Pesca in Adda tra Tinche e……

Pescare a feeder a Lecco

Cavedani, pighi, scardole, gardon, barbi, tinche, trote, savette, persici reali ed anche breme. Provate a trovare in tutta Italia un posto che può offrire una biodiversità simile, con un’alta quantità di specie autoctone. E pensare che fino a dieci anni fa, breme e gardon non esistevano ancora in questo angolo di paradiso nel nord della Lombardia. Di quale spot stiamo parlando? Ma che domande, dell’Adda a Lecco naturalmente!

Tabella dei Contenuti

LA VERA UNIVERSITA’ DELLA PESCA

Con il Mincio a Peschiera del Garda ridotto nelle condizioni che tutti conosciamo, la vera università della pesca adesso non può che essere l’Adda a Lecco. Uno spot davvero difficile da affrontare, che non tutti sono in grado di interpretare. Brianzoli e milanesi sono di casa e non è un caso se i migliori pescatori di bolognese sono di quelle parti. Il coefficiente di difficoltà è alto per svariati motivi. La corrente che cambia a seconda della distanza di pesca; il forte vento che la mattina spira dal lago e si incanala nella vallata; la presenza di una importante gronda a meno di una decina di metri da riva; l’acqua estremamente limpida e trasparente che obbliga l’utilizzo di terminali sottili in bolognese; l’aggressività delle catture, una volta allamate. Un mix di cose che rendono una sessione di pesca a Lecco, decisamente non semplice. Ma non scoraggiatevi, Lecco è spettacolare anche in caso di cappotto.

FEEDER CON CARPE DIEM PESCA SPORT

In passato abbiamo avuto modo di parlare più volte della pesca in bolognese in questo tratto di Adda. Per quel che riguarda il feeder invece, non ci siamo mai soffermati più di tanto. Questa volta abbiamo deciso di sfruttare il buon periodo di agosto, per andarci assieme all’amico Emanuele del negozio di pesca di Cantù. Carpe Diem Pesca Sport è un negozio che nel corso dell’ultimo biennio si è specializzato principalmente in due tecniche: spinning e feeder. Una scelta dettata dalla tipologia di acque presenti nel raggio di 30 km da Cantù.

Carpe Diem negozio di pesca a Cantù

COME PESCARE A LECCO

Lecco non solo regala un panorama unico ma, come precisato all’inizio dell’articolo, presenta un’altissima biodiversità ittica. Tra i ciprinidi autoctoni mancano solamente i triotti e le lasche, ma per il resto ci siamo con tutti. Anche le carpe sono sicuramente presenti, ma catturarle è praticamente impossibile considerata la taglia che raggiungono nel Lago di Como.

Il feeder non è nuovo in questo tratto di Adda, ma in passato veniva chiamato diversamente. Era il semplice ledgering, utilizzando un classico piombo oppure un semplice pasturatore da bigattino. Adesso si è un po’ più evoluto, con il method feeder, il pellet feeder, svariate tipologie di cage e block end.

Method Feeder

Non è come pescare nelle acque commerciali. Le sessioni di method feeder in ambiente libero sono decisamente più complicate. La corrente, la gronda ricca di incagli e la profondità che può scendere dai cinque agli oltre dieci metri a seconda dello spot di pesca. Sono diverse le variabili da considerare che possono rendere la pescata molto tecnica. Con il method però, si alza la possibilità di insidiare tinche, anche di grossa dimensione, barbi e le ultime arrivate breme.

Grammature

Importante avere un’ampia gamma di scelta, in base alle condizioni del fiume. Per quanto riguarda i method, opportuno essere pronti dai 40 grammi nelle situazioni di lago sotto gli 80 cm di livello, fino ai 100 grammi delle condizioni più estreme. Ma andremo più in dettaglio con i prossimi articoli specifici, anche per la tipologia di ami da utilizzare. Vi sveliamo subito un piccolo segreto: utilizzate ami con baionetta o hair rig.

Feeder Classico

Paniere, feeder arm alto e impostazione da garista. Anche questo è possibile a Lecco. Certo, quando è presente un po’ di sponda ed il lago è sotto gli 80 cm di livello. In questo caso potrete fare una pescata con un assetto perfetto. Canne da 12 / 13 piedi ed un casting da 60 / 70 grammi massimo. Pasturatori block end / open end fino al massimo consentito dalla canna e vettini da 1.5 oz. Questo è l’assetto per una pescata a pighi, savette e cavedani.

Se invece volete tentare il pezzo forte, come tinca e barbo, allora cambia tutto. Canne da 13 piedi almeno o addirittura specialist, pasturatori da minimo 60 grammi a salire finchè non si resta fermi sul fondo. Pastura, fiocco di bigatti, trenino di mais o dumbells / mini boilies e sessioni da 15 minuti. Una pescata più “cattiva”, ma che può regalare pesci di bella taglia.

