Tra le tante tecniche di pesca trattate in oltre undici anni di attività, mai avevamo dedicato un articolo in dettaglio sul lavarello. Un pesce che in pochi avranno avuto possibilità di insidiarlo, in quanto la sua pesca si pratica esclusivamente da natante. E’ pertanto indispensabile avere la possibilità di uscire a pescare in barca. Insieme all’amico Marco Rossi, abbiamo deciso di mettere in pratica la teoria spiegata in occasione di una delle dirette Fishingmania Talk Show, in occasione del lockdown primaverile 2020.
IL LAVARELLO
Prima di iniziare questa veloce guida sulla pesca al lavarello, è giusto dare qualche nozione su questo salmonide. Avete letto bene, non ci siamo sbagliati. Il lavarello, o coregone, appartiene alla stessa famiglia delle trote. Non si tratta di una specie autoctona, ma è stato inserito nelle acque dei grandi laghi prealpini del nord Italia, per motivi commerciali. Nonostante l’alloctonicità, non è una specie invasiva che può creare problemi alle popolazioni autoctone.
Dove Trovarlo
Nelle acque italiane è presente in buona quantità nei laghi Maggiore, Lugano, Como, Iseo e Garda. Proprio nel Garda, la sua presenza è estremamente importante per le attività di pesca professionale. Non manca anche in altri specchi d’acqua di più piccole dimensioni, come il Lago di Caldonazzo, che ospita ogni anno un importante e seguito evento denominato Coregone Trophy. Infine esistono anche degli esemplari nei laghi appenninici del centro Italia.
Quando e Dove Catturarlo
Il lavarello si può catturare tutto l’anno, a partire dal mese di febbraio. Nei due mesi precedenti, dicembre e gennaio, la sua pesca è vietata per garantire il periodo di frega. Come detto, si può pescare esclusivamente dalla barca in quanto tende a stazionare in aree abbastanza profonde, a partire dai 25 metri. Inoltre, la particolare pesca che bisogna praticare e che presenteremo nel proseguo dell’articolo, rende praticamente impossibile il suo svolgimento da riva. Si sposta in branchi, motivo per cui è facile effettuare più catture in successione nel momento in cui passa il branco sotto la propria postazione.
La detenzione del lavarello è consentita e, considerata la popolazione, non è problematico trattenere qualche esemplare. Attenzione però alla misura minima, quantificata in 30 centimetri.
E’ un pesce che può raggiungere dimensioni importanti, oltre i cinquanta centimetri ed il chilogrammo di peso. In particolare il Lago di Caldonazzo è famoso per la presenza di esemplari di grossa taglia.
Cosa Mangia
E’ prevalentemente un insettivoro e si nutre in particolare di larve di chironomide. Proprio come nella pesca a mosca, è molto importante valutare di schiusa e gli orari. Normalmente i pescatori che praticano questa pesca, evitano di uscire troppo presto alla mattina in quanto non c’è molta attività di schiuse e si avrebbero poche catture.
PESCARE IL LAVARELLO
Prima cosa: procuratevi una barca. Beh, naturalmente non vi stiamo consigliando di comprarla. Al giorno d’oggi, se non avete amicizie che vi possono portare, è sufficiente noleggiarla. In diversi laghi ci sono queste possibilità. Ma andiamo in dettaglio a parlare di cosa serve, partendo dalle basi.
Canne
Dimenticatevi canne lunghe, rigide e robuste. La canna per la pesca del lavarello è qualcosa di totalmente differente. Il fattore fondamentale è la sensibilità. La canna deve presentare un’azione morbida ed una cima molto sensibile. Ci deve permettere di avere un contatto diretto con il fondale. Il motivo ve lo spieghiamo poco più avanti.
La lunghezza è qualcosa che può variare da pescatore a pescatore ed anche dalla barca su cui pescate. Da 180 a 270 centimetri, tutto può andare bene, anche se negli ultimi anni c’è stata la tendenza ad accorciarsi. Le classiche due pezzi sono la scelta più gettonata, anche se qualcuno non disdegna la monopezzo o addirittura una monopezzo con cimini intercambiabili.
