Dopo un mese abbondante di pausa forzata, tornano le grandi dirette targate Fishingmania. Dopo avervi portato a carpfishing con Patrizia e Sabatino, rientriamo in studio per trattare di un argomento, normalmente, molto in voga in questo periodo. Quale? Facile, il Trout Area. Certamente ci sarebbe piaciuto poterne parlare direttamente all’aperto, in riva ad un lago, ma per ora bisogna accontentarci.
Protagonista di serata è Carlo Filoni, responsabile Seika ed esperto di pesca a spinning. Per chi non ne fosse a conoscenza, Seika è il brand dedicato al mondo della pesca con le esche artificiali di casa Tubertini. Un settore in cui il marchio bolognese da alcuni anni sta lavorando con sempre maggiore impegno.
Canne da Trout Area
Partiamo dal presupposto che le canne vanno scelte per quello che si vuole fare.
Agonismo
Se parliamo di agonismo, è importante essere pronti per ogni evenienza. Per le prime battute di gara, serve un attrezzo in grado di avere sia parabolicità, sia schiena per forzare le trote. Sono i momenti in cui c’è più attività e le trote tendono ad andare in frenesia.
Per le fasi successive, quando l’attività tende a calare, servono canne più sensibili di punta ed in grado di manovrare con facilità spoon molto leggeri. Esche quest’ultime che hanno l’obiettivo di motivare la trota in fase di apatia.
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Pescatore
Per coloro che invece non sono interessati all’agonismo, il consiglio è di evitare come prima scelta canne molto costose. Si tratta di attrezzi realizzati con carbonio di prima qualità, estremamente performanti ma anche estremamente delicati se non utilizzati nella giusta maniera. Specialmente se poi si cercano trote di grossa taglia. Meglio rimanere su canne di lunghezza leggermente maggiore, attorno ai 6’4 piedi e con azione progressivo parabolica, per una maggiore riserva di potenza nel caso si utilizzino artficiali fino a cinque, sei grammi.
Spoon
Quanti ne servono? Di quale colorazione? E quali modelli?
Sono queste normalmente le domande più frequenti da coloro che si avvicinano a questo mondo. Partiamo dal presupposto che più se ne hanno, meglio è. Non è una tecnica in cui si tende a perdere l’artificiale, ma in base alle condizioni meteo e dei bacini che si vanno ad affrontare, è opportuno avere una vasta gamma tra cui scegliere.
Colori
Questo è un argomento immenso da trattare, ma ci limiteremo a poche parole: nero, arancio/giallo e marroncino. Il motivo? Partiamo dall’ultimo. Questo è il colore dei pellet che normalmente vengono dati alle trote durante l’allevamento. Meglio ancora se utilizzato con il modello Bottom Spoon, di piccole dimensioni e davvero molto simile al pellet.
Arancio/Giallo è una colorazione molto utilizzata in quanto muove l’interesse delle trote in ogni condizione meteo e di acqua.
Infine il nero viene apprezzato nelle ore serali del tramonto. Il motivo è semplice. Una trota può confondere l’artificiale per un insetto caduto in acqua. D’altronde di sera, una trota che guarda dal basso verso l’alto, vede solamente una macchia nera.
Inoltre, ricordate sempre che gli spoon presentano una doppia colorazione, fronte e retro. In questo modo durante il recupero, creando un gioco di luci ed ombre, attirano la preda. Parliamo di trote in questo caso, ma è da considerare anche l’interesse di altre specie in ambiente libero come cavedani e persici reali.
Releaser
Un piccolo, ma indispensabile attrezzo per chi vuole praticare agonismo. Ormai è diventato praticamente obbligatorio il suo utilizzo. Il suo utilizzo non è complicato, ma è opportuno fare un po’ di pratica prima di cimentarsi in manifestazioni agonistiche. Il consiglio è di averne a disposizione sempre un paio e magari munirsi dei Releaser galleggianti per evitare che cadendo in acqua, affondino. Seika per l’appunto ne ha disponibile uno con il manico in Eva che gli permette di galleggiare.
Nylon e Trecce
Per capire esattamente quale scelta adottare vi consigliamo di guardarvi in dettaglio la diretta, specialmente verso il minuto 40’00 – 45’00. Il consiglio che ci teniamo a dare a chiunque volesse iniziare a fare agonismo nel trout area, è di utilizzare il nylon. Si riducono le “parrucche” sul mulinello ed offre una maggiore elasticità nel recupero delle trote. La treccia offre sicuramente più sensibilità, ma se non si è molto pratici nell’utilizzo, si rischia di perdere del tempo prezioso durante la manifestazione.
Video Diretta
Ma per avere le idee più chiare, vi consigliamo di guardare la replica della nostra diretta con Carlo Filoni. Troverete tanti spunti interessanti sia in generico sul trout area, sia sui prodotti nuovi di casa Seika Tubertini.