SLOW PITCH – QUESTA TECNICA SCONOSCIUTA
Lo Slow Pitch nasce in oriente come pesca verticale per la necessità di muovere le nuove particolari esche da jig. Artificiali particolari che vengono mossi in maniera più ampia allargando la colonna d’acqua e più lenta per indurre all’attacco il pesce, ormai apatico a soliti jig mossi a velocità pazzesche.
Questa tecnica non arriva nel nostro mercato come la manna per catturare più pesci, ma porta le tecniche verticali in zone dove non proprio ci sono le profondità per il vertical jigging. Inoltre è una tecnica alla portata di tutti, dove il movimento non viene impresso dalle braccia, ma dalla canna e mulinello. Tutti i concetti che prima un pescatore aveva in testa cambiano. I concetti di schiena di una canna spariscono, i fili si assottigliano ed i mulinelli si sovradimensionano.
ATTREZZATURA
Quale tipologia di attrezzatura serve per poter iniziare questa tecnica esotica? Andiamo a scoprirlo, lasciando maggior spazio alla proposta di casa Hart Fishing tra canne e mulinelli.
Canne da Utilizzare
La canna diventa solo uno strumento per far muovere il jig. Più è morbida in confronto al jig e più ampia è la colonna d’acqua in cui lavorare l’esca. La trazione di questi jig a foglia fa piegare la canna fino al manico ed innesca una sorta di bunje jumping continuo. Un’azione che il pescatore deve imparare a tenere viva con rapidi colpi di mulinello. Personalmente sto utilizzando due canne targate Hart Fishing: Bloody Slow Jig e la Toro Slow Jig. La prima dall’azione molto morbida e capace di gestire grammature che vanno dai 40-90 grammi reali. La seconda più nervosa, per artificiali da 60-100 grammi. Entrambe ben rifinite, entrano nel mercato con prezzi molto concorrenziali e una componentistica di tutto rispetto.
Mulinelli
Passiamo al capitolo del mulinello. Un “mulo” da Slow Pitch, per come l’ho interpretato, si divide in due tipologie di modello. Da una parte il classico Bait Casting con frizione a stella e pulsante di apertura sulla bobina. Dall’altra parte il mulinello rotante da vertical jigging, con frizione a leva o stella, più leva di apertura.
Alla fine in questa particolare tecnica è il mulinello a fare tutto il lavoro pesante. Montato con mono leva e “pomellone”, girandolo crea uno scatto cadenzato che imprime un movimento al jig con minimo sforzo. In fase di cattura sopporta tutta la forza della preda e quindi si tende a sovradimensionarlo. I mulinelli che arrivano dal bait casting dotati di una frizione a stella ed un pulsante sulla bobina di apertura permettono di essere più precisi sullo strato d’acqua in cui vogliamo pescare. Allo stesso tempo però si usurano più velocemente.
Per quanto mi riguarda, sto utilizzando un mulinello a basso profilo sempre della azienda spagnola Hart Fishing. Si tratta del Phantom, un prodotto nato per la pesca al luccio che ho modificato appositamente per questa tecnica di mare. La mia scelta è ricaduta su questo mulinello in quanto presenta una generosa dimensione della bobina. In più si tratta di un mulinello studiato per non stancare la mano del pescatore dopo tante ore di pesca.
Storia differente invece per i mulinelli da Vertical Jigging con robuste casse metalliche derivanti dalla traina ma ridotte per stare sul palmo di una mano. Non sono altro che dei carro armati in miniatura. Si utilizzano in profondità maggiori e nel caso possa capitare il il bestione, non hanno alcun problema nel gestire pesci di taglia. Di contro non presentano la fluidità e la precisione degli altri. La novità 2018 di Hart Fishing è il Brutal 50GT. Mai nome fu più azzeccato per questo piccolo trattorino dal pazzesco drag di 30 kg.
ARTIFICIALI JIG
Esistono in commercio jig di moltissime tipologie per questa tecnica ma mi sento di descrivere solo quelli che utilizzo piu spesso.
Jig Wobbling
Prima tipologia sono i jig dalla caduta wobbling, che cadono sfarfallando e sono in grado di incitare all’attacco pesci molto attivi. Si utilizzano in situazioni di poca o media corrente. Tra quelli targati Hart Fishing la migliore proposta è il Modelo nella misura da 60 ed 80 grammi.
Jig a Caduta Cadenzata
Seconda tipologia sono quelli che scendono a caduta cadenzata, in grado di indurre all’attacco pesci molto diffidenti e pressati. La larghezza di questi artificiali viene scelta in base alla corrente e alla larghezza della banda d’acqua in cui li vogliamo far lavorare. I modelli più larghi si muovono su una banda d’acqua più larga, con corrente assente o moderata. I più stretti si muovono in bande d’acqua più limitate anche in caso di correnti sostenute. Per questa tipologia di artificiali Hart Fishing ha realizzato i seguenti modelli : Akula, Stream e Broken. Esche molto versatili per le varie condizioni che si possono trovare.
Jig Caduta a Spirale
Ultima tipologia i artificali sono quei jig che cadono effettuando in acqua una caduta a spirale. Grazie al loro peso decentrato possono effettuare spirali dal diametro molto ampio. Il modello Weepy nella misura da 90 grammi si è rivelato essere una scelta azzeccata in molte situazioni. Un movimento particolare che è opportuno avere nella propria cassetta degli artificiali.
CONCLUSIONI
In conclusione, sono dell’idea che lo Slow Pitch Jigging è una tecnica con espansione sempre maggiore nel corso del tempo. Una tecnica molto versatile che permette di catturare prede che prima sembrano impensabili da portare in superficie.