Il Presidente di Unione Pesca della Provincia di Sondrio, Valter Bianchini, in rappresentanza di altre associazioni di pesca, ha inviato una lettera formale alla Regione Lombardia. Oggetto della lettera, l’attività di pesca ricreativa in tempi di Covid-19. Un messaggio in cui UPS, insieme a Unione Pescatori Bresciani, Fipsas, Arci Pesca Fisa, Unione Pescatori Bergamaschi, AILPS e APS Como, vuole cercare di far capire quanto non sia problematico l’esercizio della pesca durante la Fase 2 in periodo di Covid-19.
Le associazioni sopracitate sostengono che la pesca ricreativa è una di quelle attività che può ripartire in totale sicurezza. Un’attività a cui sono legati e dipendono molti interessi economici. Aziende e negozi di pesca in primis, ma successivamente anche ristoranti, bar e strutture ricettive.
Viene richiesto un distanziamento sociale nella Fase 2 e nell’esercizio della pesca è assolutamente necessario il distanziamento. Viene difatti sottolineato che da regolamento regionale, ogni pescatore può richiedere la distanza minima da un altro pescatore di dieci metri in linea d’aria.
Non solo. La pesca ricreativa si svolge in luoghi salubri, privi di pericoli di contagio e non richiede forme di assembramento. Senza dimenticare che gli spostamenti avvengono in maniera individuale tra auto, bicicletta, motocicli o a piedi. Uno spostamento giustificato dal possesso del permesso di pesca, oltre eventualmente ad una autocertificazione indicante il corso d’acqua e la località in cui si è diretti.
L’obiettivo è di sensibilizzare la Regione Lombardia a non chiudere in casa tutte le persone senza un valido motivo, quando ci sono attività che si possono svolgere senza problemi di assembramento.