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SPINNING ANOMALO
Otto giorni d’influenza tutti passati a lavorare, arrivato il sabato ancora con gli ultimi strascichi che mi hanno lasciato i batteri decido che la cura migliore è di andare a fare due lanci a spinning, una tecnica più leggera e semplice che non mi affatichi troppo come il ledgering o la passata. Aria satura d’ossigeno e spazi aperti, niente muri e miasmi di smog che bruciano le narici ma profumo di muschio per balsamizzare i polmoni. Montata la canna attacco con l’ esca più semplice di tutte, testina piombata da 3 grammi con softbait a falcetto. Nemmeno due lanci che qualcosa prende filo e parte in diagonale. Penso subito ad un predatore vista la mangiata con annessa rocambolesca fuga in acqua non più alta di 15 centimetri con fondo melmoso dove mai mi sarei aspettato una mangiata, uno, due, tre salti, credo sia un bass, sisi, è proprio un bass mi dico ma appena lo porto vicino mi accorgo subito che è un bel cavedano affamato. Mai visto un cavedano saltare così, forse sono complici i pochi centimetri d’acqua. Fotografie, slamatura e rilascio immediato, nemmeno mi ringrazia anzi appena lo appoggio nel suo ambiente liquido schizza via lavandomi di fango ed acqua. Dopo la pizzicata che gli ho dato non credo tornerà a mangiare tanto presto. Il mio primo cavedano a spinning. Mi sono sempre chiesto come tutti gli altri spinner riuscissero a pescare i ciprinidi con le gomme, bene, oggi ne ho avuta la conferma! Grande gioia, dopo una settimana tutta grigia questa cattura mi risolleva l’ animo, potrei anche tornare a casa se non fosse che sono arrivato da soli 5 minuti ! Cambio posto tanto ormai questo raggio d’acqua è bruciato con tutta la confusione fatta, passo al prossimo spot e riprendo a lanciare. Sostituisco la soft bait con un falcetto bianco, solo due lanci e qualcos’ altro parte a razzo, ferro ma purtroppo il tutto va a vuoto. Non mi perdo d’ animo e vedendo l’ intensa attività dei pesci riprendo ad effettuare lanci a ripetizione come una mitragliatrice. Altre due partenze a vuoto e capisco che i pesci stanno solo “sbocconcellando” svogliatamente l’ esca sulla parte terminale della coda senza mangiare di fatto l’ amo. Faccio qualche altro metro per vedere se riesco a trovare una zona dove le mie esche siano più apprezzate dalle future prede, monto un amo piombato di qualche grammo più pesante ed utilizzo una soft bait con coda più corta così da non dargli la possibilità di smangiucchiarla senza incappare nell’amo. Al primo lancio con la nuova tattica buco il mio secondo pesce, parte sparato verso un groviglio di rami, serro la frizione ma per timore di fare esplodere il filo per la trazione non riesco a fermarlo del tutto e ci finisce completamente dentro. “Incaglio” penso……aspetto qualche secondo, muovo un po il filo delicatamente per non romperlo sfregandolo sui rami e dopo poco riesco a stanarlo, ecco che riparte con la fuga, non capisco cosa sia ma è divertente, molto divertente. Forzo la canna comprata su una bancarella al lago per una manciata di euro per testarla e sembra reggere più che bene, non sempre serve attrezzatura da pro staff per incannare un bel pesce. Il piccolo mulinello se la cava al meglio assecondando la canna con la frizione e finalmente il pescione si stanca. Eccolo sotto riva, il mio stupore è grande, un altro ciprinide, ma questa volta è una bellissima e generosa brema. Sarà piena di muco come tutte le altre breme, mi dico, e per la prima volta sono contento di non avere il guadino a portata di mano, poi però mi accorgo che ha i tipici segni della frega in corso, i cosiddetti tubercoli nuziali, infatti è piena di puntini butterati su tutto il corpo. Il corpo quindi non secernendo più il muco che la ricopre solitamente e viene sostituito da questi tubercoli. Dalle 11:00 in poi non percepisco più segni di mangiate, verso le 12:00 nemmeno più un movimento e nemmeno una bollata, decido quindi che è tempo di smontare e tornare verso casa. A pesca le giornate passano sempre serenamente, l’ aria fresca aiuta sia nel fisico che nella mente.
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