PESCA IN BOLOGNESE – LA MIA PASSIONE AL MARE
Per descrivere ciò che provo, tutte le sensazioni che sento ed i motivi che mi attaccano di più a questo tecnica potrei parlare per ore. Ciò che attira il pescatore ad innamorarsi della pesca in bolognese non è un solo particolare, sono tante cose. Prima di tutto essere a pari livello con la preda che cerchiamo di insidiare. Poi il fatto di dover pescare con finali capillari ed ami piccolissimi. Dettagli che ci permettono di vivere le fasi del combattimento con il batticuore. Con la pesca in bolognese non esiste il tiro alla fune in quanto tutto è sottodimensionato in base alle prede che possono capitare dall’altro capo della lenza. Potremmo definirle come delle grandi sfide che tanto piacciono al bolognesaro.
A noi piacciono i lunghi combattimenti. Ci piace il tremore alle gambe mentre la preda effettua veloci ripartenza facendo cantare la frizione. Siamo malati delle pieghe delle nostre lunghe bolognesi. Coccoliamo i nostri puzzolenti bigattini. Siamo meticolosi nel preparare le nostre lenze perché non possiamo arrivare in qualsiasi spot. Passare il filo tra gli anelli, inserire un galleggiante, mettere 4 pallini a caso e legare un amo qualsiasi . Può capitare che così facendo qualcosa abbocchi. Si, può capitare. Credo che sia successo un po’ a tutti che trovandosi a pesca da svariate ore senza prender niente arrivi il pescatore della domenica (come a noi piace chiamare colui che va a pesca tanto) che si ferma vicino e ci fa la classica domanda : Preso qualcosa? Oppure ancora : Ti da fastidio se mi metto qui vicino?
Ovviamente noi vedendo il tipo di pescatore non ci facciamo caso e lo lasciamo fare. Inizia la preparazione con canne del paleolitico e mulinelli che hanno visto giorni migliori. In bobina un filo che sarebbe esagerato anche per la pesca del grande tonno rosso e così via con il resto dell’attrezzatura. Infine, dulcis in fundo, un galleggiante a caso che solo cascando in acqua crea un’onda anomala. Sondare il fondale? Nemmeno a parlarne. Dieci minuti di orologio ed è già in pesca, catturando quel pescione che noi meticolosi pescatori cerchiamo da ore o giorni. Si, sono situazioni che sono già capitate a tutti.
Ma il nostro essere pignoli e meticolosi in tutto ci farà fare sempre la differenza. Sono quei piccoli accorgimenti, quelle piccole modifiche che apportiamo alle nostre lenze che cambieranno l’esito ed il risultato della nostra pescata. Io personalmente non vado mai sullo spot con la lenza già pronta e fatta precedentemente a casa. La lenza va realizzata sul posto, perché prima di scegliere la bolognese da utilizzare, la grammatura del galleggiante che prenderemo in considerazione e l’importantissima spallinata che andremo a realizzare seguita da un finale più o meno lungo e sottile, dobbiamo vedere che condizioni climatiche ci troveremo davanti quel determinato giorno.
Prima di tutto scegliere una postazione dove dovremo stare comodi nelle varie situazioni di pesca. Un posto che garantisca uno spazio di movimento sufficiente in caso di cattura XXL. Poi il nostro sguardo andrà ad affacciarsi sul mondo marino, cominciando a scrutare e cercando di captare come dover comportarsi. Sarà in questo preciso momento che avremo l’ispirazione giusta su come costruire la nostra lenza.
- La forza del vento e la direzione
- La direzione e la forza della corrente marina
- Capire se si è in presenza di due flussi di corrente, superficiale e quella sottostante che spesso sono contrarie e con spinta diversa.
Spesso risulta facile perché purtroppo è ormai ovunque ci sia un pezzo di plastica fluttuante in acqua che osservandolo ci fa capire la direzione di essa. Oppure, come faccio io e a mio parere migliore come metodo, lancio una manciata di bigattini. Osservando la direzione che prendono durante la discesa verso il fondo capirò dove si muove la corrente. Dopo tutto ciò si va a scavare nella nostra memoria scovando tra i ricordi come dover impostare la lenza in base a sessioni passate nelle stesse condizioni.
Una volta fatto il tutto si passa a sondare il fondo. Operazione che ci permetterà di capire a che profondità pescare. Pronto il tutto si passerà alla parte piscatoria, alla parte attiva, innescando e cominciando a lanciare la lenza in acqua dove le prime fasi saranno di osservazione del comportamento della lenza in acqua in modo da poter apportare qualche modifica in caso di necessità. Una volta sistemato il tutto si comincia la pasturazione. Una buona preparazione di tutto ciò farà in modo che le nostre sessioni di pesca difficilmente finiranno con esito negativo. Naturalmente stiamo parlando di pesca, dove nulla è scontato. Se il pesce non vuole mangiare non potremo farci nulla. Tutto ciò fa parte del gioco.
Ed è proprio questo aspetto che ci attira e che rende questa passione così bella. A noi piace la sfida ed il mettersi in gioco sempre . Viva i pescatori, viva le persone semplici che hanno come me questa splendida passione. Questo è il mio approccio ed in futuro cercherò di entrare più nel vivo delle varie lenze da poter utilizzare nelle varie situazioni di pesca. Un saluto a tutti sperando che questo mio semplice scritto sia di aiuto a molti ragazzi che si stanno affacciando a questa tecnica di pesca.