Pesca in bolognese – Barbi con la pasta

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PESCA IN BOLOGNESE – INNESCARE LA PASTA

La pesca in bolognese e l’Adda. Per Maurizio Teodoro sono la tecnica preferita ed il fiume dell’infanzia. Tutto ciò che lo hanno formato come pescatore nel corso degli anni. L’Adda per il commissario tecnico italiano più titolato non ha segreti. Come non ha segreti la pesca in bolognese.

Proprio grazie a Maurizio abbiamo svelato molti segreti di questa tecnica nel corso degli anni. Mancava però ancora una piccola variante, che potremmo definire storica. La pesca con la pasta, volgarmente anche chiamata la pesca con la “Pappa”.

Una novità? Assolutamente no. La “pasta” era un innesco molto popolare ai tempi dei nostri genitori/nonni nei fiumi. Stiamo parlando del periodo attorno agli anni 60 – 70. Ma in parole povere, cos’è esattamente la pasta intesa come innesco?

E’ un mix di pastura e pane, nel quale viene aggiunta una percentuale di colla arabica per tenere unito il composto. Modellando la pastura, con una piccola pallina si copre per intero l’amo, un po’ come si fa quando si utilizza il pane come innesco. Un procedimento molto simile alla pesca con la mazzetta al cefalo, con l’unica differenza che in mare si utilizza o l’ancorina o più ami.

Per capire come funziona abbiamo messo in pratica questa particolare pesca. Ad aiutarci ovviamente l’amico Maurizio Teodoro, ct campione del mondo e rappresentante Milo da ormai due anni. Assieme a lui anche Gianluca, un ragazzo che da diverso tempo ha preso l’abitudine di innescare la pappa quando va a pesca. Spot prescelto, il basso tratto dell’Adda popolato da diversi esemplari di Barbus barbus.

Cavedano, barbo, pigo, savetta, scardola, carpa. Tutti pesci che alla pasta difficilmente resistono. D’altronde è come pescare con la pallina di pastura attaccata all’amo. Non cambia molto dalla classica pesca con il bigattino o il verme. Le uniche differenze si possono ritrovare nella montatura e come modificare la passata.

Come la classica pescata con i bigattini in bolognese, l’innesco deve rasentare il fondo. L’inganno per il pesce sta nel movimento il più naturale possibile dell’innesco. Questo deve sembrare una pallina di pastura che si è staccata dalla retina e viene trasportata dalla corrente. La maggior parte delle mangiate infatti avvengono sempre o poco più a valle dell’area pasturata, oppure alcuni metri più a valle ancora.

La montatura deve essere abbastanza aperta per far si che la lenza risulti molto morbida. Meglio evitare l’utilizzo di sfere o torpille, a favore di un classico bulk con piombini. Il consiglio di Maurizio è quello di non usare pallini troppo piccoli per evitare che l’esca ci metta troppo a calare verso il fondo. Importante ricordare di non tarare troppo il galleggiante perchè la “pasta” sull’amo pesa molto di più dei cagnotti. La trattenuta deve essere guidata e non rallentata, come spesso si fa con altri inneschi.

Estremamente importante ricordarsi che ad ogni passata l’amo tornerà pulito in quanto la pasta tende a sciogliersi. Per questa particolare occasione Maurizio ha pensato di utilizzare una pastura targata Bait-Tech: la Big Carp Method Mix. Una pastura nata per la pesca a feeder con il method feeder, che risulta essere già da sola molto legante. Inoltre ha la particolarità di avere come base il krill, il che gli da un’aroma molto intenso.

L’aroma è fondamentale quando si pescano i barbi. Che sia formaggio o halibut, non ha grande importanza. L’importante è che l’odore sia molto forte ed attiri il pesce. Secondo particolare da non dimenticarsi mai è la presenza di pane. Il pane, ammollato precedentemente, deve essere inserito nella percentuale del 20%. E’ questo l’ingrediente fondamentale per la creazione della cosiddetta “pappa”. L’aggiunta di un 20% di colla garantisce una maggiore tenuta del mix sull’amo.

Per l’occasione Maurizio ha pensato bene di approfittarne per presentare una delle ultime creazioni dell’azienda Milo. Nell’ambito delle bolognesi Milo quest’anno ha realizzato delle canne a dir poco strepitose, che in fiera hanno attirato l’attenzione di tutti. Le bolognesi Redvolution, a completare la gamma dell’anno con roubaisienne e paniere. Queste bolognesi sono disponibili in due versioni: Light e Strong.

Ovviamente, considerando gli avversari di giornata tra corrente sostenuta e barbi, la scelta è ricaduta sulla Strong. Una canna disponibile nelle misure da cinque ad otto metri, con azione progressiva di punta con molta riserva di potenza. Indispensabile quest’ultimo aspetto quando si vuole pescare i grossi barbi di Ticino, Adda e Po.

La Milo Redvolution Strong ben si è comportata con i pochi pesci che si sono fatti vedere. Complice un temporale della sera prima, l’acqua dell’Adda si è sporcata, risultando con un livello leggermente più alto del normale. Tutto ciò ha praticamente bloccato l’attività del pesce, che ha sentito la presenza di due lenze in acqua diventando molto più sospettoso. E meno male che si pescava con pastura e pane, altrimenti con le classiche esche il cappotto sarebbe stato un rischio concreto.

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