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VARAKAYA OUTDOOR – PESCA IN KAYAK ALLE MANGIANZE
Finalmente ci siamo. Finalmente anche la Riviera di Ponente della Liguria inizia a vedere le prime mangianze. E’ stata una stagione lunga quella di quest’anno, con le tanto attese mangianze che si sono fatte attendere. In primavera poco movimento, ad eccezione dell’area davanti a Genova. Sugarelli e sgombri quanti se ne volevano, ma di alletterati poco o nulla.
Grazie al cambio di temperatura, con la gradazione del Mar Ligure scesa di qualche grado, tombarelli ed alletterati sono entrati in movimento. Ovviamente si sono mossi sui grandi banchi di acciughe che da mesi sono presenti nel Ligure.
Ed allora bisogna approfittarne finchè si è in tempo. Le mangianze sono strane, perchè possono durare pochissimi giorni o settimane. Meglio sfruttare l’occasione quando il periodo è favorevole, così come le condizioni meteo. In più, le mangianze presenti tra Arenzano e Savona sono decisamente vicine a riva. Ecco quindi che è l’occasione buona per fare un’esperienza nuova, ovvero fare una sessione di pesca in kayak.
Il Kayak Fishing è una disciplina che sta crescendo fortemente nel nostro Paese. Un approccio diverso rispetto alla barca e molte più alternative di pesca, oltre a restare praticamente a strettissimo contatto con il mare. Naturalmente bisogna faticare un pochino di più rispetto alla barca, ma è comunque una soddisfazione effettuare catture dal kayak. In Liguria esiste un’associazione nata quest’anno che permette di noleggiare i kayak. Già lo conoscete, visto che ne abbiamo già parlato in passato.
Parliamo di Varakaya Outdoor dell’amico Alessandro. Varakaya ha la sede alla Lega Navale di Varazze, al porto di Varazze. Viste le notizie di movimenti al largo delle coste di Ponente, non potevamo non approfittare dell’occasione presentatasi.
Appuntamento appena prima dell’alba, colazione, preparazione e si esce. Due canne a testa, una scatola di artificiali e siamo pronti. Giornata buona, con onda da trenta centimetri e sopratutto cielo coperto. Forse un po’ troppo coperto con un muro d’acqua all’orizzonte sul mare.
IMPOSTAZIONE DI PESCA
La scelta iniziale è di partire a traina utilizzando delle esche siliconiche. Alessandro con una specie di sabiki montato con cinque raglou, Matteo con un semplice shad spiombato da 8 centimetri circa. Le altre canne sono invece armate da spinning, con metal jig e long jerk. La scelta è di trainare verso il largo, andando in aree con almeno sessanta / settanta metri di profondità e sperare in qualche segno dai gabbiani.
Non passano nemmeno quindici minuti di pedalata (i kayak di Varakaya sono a pedali), che la canna di Ale si piega. Un tombarello non ha resistito al raglou trainato. Bene! Ottimo inizio. Dopo pochi minuti iniziamo a vedere gran movimento al largo, con gabbiani che si lanciano verso il mare. Ci siamo, è una mangianza. Anzi no, sono più mangianze. Da lontano vediamo anche partire uno stormo immenso di gabbiani, scena mai vista prima.
Dopo una buona mezz’oretta di viaggio arriviamo nell’area calda. Il tutto mentre il cielo non promette nulla di buono. Le acciughe iniziano a saltare, così come i tombarelli. C’è molto movimento, ma purtroppo la taglia non è altissima. Peccato, ma meglio che niente e ci accontentiamo.
Proviamo subito a spinning ed Ale al primo lancio prende un altro tombarello. E’ solo un fuoco di paglia perchè sulle altre esche metalliche non avremo più attacchi. Serve prendere una decisione drastica per portare in kayak altri pesci. Unica soluzione? La classica canna montata con bombarda e raglou. La vecchia e cara bombarda che non tradisce mai.
Cinque minuti di pausa ai box con il mare sempre più mosso sono obbligatori, anche a costo di rischiare la nausea per il mal di mare. Bombarda pronta con un metro e mezzo di terminale, amo da bass del n.2 e classico raglou Edmond Pesca da 4 centimetri. E’ la svolta. Primo lancio, tombarello. Secondo lancio, slamato. Terzo lancio, altro tombarello. Una serie non lunga in quanto le mangianze sono molto veloci, ma sufficiente per avere circa una decina di attacchi.
Il cielo tuona ed il muro d’acqua è sempre più nero in lontananza. Meglio ritornare, anche perchè siamo gli unici in mare con quattro aste in carbonio. Non proprio il massimo della sicurezza. Durante il viaggio di ritorno, abbastanza lungo a causa delle onde lunghe e la corrente sfavorevole, mettiamo le canne a traina ed abbiamo altri due attacchi.
Le mangianze ci sono e non si può perdere questa occasione di pescarle in kayak. Noi ci siamo allontanati un po’, ma ci sono anche più vicino a riva andando verso altre direzioni.
Contattate Alessandro per poter uscire in kayak a caccia di mangianze attraverso la pagina Facebook di Varakaya :
CLICCA QUI
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