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PESCA ALL’ORATA DALLA BARCA
L’orata, assieme alla spigola la regina dell’area pelagica, forse il pesce più cercato dai pescatori da riva è sicuramente tra i pesci più buoni e combattivi che il nostro mare può offrirci. Dotata di placche ossee, ha un morso potente in grado di chiudere, rompere e piegare quasi tutti gli ami in commercio, ovviamente se allamata al centro della placca. E’ una specie che ama stare sia sulla sabbia, che tra le rocce e sul misto. Si nutre di granchi, sconcigli, telline, vongole, cannolicchi, piccoli cefalopodi, gamberi, vermi che trova sul fondo sabbioso mentre grufola. E poi ancora cozze, patelle, oloturie e paguri. In pratica abbiamo elencato qualsiasi invertebrato marino racchiuso in un carapace che non potrà mai essere al sicuro se è una zona ricca di diu questi potenti sparidi. La maggior parte dei pescatori tende a cercare l’orata pescando dalla spiaggia, ma le catture più interessanti, per ovvi motivi, si possono effettuare pescando dalla barca. Una pesca questa molto divertente in quanto si usano delle grammature di potenza abbastanza light e canne molto meno potenti delle canne da surfcasting e rockfishing. Un altro fattore che aumenta l’interesse della pesca a questo pesce è dettato dal fatto che bisogna trovare in mare aperto dei punti di pascolo delle orate. Da riva è molto più semplice per i motivi prima citati, dalla barca diventa un po’ più difficile.
Se si potrebbe pensare che esista una canna specifica per la pesca all’orata dalla barca, così non è. Non esiste una vera e propria canna da natante per l’orata. La cosa importante è di usarne una non troppo lunga, al massimo da tre metri, con un’azione di lancio di almeno 50 grammi di piombo. Perfette sono quindi le canne da bolentine, idonee al lancio, oppure canne da spinning con azione media in modo da gestire bene le fughe e le testate delle orate una volta allamate. Personalmente utilizzo tre canne da due pezzi da spinning: una molto parabolica ed una più fast. Natiuralmente una delle due risulta più leggera per il lancio di trenta grammi, mentre la seconda deve avere come già detto la capacità di lanciare circa una cinquantina di grammi. Inutile dire che i Penn sono i mulinelli più adatti per questa tipologia di pesca essendo di capienza esagerata, con alberino ultra resistente a frizione anteriore HT-100. Ovviamente tutti caricati con dell’ottimo nylon da 0.30 a 0.35 millimetri al massimo. La montatura scorrevole dove il fondo è sabbioso a mio avviso è la migliore, invece su fondale misto dove si incaglia facilmente si può usare anche la montatura con il piombo a perdere (tanto la distanza di lancio e minima ); il finale varia a seconda della taglia della “Regina” e della trasparenza dell’acqua e varia da uno 0.22 mm fino ad uno 0.40 mm quando si usano esche voluminose (Bibi, Granchio, misto verme/ granchio, verme/sconciglio, sarda). Diciamo che un compromesso va da uno 0.25/ 0.28 mm ovviamente in Fluorocarbon. Per quel che riguarda gli ami molto dipende dalla tipologia di esca che si utilizza. Se l’innesco è di piccole dimensioni si può restare attorno ad una misura del 4 – 6, mentre con granchi o cozze si raggiunge anche la misura del 2/0, preferibilmente in acciaio essendo molto più resistenti di quelli misto carbonio. Queste sono i punti chiave per chi volesse affrontare una pescata alle orate dalla barca. Poi è naturale che nel mentre si effettua questa pesca si può “incappare” in sorprese come ombrine o dentici e le prime, per esempio, mi sono venute a trovare durante l’ultima sessione di pesca.
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