Prendiamo una giornata di metà settembre, nel mezzo di una mini vacanza in montagna. La voglia di pescare a spinning è alta, ma è anche tanta la voglia di cambiare dalla solita routine.
In torrente a spinning si può andare quando si vuole da febbraio ad ottobre, riserve escluse. Ed allora cosa ci si potrebbe inventare di nuovo? All’improvviso si accende una lampadina: i laghetti alpini! A non molta distanza da casa c’è uno dei tanti piccoli specchi lacustri incastonati tra le montagne, in questo caso le Alpi.
I LAGHI ALPINI
Questi laghi sono meta fissa di moltissimi appassionati e la pesca si può praticare a partire dall’apertura nel mese di giugno per tutta l’estate. Ambienti unici, incontaminati dall’uomo, raggiungibili solamente camminando. Una volta arrivati sulle rive di questi laghetti, sotto le cime innevate da oltre tremila o quattromila metri di altitudine, non esiste nient’altro se non conifere, arbusti, falchi, aquile, stambecchi e marmotte. Completamente isolati dal mondo e la linea telefonica assente. Si, è un’idea che si può fare questa volta. La nostra meta si trova a ben tre ore e mezza di cammino, attraversando boschi e foreste tramite piccoli sentieri, con la fortuna di non trovare quasi nessun essere umano sul percorso. Il viaggio è tutto in salita, con un dislivello di quasi mille metri. Beh, naturalmente bisogna anche mettere in conto che non è scontata la cattura di qualche pesce. Con queste premesse è d’obbligo ridurre al massimo l’attrezzatura. Duemilaquattrocento metri (2400 metri) di altitudine sul livello del mare. Ovviamente oltre a noi non c’è nessun’altro. Solo qualche animale e, si spera, qualche pesce.
Attrezzatura Minimal
D’obbligo una canna da tre pezzi lunga non più di 1,90 metri per riuscire a farla stare nello zaino. Un piccolo astuccio porta artificiali o un marsupio. Ingredienti essenziali: piccoli rotanti, spoon, teste piombate da non oltre i quattro grammi e piccole esche siliconiche. Tutto il resto è superfluo.
Lo Spot
In questo ambiente l’acqua è cristallina ed esente da inquinamento. L’unica famiglia che potrebbe vivere a questa altitudine e sopravvivere agli inverni gelidi è quella dei salmonidi. Trote fario e salmerini. Nemmeno le iridee sono state immesse per evitare di rovinare il ceppo della Salmo trutta fario.
Il lago in questione è di piccole dimensioni, con una profondità che al massimo può raggiungere i quattro metri.
ATTREZZATURA HART
Apriamo lo zaino, montiamo la canna, in questo caso la Boushido 66L con potenza 3-15 grammi a cui associamo un mulinello Air 2500. Questi due prodotti targati Hart Fishing sono l’unico peso presente nello zaino. Un peso maggiore per un tragitto in salita di oltre tre ore per i sentieri porterebbe a maggiore fatica. Considerando la possibilità di trovare sia pesci di piccola dimensione ed anche di media taglia, ha obbligato la scelta di una canna che sia allo stesso tempo molto sensibili in punta, ma capace di avere la potenza necessaria in caso di pesci di taglia.
Canna Boushido
La Boushido risponde perfettamente a queste caratteristiche. E’ quasi inutile dire che il mulinello è stato caricato con della sottile treccia da 0.04 millimetri, la quale garantisce maggiore sensibilità alle mangiate più smaliziate.
LA PESCATA
Primo lancio, una tocca ed una fario di piccole dimensioni. Ok, il pesce è presente ed il cappotto è stato scongiurato. Secondo lancio. Una toccatina sullo spoon da 1,5 grammi, ma la trota non rimane attaccata. Cambio dell’esca con dei micro minnow da 3 centimetri, tra cui anche il Mebaru Blade di Hart Fishing ed un’altra fario. Le catture si susseguono, ma naturalmente la dimensione media varia dai 6 ai 12 cm. Il pesce fatica a crescere anche per la carenza di cibo in questo lago. Ecco spiegato il motivo per cui se ne sono catturate così tante.
Trote Selvatiche
Dopo alcune catture arriva la sorpresa più gradita. Ennesimo lancio e ferrata. Non si tratta più di una farietta, questo è un pesce molto più bello. Un pesce decisamente selvatico, diverso dalle classiche trote immesse in torrente. Dopo qualche minuto di combattimento cede e possiamo prendere in mano, rigorosamente bagnate, una stupenda trota fario da almeno una quarantina di centimetri.
Veloce foto di rito e rilascio immediato senza recarle danno. Il tempo non è molto a disposizione, anche perchè il viaggio di ritorno è di altre tre ore. Ancora qualche lancio giusto in tempo per attaccare un altro bel pesce, che purtroppo si slama a causa degli ami senza ardiglione.
Un obbligo in questi laghi alpini di togliere l’ardiglione per non danneggiare il pesce.
CONCLUSIONI
E’ tempo di rientrare e fare il percorso al contrario. Le catture sono state diverse ed anche se la taglia non è stata eccelsa, in questi ambienti conta la qualità, non la quantità. Sarebbe bastato catturare anche un solo pesce, selvatico, puro.
Ma a dirla tutta, sette ore complessive di camminata per fare un solo lancio a spinning in un paradiso disperso tra le Alpi come quel lago alpino, vale più di cento pescate in un torrente o fiume.
Attenzione alla pesca nei laghi alpini in quanto è obbligatorio il permesso giornaliero.