Azione morbida perchè non dobbiamo dimenticarci che peschiamo su profondità oltre i 25 – 30 metri. Di conseguenza serve elasticità per assecondare le fughe di un pesce che sta risalendo in superficie.
Mulinelli e Fili
Canne corte, mulinelli di piccola taglia. Inevitabile. Possono essere l’ideale i classici mulinelli da trout area, nelle dimensioni da 1000 a 2000. Consigliato imbobinarli con delle trecce sottili, nell’ordine degli 0.06 – 0.08 mm, che possano aiutare ad aumentare la sensibilità alla mangiata.
Esche
L’esca da lavarello è una sola: la moschetta. In commercio ne potete trovare di tantissimi tipo e marche, ma le migliori sono quelle che vengono realizzate artigianalmente. Se siete degli appassionati di pesca a mosca, non avrete grossi problemi a realizzarle. Assicuratevi di avere a disposizione una vasta gamma di colori e misure di ami. In questa pesca, come nella mosca e nello spinning, è importante continuare a cambiare colorazione finchè non si trova quella giusta. Anche se ci si trova a profondità oltre i trenta metri, il colore potrebbe fare la differenza.
Stesso discorso anche per l’amo. A volte un amo più grosso di appena una sola misura, potrebbe non regalare catture. Di contro, una misura più piccola, a distanza di soli due metri gli uni dagli altri, può essere estremamente catturante.
La lunghezza del terminale con le moschette è normalmente leggermente più lunga della lunghezza della canna. Ma se volete avere un’idea più chiara su come realizzare le moschette, vi rimandiamo alla diretta realizzata con Marco durante il lockdown.
Il guadino
Dovete averlo sempre. Non potete mai sapere cosa c’è attaccato in fondo alla vostra lenza. A volte possono essere anche due lavarelli insieme, altre dei grossi persici o addirittura dei lucci. Il guadino è fondamentale, meglio se gommato.
AZIONE DI PESCA
Poca attrezzatura, ma nonostante ciò non possiamo pensare che sia una tecnica semplice da praticare. La pesca al lavarello è prima di tutto una pesca di pazienza. Tutte le tecniche dovrebbero esserlo, ma questa ancora di più.
La lenza presenta in fondo un piombo di grammatura che varia a seconda delle condizioni meteo. Normalmente da 15 a 30 grammi. Si lascia cadere la lenza finchè il piombo non tocca il fondale. A quel punto, si mette in tensione la lenza e si fanno dei leggerissimi movimenti su e giù della canna. La lenza deve far si che le moschette abbiano un movimento il più naturale possibile. La mangiata sarà possibile percepirla in quanto sentirete una tocca diversa e la vetta si piegherà di più. A quel punto non date una ferrata, ma sollevate la canna ed iniziate a recuperare.
Il lavarello ha un labbro molto delicato, quindi una ferrata potrebbero portare ad una sicura slamatura. Inoltre, per lo stesso motivo, evitate di recuperare troppo velocemente.
Come detto, non è una pesca semplice, ma nemmeno troppo complicata. Provatela se ne avete la possibilità e sicuramente vi verrà voglia di tornare almeno una – due volte l’anno.
IN CUCINA
Lo abbiamo detto all’inizio dell’articolo. Il lavarello è una specie molto apprezzata per le sue carni gustose. La pesca professionale nei laghi deve molto al lavarello/coregone e così anche i ristoranti sulle sponde dei laghi. Parliamo sempre di un salmonide, pertanto non dobbiamo stupirci se ha un alto valore culinario.
Fishingmania promuove sempre il catch & release, ma per quanto riguarda il lavarello non ci scandalizzeremmo se si decide di tenere qualche esemplare. Ci raccomandiamo sempre di controllare i periodi di chiusura e le misure minime.
PERIODI DI CHIUSURA
Lago Maggiore – 1/12 – 15/1
Lago di Como – 1-12 / 15-1
Lago di Lugano – 15/11 – 24/1
Lago d’Iseo – 1/11 – 15/1
Lago d’Idro – 1/12 – 15/1
Lago di Garda – 15/11 – 15/1
2 commenti
Volevo sapere se si riescono a catturare i coregoni a ottobre
Ciao Ivan, non è escluso prenderli anche ad ottobre, specialmente quelli di più grossa taglia