Grosse Breme pescando a feeder classico

Feeder a Scarroccio

Una pesca dinamica e molto divertente. Questo è in sintesi lo “scarroccio”. Una impostazione che permette di effettuare diverse catture, pescando con grammature molto più leggere di quanto servano per restare fermi. Come dice il nome stesso, la pesca a scarroccio è una pesca di movimento. Con pasturatori da 30 – 40 grammi, sia cage che con i fori per i bigattini, si lancia a monte di circa 5 metri e si fa la passata. E’ consigliabile tenere la canna in mano, in modo da avvertire più facilmente la toccata. Maggiormente indicata per pighi, scardole e savette, non è raro attaccare barbi, cavedani ed occasionalmente tinche.

Diversamente dalla pesca a method, si utilizzano terminali lunghi almeno 120 – 150 centimetri ed ami classici a gambo medio lungo. Essendo una pesca di continuo movimento, la passata può durare solamente una ventina di secondi, quindi abbiate a disposizione almeno 3 chilogrammi di pastura ed un buon quantitativo di bigattini per cinque ore di pesca.

Attrezzatura Semplice

Il vantaggio della pesca in questo spot è la necessità di poca attrezzatura. La pesca si può effettuare in acqua con gli waders, pertanto lasciate a casa paniere e sedie a favore di una semplice pedana. Una borsa con ami, inneschi e pasturatori, un secchio, un contenitore in Eva ed un palo completano lo stretto necessario.

I PESCI DI LECCO

Vi diamo una velocissima guida anche sulle principali catture che popolano le acque dell’Adda a Lecco.

Pigo

Lo riconoscete per il corpo allungato ed una particolare leggera gobba sulla schiena. Il pigo è una delle specie autoctone che stanno pian piano scomparendo e solamente in Lombardia pare riescano ancora a resistere. Sono della stessa famiglia dei gardon, al punto che ci possono essere dei casi di ibridazione. Il primo segno distintivo che vi permette di distinguere il pigo da scardole e cavedani è la particolare forma della bocca. A seguire, la livrea. Presenta delle scaglie piccole e con una colorazione che varia dall’argentato al verdastro. 

I bigattini bianchi sono l’esca principale per insidiare il pigo, sia con innesco singolo, sia doppio o triplo. Nel periodo di massima frenesia alimentare, risponde anche sul chicco di mais, il verme e la mini boilies. 

Savetta

Pesce ancora più raro del pigo. Ad eccezione di qualche fiume nel Nord e Centro Italia, Lecco è rimasto l’unico posto in cui è la savetta è presente in quantità. La taglia media è di circa 3-400 grammi, ma non mancano anche esemplari oltre il chilogrammo.

Predilige il pane come esca, motivo per cui è più facile prendere in bolognese che a feeder. Nonostante ciò, tra un pigo e l’altro, può capitare di catturarne qualche esemplare. 

Si può notare la loro presenza per i continui salti a centro fiume. Il periodo migliore è quello di settembre. 

Scardola

Con le condizioni di acqua alta, nel 2021 c’è stata una buona quantità di scardole in questo tratto di Adda. Pesci di taglia importante, con esemplari oltre il chilogrammo. Tendono a mangiare quasi in caduta, stazionando maggiormente sollevati dal fondale.

L’esca preferita della scardola è il bigattino bianco e giallo. In altri spot non disdegna la camola e predilige una pastura molto dolce. 

La scardola è facilmente distinguibile. Corpo tozzo, scaglie grosse e bocca nettamente più ampia rispetto al pigo, senza la presenza del rigonfiamento sul labbro superiore tipico di pighi e sopratutto savette.

Tinca

In merito alla tinca andremo in dettaglio in un prossimo articolo. Nel frattempo vi diamo due info veloci sugli inneschi e la pastura da utilizzare. La tinca si prende principalmente pescando fermi sul fondo. Con il livello e la portata normale, a method feeder. In situazioni di portata oltre i 300 metri cubi al secondo  e livello oltre 90 cm, preferibile il cage. 

L’esca è fondamentale. Predilige il colore rosso o al massimo arancione. Pertanto, dumbells o mini boilies di quella colorazione, magari con aromatizzazione dolce. Fragola, cioccolato, ciliegia, prugna. Queste gli aromi da avere sempre con voi. Stesso discorso anche per la pastura, preferibilmente rossa e dolce. 

Periodo migliore da agosto a settembre.

Cavedano

Il re dell’Adda. Difficile da insidiare a feeder nel periodo estivo, è più facile portarlo a guadino verso la fine di settembre e ad ottobre. Mesi in cui la quantità di pighi pare calare. Si insidia con terminali più sottili anche pescando a feeder e con pasturatori da bigattino. Inevitabile specificare che il bigattino è l’esca principe.

Barbo

Anche se ormai sta aumentando la quantità di esemplari di Barbus barbus, resiste qualche bel nostrano. Li riconoscete dalla livrea gialla / arancio sgargiante ed il labbro carnoso. Una specie che si insidia principalmente pescando fermi sul fondo, con cage caricati a pastura al formaggio e bigattini incollati. Rispetto al cavedano potete azzardare terminali di diametro più spesso. 

PARCHEGGI

Questa è la nota dolente di Lecco. Il parcheggio è sempre un problema non da poco. La soluzione migliore è essere sul posto presto, prima dell’alba. Non solo potrete mettervi nelle postazioni migliori, ma non dovrete nemmeno pagare il parcheggio. In alternativa, se doveste tardare, ci sono diversi parcheggi a pagamento.

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