regala anche il bibi, insieme al cannolicchio e l’americano.
Montature? Poco cambia rispetto alle idee “tirreniche”. L’unica differenza la si può ritrovare nella lunghezza del bracciolo. L’Adriatico è un mare insidioso, con correnti molto più forti che tendono a rendere difficoltoso lo stazionamento della nostra lenza. Meglio accorciare il bracciolo fino a 120 cm circa.
PESCA IN PRIMAVERA
L’arrivo della primavera cambia il comportamento in tutti gli ambienti. Come si risvegliano la flora e la fauna terrestre, lo stesso succede sott’acqua. Diverse specie tendono ad avvicinarsi a riva, sia in superficie che sul fondo.
Mar Adriatico
Occhiate, aguglie e sugarelli sono i pesci di galla che si fanno vedere con maggior frequenza. Spostandosi verso il fondale, la primavera richiama sottoriva mormore, qualche orata ed ombrine.
Queste ultime in particolar modo quando l’acqua tende ad intorbidirsi, magari in prossimità di qualche foce.
La quantità di pesce aumenta sempre di più man mano che passano i giorni, ma contemporaneamente diminuisce anche la taglia. Questa tornerà a salire dopo il mese di agosto, addentrandosi nel periodo autunnale.
Mar Tirreno
La mormora è il pesce più in attività in questo periodo, grazie sopratutto ai venti di sud – est. Come accade anche in Adriatico, la taglia è maggiore ad inizio primavera, per poi calare verso l’estate. Non mancano poi le orate
L’ORATA
Da una regina, all’altra. L’orata è un pesce molto presente nei fondali sotto costa del Mar Tirreno, dalla Liguria alla Calabria. In Adriatico è invece un pesce molto meno presente, al punto che si potrebbe definire questo mare povero di orate.
Mar Tirreno
Un pesce molto comune nel Tirreno che non si cattura esclusivamente a grandi distanze, ma anche abbastanza vicino a riva. Non è raro catturare esemplari, anche di grossa taglia, a cinquanta / sessanta metri di distanza.
L’orata è un pesce fondamentalmente facile da pescare. E’ sufficiente un trave con amo singolo, legato su braccioli decisamente lunghi da 2.5/3 metri.
Sono diverse le esche redditizie nella ricerca dell’orata, che spesso regalano più o meno soddisfazioni in base alle convinzioni del pescatore. Il granchio, il bibi e l’americano sono molto funzionanti in tutti i periodi, specialmente quello estivo. La cozza, anch’essa perfetta sempre, pare regalare più catture nel periodo primaverile.
Mar Adriatico
Come già detto, l’Adriatico è un mare abbastanza povero di orate in ambito di sotto costa. La presenza di minutaglia è buona, ma per motivi sconosciuti è davvero occasionale catturare esemplari over chilogrammo a surfcasting. L’unica soluzione è quella di spostarsi con la barca in zone rocciose o in concomitanza di relitti.
IL PESCE SERRA
Una specie esplosa in tutti i mari italiani nel corso degli ultimi anni. Un predatore vorace, che in alcuni casi ha anche creato non pochi problemi alle altre specie. La sua è una pesca abbastanza economica, in quanto è sufficiente utilizzare pesci vivi o tranci di pesci. Come li insidiano in Tirreno e Adriatico?
Mar Tirreno
Alcuni anni fa, quando c’è stato il boom del serra nel Tirreno, non era raro catturare esemplari di grossa taglia. Negli ultimi anni, però, la taglia media è nettamente diminuita al punto da assestarsi tra 800 grammi / 1 chilogrammo.
Come per la spigola, l’esca viva è sicuramente più redditizia, ma diversamente da molte altre specie non si utilizzano esche quali bigattini o vermi. Simone Paniconi ha svelato che l’utilizzo del vivo è molto redditizio nelle ore notturne di luna piena, in particolare utilizzando la spigola.
Nelle ore diurne, invece, le due esche principali sono l’aguglia ed il cefalo. Infine, parlando sempre della notte, in caso di luna nuova, quindi assenza totale di luce, ci sono più catture innescando il trancio.
La montatura è molto semplice. E’ sufficiente una classica teleferica con piombo e bracciolo, a cui poi applicare l’esca.
Mar Adriatico
In questo caso la taglia delle catture rimane abbastanza alta. Non sono rari pesci fino a cinque chilogrammi di taglia, con particolari serate che possono mostrare molta attività. Diversamente dal Tirreno, però, è il trancio di cefalo che fa la differenza. Pare essere molto importante l’utilizzo di cefali che tendono a vivere in mare aperto, piuttosto che all’interno dei porti in quanto la sensazione di Lorenzo è che il serra sia molto sensibile di olfatto.
PESCA IN AUTUNNO
Passato il periodo estivo, sempre abbastanza poco redditizio a causa della stagione balneare, ritornano i pesci di taglia e c’è maggiore variabilità di specie.
Mar Adriatico
Ritorna la mormora in pezzature interessanti, ma ciò di più interessante è l’avvicinamento delle gallinelle. Dei pesci interessanti sotto tanti punti di vista: da una parte sono stupende per i colori che presentano, dall’altra sono ottime a livello culinario.
Andando nel dettaglio della pesca alla gallinella, la lenza è molto simile a quella della mormora. L’unica differenza risiede nella dimensione degli ami che devono essere più grossi e l’innesco, trancio di sarda o aguglia.
Se per la prima è necessario utilizzare il filo elastico per evitare che si stacchi durante il lancio, la seconda ha una carne molto più dura e resistente.
Avvicinandosi all’inverno, aumentano le mareggiate e di conseguenza si può tornare a cercare le spigole. In aggiunta, in determinate condizioni, non è raro ritrovare le ombrine con esemplari fino a circa due chilogrammi di peso.
In aggiunta, tra le altre specie insidiabili, non mancano i saraghi nelle giornate di scaduta.
Mar Tirreno
Stesso discorso per il Mar Tirreno, con diverse specie che tendono ad avvicinarsi a riva. Oltre alle aguglie, mormore di taglia, i cefali ed i sugarelli, non è raro catturare anche le leccie. Verso metà autunno si iniziano a catturare delle lampughe.
La pesca della lampuga si effettua dalle scogliere con la teleferica ed il vivo. Sono finestre di un paio di settimane all’anno, specialmente quando il mare tende ad essere calmo. L’esca più utilizzata? L’aguglia.
Parlando di leccia amia, questa entra in attività con il mare mosso e naturalmente viene insidiata con la classica teleferica e l’esca viva. Unica differenza è la tipologia di esca da utilizzare. Come sempre si tratta del classico cefalo, ma di dimensione non inferiore ai 6-700 grammi fino ad un chilogrammo circa. La migliore condizione è quando c’è il temporale.
LANCIARE A SURFCASTING
Il Lancio a Surfcasting è molto importante, non per le distanze ma per come può cadere la lenza in acqua. I pescatori più bravi sono in grado di raggiungere anche i 150 metri di distanza, ma spesso non serve andare troppo lontano per trovare il pesce.
Come lanciare? Sono diverse le tipologie di lancio, tra cui il più famoso è certamente il ground. Ad ogni modo, per chi volesse iniziare, il consiglio è sempre quello di andare con qualcuno per farsi insegnare qualche trucco. Rompere il filo o la canna è molto più semplice di quanto si possa pensare.